Criptovalute, storia del mining: dalle prime CPU agli enormi mining rig odierni

in #bitcoin7 years ago (edited)

Se siete appassionati di videogiochi e amate creare i vostri PC custom, vi sarete accorti che certi modelli di GPU sono diventati introvabili nel corso dell'anno che si è appena concluso. Il 2017 ha visto una richiesta assolutamente inaspettata di schede video, crescita che ha reso alcune case produttrici - come NVIDIA - fra le più invidiate realtà del tech. La spiegazione è molto semplice: il 2017 è stato l'anno in cui Bitcoin si è realmente svelato al mondo, attirando un gran numero di investitori improvvisati. Con loro, è cresciuto anche il numero di minatori casalinghi, un piccolo esercito che ha deciso di gettarsi nella mischia creandosi in proprio la criptovaluta. Un dimensione casalinga che in fondo riporta agli inizi, quando minare comportava la creazione di diversi Bitcoin. Ma tante, troppe cose sono cambiate nel frattempo.

In origine, minare era un'operazione decisamente semplice da eseguire. i primi "minatori" sfruttavano dei normali processori multi core per produrre BTC at una velocità di 50 per blocco. La potenza di calcolo richiesta per minare era infatti molto bassa: uno o due computer bastavano per guadagnare circa 5 dollari al giorno. Ma il 2009 era un periodo molto diverso per la tecnologia, e l'idea di creare mining rig a colpi di schede video doveva ancora concretizzarsi.

Nel 2010 il panorama cambia radicalmente, grazie al rilascio del codice con cui minare Bitcoin tramite le GPU. La difficulty - termine con cui si indica la ratio con cui si possono minare Bitcoin, destinata a diminuire esponenzialmente - era in costante ascesa, e di conseguenza c'era bisogno di hardware dedicato. Le singole CPU, di fatto, non bastavano più, anche se inizialmente minare era un affare da poche centinaia di euro. Tutto quel che serviva era una singola scheda video e un limitato set di capacità tecniche. Se non proprio per tutti, il mining era un ancora ai livelli di un hobby capace di garantire una discreta remunerazione.

Col tempo, però, la febbre da criptovalute è salita, e con essa si sono moltiplicati gli sforzi per trasformare il mining in una fonte di guadagni elevati. Iniziano a comparire i primi mining rig: sforzi computazionali progettati per massimizzare la potenza di calcolo e ridurre il più possibile il dispendio energetico. I primi set di questo genere vedevano cinque schede montate su una scheda madre ultra economica. Per ridurre i costi al minimo, le GPU erano connesse tramite cinque estensioni PCI Express e un singolo adattatore ad alta efficenza energetica.

Minando, il sogno di guadagni ingenti è come un bersaglio che si sposta sempre. La difficulty è sempre in agguato, e con essa anche i requisiti di potenza di calcolo, cresciuti nel giro di un biennio (siamo nel 2011) a livelli ormai insostenibili per i semplici dilettanti allo sbaraglio. L'arrivo sul campo dei Field Programmable Gate Array (FPGA), circuiti integrati programmabili via software e modificati apposta per scalare la potenza di calcolo, ha reso molto più difficile l'ingresso nel mondo del mining, sia a livello di costi che di capacità tecniche. A stretto giro di posta, Bitcoin diventò una vera e propria industria.

Oggi, esistono sistemi già pronti - e decisamente costosi, parliamo dei PC ASIC - per chi vuole minare, ma i guadagni originari restano una chimera, soprattutto dedicandosi a Bitcoin ed Ethereum, le due criptovalute più popolari. Rimane pur sempre il mondo delle altcoin, un far west in cui nuove monete nascono a ritmo giornaliero e dove è ancora possibile minare rapidamente, ma nessuno sa dire se e quando il nuovo Bitcoin farà capolino.

Immagini tratte da Pixabay

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bitcoin is amazing and workable.. thnaks for sharing

Thanks for your comment Moumita! Stay tuned on Advister and good luck for your two rats ;)

Grazie, molto interessante, esistono anche criptovalute non minabili come ripple, iota, omiseGo ecc