Quanti rrrricordi... Ho preparato parte dell'esame di Rilievo e analisi tecnica dei monumenti antichi proprio tra le campate del primo piano del Colosseo e quei due pilastri che mi erano stati assegnati da triangolare ancora me li ricordo, con tutti i loro buchi e graffiti. Grazie per il post, che diffonde l'idea rivoluzionaria che la cultura del nostro paese è ANCHE una risorsa economica.
Da antichista mi permetto di fare un paio di precisazioni. Intanto che il nome derivi dal Colosso di Nerone è certissimo, poiché l'area dell'anfiteatro occupa quello che fino a poco prima era l'atrio della Domus Aurea, la gigantesca casa che Nerone si era costruito tra Colle Oppio e Velia: in tal modo Vespasiano "restituiva" simbolicamente al popolo romano quella fetta di città di cui il tiranno si era impossessato; della statua colossale di Nerone oggi non resta che l'area del basamento, una grande aiuola a prato verde, proprio accanto all'Anfiteatro, subito dopo le fermate degli autobus.
Poi va detto che i gladiatori erano schiavi, cioè giuridicamente oggetti di proprietà dei loro padroni, quindi sostanzialmente privi di diritti. Certo, godevano spesso di una fama e di un prestigio sociale ben diversi da quelli di un poveraccio condannato a tirare una macina di mulino o a spaccare pietre in Sardegna, ma la loro morte nell'arena era parte essenziale dello spettacolo dei "ludi". Dunque, fatte le dovute eccezioni, nessun cittadino libero se ne rammaricava più di tanto.