INTER MULTIPLICES
Di Andrea Cecchi
L’anno 1515 segna un momento fondamentale nella storia dell’economia del mondo.
Il banchiere ebreo tedesco Jacob Fugger, temendo la scomunica per la sua attività di prestatore usuraio, si organizzò in modo da evitare di perdere i suoi benefici, e forse anche la sua testa. Accordandosi con il teologo Eck e il domenicano Fabri organizzarono un incontro con le autorità ecclesiastiche ed un pannello di giudici intellettuali dell’università di Bologna per discutere se le attività del mercante e banchiere ebreo Fugger fossero realmente catalogabili come usura o semplicemente trattarsi di legittimi commerci.
L’astuto Fugger aveva però alleati illustri. Sia i Veneziani che i Fiorentini erano molto attivi nell’attività bancaria e non vedevano l’ora che la chiesa abbandonasse la persecuzione delle pratiche usuraie.
L’occasione giunse propizia: durante il convegno tenutosi a San Petronio a Bologna, l’abile teologo Eck, amico di Fugger decantò le sacre scritture indicando che l’usura è condannabile solo se fatta con intento malvagio. Anche il domenicano rincarò la dose farcendola di Aristotele e Aquino. I giudici della commissione preposta non si pronunciarono e di fatto Fugger l’ebbe vinta.
Ma fu il Papa Leone X, della famiglia dei Medici anch’essi banchieri ,a far arrivare puntualmente la bolla papale Inter Multiplices
https://it.wikipedia.org/wiki/Inter_multiplices_(Leone_X)
dove sanciva definitivamente la legittimità di poter caricare gli interessi sui prestiti, rendendo così legale l’usura, una volta e per sempre.