THE BIG SHORT

in #economy7 years ago

THE BIG SHORT
Di Andrea Cecchi
10/11/2015

Ho appena visto il film “La Grande Scommessa” . Titolo originale “The Big Short”. Il titolo originale, sebbene ossimorico, ha più senso, perché fa capire che la scommessa punta sul ribasso. Uno short.
L’argomento trattato è noioso, ma il film è fatto bene e sicuramene il regista ha scelto Brad Pitt per attrarre qualche donna nelle sale, e qualche spogliarello per soddisfare i maschietti, ma dubito che il pubblico abbia imparato qualcosa da questa pellicola, se non il fatto che sarebbe bello riuscire a fare un sacco di soldi.
A parte questo, il film ha il pregio di denunciare apertamente la totale fraudolenza del sistema e questo era necessario. Chiunque esca dalla sala ha capito che un gruppo piuttosto ristretto di insiders partecipava alla creazione di una bolla colossale basata sul mercato immobiliare.
Il film si sofferma sul mercato immobiliare americano (ma la prassi era globale). Si può riassumere la responsabilità di questi soggetti in quest’ordine:

  1. La Federal Reserve, con Greenspan prima e Bernanke dopo con la loro politica di tassi a zero.
  2. I grossi gruppi bancari come GS, MS, DB,JP Morgan, BOA,WaMu, ecc. ecc.
  3. Le agenzie statali Fannie Mae e Freddy Mac
  4. Le agenzie di Rating Moodys, S&P, ecc. che ricevevano laute commissioni per assegnare il rating AAA ai pacchetti di CDO pieni di mutui subprime.
  5. I media che hanno taciuto fino all’ultimo ogni segnale di pericolo.
  6. Il Governo, totalmente colluso con Wall Street fino al punto che il Segretario al Tesoro, Hank Paulson era l’ex C.E.O. di Goldman Sachs, e buona parte del Congresso ha in qualche modo avuto la propria campagna elettorale finanziata dai Big di Wall Street.
    Come viene abilmente messo in evidenza dal film, gli anni precedenti allo scoppio della bolla immobiliare, sono stati anni di grande cuccagna. Il sistema consentiva alle banche di digitare bit sui propri computer che si trasformavano in dollari capaci di costruire case, ville, piscine, centri commerciali, hotel e resort, capannoni e immobili di ogni tipo. Con tutta quella liquidità a giro l’economia cresceva briosamente e di conseguenza c’era grana per tutti.
    Auto di lusso, viaggi, arredamento, shopping, party, mignotte, spogliarelli, Las Vegas, divertimenti sfrenati e chi più ne ha, più ne metta. La cuccagna sembrava non finire mai, e ognuno credeva di essere più furbo dell’altro nel fregare il prossimo e portarsi a casa il bonus conseguente alla vendita.
    Ma,….ma i bit, facili da digitare su una tastiera, sono unità di debito ed è molto più difficile trasformare il bit elettronico in sostanza reale. Occorre lavoro e sudore. Occorrono risorse. Il gioco non può continuare all’infinito.
    ”Solo quando la marea si ritira ci si accorge di chi stava nuotando nudo” (Warren Buffett)!
    Tutte le bolle hanno la stessa caratteristica: è molto facile gonfiarle, ma nessuno vuole vederle esplodere, soprattutto i politici durante il loro mandato.
    Il film fa bene a indugiare sul profilo morale della questione. I protagonisti della storia; coloro che si erano posizionati short puntando correttamente sul crollo dei titoli tossici collegati al mercato immobiliare americano, si rendono conto di quanto schifosamente corrotto sia tutto il sistema “turbo capitalistico”, esportato come modello al mondo intero. Indagando approfonditamente sulla piramide di finanza artificiosa emergono tutti gli intrecci truffaldini di una struttura depravata fino all’inverosimile. Un sistema che finisce col distruggere la base sociale di un paese e le fondamenta più intime di chi si era illuso che le cose funzionassero con giustizia e che le istituzioni fossero capisaldi inviolabili su cui costruire la propria vita e le proprie certezze.
    Anche se alla fine i protagonisti hanno guadagnato svariati miliardi di dollari, non sono in grado di gioire come sarebbe legittimo fare, perché l’amarezza della presa di coscienza appanna e distrugge nell’animo ogni bagliore di felicità. Si accorgono che le più alte cariche delle banche artefici della crisi e il governo degli Stati Uniti d’America si erano già accordati per il cosiddetto bail out, ovvero il salvataggio delle banche con i soldi pubblici. Nessuno finirà in galera e alla fine sarà il cittadino medio a pagare il conto di tutti gli immondi maneggiamenti dei delinquenti in doppio petto.
    La spogliarellista nel night sorride felice quando aggrappata al palo della lap dance si sente lanciare addosso delle banconote dai rampanti speculatori della finanza con la cravatta allentata al colletto. Sa che porterà quei soldi a casa, ai suoi bambini, senza immaginare che quelle banconote sono state ottenute ipotecando il futuro dei suoi stessi figli, i quali saranno chiamati insieme ai figli di tutti noi a ripagare il conto con gli interessi.
    Per chi segue l’economia e i mercati da vicino come me, il film non insegna niente di nuovo. Però mi sono chiesto come mai farlo uscire nelle sale proprio adesso. E’ forse un avvertimento?
    Dagli eventi di Lehman Brothers in poi, non è stato risolto niente. Se il problema era l’eccesso di debito, allora è bene notare che il debito globale è aumentato da allora di altri 57mila miliardi con un innalzamento del rapporto debito/pil del 17%.
    fonte http://www.mckinsey.com/insights/economic_studies/debt_and_not_much_deleveraging)
    Si capisce bene che risolvere un problema di debito facendo nuovo debito è come guarire dall’obesità aumentando la dose di cibo.
    Il problema dei mutui subprime e delle sofferenze bancarie non è stato affrontato. Juanita e Adbul, non hanno mai ricominciato a pagare le rate dei mutui ARM sottoscritti per posta o tramite il broker sorridente e ben vestito. Il rischio è stato semplicemente trasferito dai libri contabili delle banche a quello degli Stati attraverso i cosiddetti piani di salvataggio.
    A causa di questa scelta, il rapporto debito/pil degli stati è aumentato in modo esponenziale. In Italia ad esempio siamo al 140%. Cosa significa in parole spicciole? Che per produrre qualcosa che vale 100, devo indebitarmi per 140. Può essere sostenibile questo?
    In pratica le banche insolventi si sono ricapitalizzate scambiando gli escrementi subprime con titoli di Stato. Adesso è lo Stato, i cittadini, attraverso le tasse a garantire la sostenibilità del sistema. Così facendo, sono i cittadini a pagare le rate di mutui che non hanno contratto. E’ questo l’odioso risultato che sconvolge i protagonisti del film, alcuni dei quali decidono di abbandonare totalmente il trading e di dedicarsi ad altre attività, tipo la campagna e la natura. Uno di loro, dice una scritta sullo schermo, sta comprando solo una cosa: acqua.
    Nel frattempo, nel mondo reale, sono scoppiati scandali su scandali dove i medesimi soggetti coinvolti nella creazione e spaccio di asset tossici si sono resi protagonisti di innumerevoli altri casi di condotta criminale come la manipolazione dei mercati del Forex, Comex, Libor ecc.
    L’anno borsistico 2016 è iniziato nel peggiore dei modi con crolli dei corsi azionari sulle principali piazze finanziarie.
    Guardando al mondo economico si stanno creando i presupposti per una serie di eventi di entità piuttosto preoccupante. Alcuni analisti l’hanno chiamata la “grande convergenza”. Un momento storico in cui non uno, ma decine di eventi negativi si stanno abbattendo in modo impietoso sull’economia di tutto il mondo.
    Non un “cigno nero” isolato, ma uno stormo di cigni neri:
    • Mercato obbligazionario corporate e governativo
    • Commodities a prezzi spaventosamente bassi
    • Bolla dei listini azionari
    • Crisi valutaria dei paesi cosiddetti emergenti
    • Cina: soft landing o hard landing?
    • Bolla demografica
    • Inquinamento e clima
    • Escalation bellica su sempre più fronti
    • Deflazione
    • Disoccupazione

Allora io mi faccio questa domanda: QUALE SARA’ IL PROSSIMO SHORT
Il film ci racconta dello short del mercato dei mutui ipotecari USA nel 2008. Da allora niente è cambiato, ma la bolla si è gonfiata ancora di più in una galassia ancora più complessa di derivati e promesse di pagamento montate una sull’altra che si puntellano a vicenda con la speranza di poter continuare ad estorcere al contribuente ancora una goccia di sangue ed evitare il collasso dell’immane castello di carta straccia costruito sulle macerie ancora fumanti della crisi del 2008.
Quindi, quale sarà il prossimo short? I titoli di Stato? Questo si che sarebbe un BIG BIG SHORT !