DETENUTO N°8496

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(ITA)
Giorno nove.
Mio amato Jeff, continuo a sfogliare le tue lettere nel disperato bisogno di te; soffro la tua mancanza così tanto da aver quasi consumato tutte le pagine che mi hai scritto rileggendole, e mi sono addirittura ritrovato ad annusarle nella speranza di cogliere tracce del tuo odore, l’aroma pungente del tuo dopobarba, il sentore del tuo sudore o il sapore amaro delle tue lacrime. Sì, ti sembrerà strano, ma ho anche leccato le tue lettere; Ruben mi ha detto che è normale all’inizio cercare di aggrapparsi a qualsiasi pensiero della vita fuori dal carcere, immaginarsi con la persona amata fuori all’aria aperta libero di andare ovunque, di fare ciò che cui non ti è permesso o è addirittura irraggiungibile.
Oggi io e Ruben abbiamo iniziato a confidarci, per mettere le basi di una buona solidarietà tra detenuti. Lo sai, io sono un libro aperto col riassunto già stampato in copertina, quindi ho iniziato io il discorso parlandogli degli sbagli che mi hanno portato qui, del sostegno della mia famiglia anche dopo l’infausto epilogo e, tra tutti, di te, che sei la mia attuale famiglia, non quella per nascita ma quella per scelta. Le frasi sgorgavano dalla mia bocca quando, parlando dei miei affetti, è uscito un accenno di voce da Ruben che sembrava pronto ad aprirsi. Ha iniziato con una voce soffocata dalla tristezza a parlarmi di cosa gli ha portato via il carcere. Dopo la sua reclusione la sua famiglia l’ha ripudiato per il disonore che aveva gettato su di loro; le persone che ti dovrebbero sostenere a prescindere da tutto l’avevano abbandonato al suo destino, lasciato più solo di quanto io mi sia sentito, non posso nemmeno immaginare cosa sia stato per lui trascorre questo lungo tempo rinchiuso tra queste mura. Mi ha raccontato di aver avuto una storia d’amore importante nella sua vita, ma che l’ha persa prima di finire in gabbia, ma non ha voluto andare oltre questo dettaglio e io non volevo forzargli la mano; tanto ne avrò di tempo per conoscerlo di più. Abbiamo trascorso il rancio e l’ora d’aria abbastanza silenziosamente, rimanendo ad ascoltare i rumori della prigione: il metallo stridente delle sbarre, i cancelli cigolanti, le urla dei prigionieri tra lo straziato e l’iracondo, e qualche gemito di piacere qui e là. Dopo essere stati scortati nuovamente in cella, abbiamo ripreso ancora a parlare del più e del meno, senza grandi confidenze. Gli ho raccontato chi ero prima di finire in questo posto, della piccola compagnia in cui lavoravo prima di subire le pesanti accuse che mi hanno portato alla reclusione e del dolore che ho avvertito quando il giudice ha battuto il martelletto emettendo la condanna a mio sfavore, delle lacrime che vi rigavano il volto quando le guardie mi trasportavano verso la cella. Lui mi ha accennato al suo lavoro di macellaio, che ha scelto vista la sua infanzia passata in una fattoria, una tra le più grandi dello Stato. È stato molto vago nelle sue confidenze, ma lo posso comprendere; è rimasto solo qui dentro per moltissimo tempo, ha poche conoscenze nel carcere e io sono ancora uno sconosciuto, quindi concepisco la sua diffidenza. Col tempo si aprirà. Sono sollevato di non essere più solo qui dentro, ma quello che voglio non posso averlo, non ancora. Attendo solo il giorno in cui ti potrò stringere tra le mie braccia di nuovo.
Tuo per l’eternità, DG.

(ENG)
Day nine.
My beloved Jeff, I continue to leaf through your letters in desperate need of you; I suffer from your lack so much that I have almost consumed all the pages you wrote to me by rereading them, and I even found myself smelling them in the hope of catching traces of your smell, the pungent aroma of your aftershave, the smell of your sweat or bitter taste of your tears. Yes, it may seem strange to you, but I also licked your letters; Ruben told me that it is normal at the beginning to try to cling to any thought of life outside prison, to imagine yourself with your loved one out in the open air free to go anywhere, to do what you are not allowed to do or even unreachable.
Today Ruben and I started to confide in one another, to lay the foundations for good solidarity between prisoners. You know, I'm an open book with the summary already printed on the cover, so I started the speech by talking about the mistakes that brought me here, the support of my family even after the unfortunate epilogue and, of all, of you, who you are my current family, not by birth but by choice. The sentences flowed from my mouth when, speaking of my affections, a hint of voice came out from Ruben who seemed ready to open. He started in a voice choked with sadness to talk to me about what took him away from prison. After his imprisonment his family repudiated him for the dishonor he had thrown on them; the people who should support you regardless of everything had abandoned him to his destiny, left more alone than I felt, I can't even imagine what it was like for him to spend this long time locked within these walls. He told me that he had an important love story in his life, but that he lost it before ending up in a cage, but he didn't want to go beyond this detail and I didn't want to force his hand; I will have much time to get to know him more. We spent the ration and the hour of air quite silently, listening to the sounds of the prison: the grating metal of the bars, the squeaking gates, the screams of the prisoners between the heartbroken and the angry, and some moan of pleasure here and the. After being escorted back to the cell, we started talking about the plus and minus again, without great confidences. I told him who I was before I ended up in this place, about the small company I worked in before suffering the heavy charges that led to my imprisonment and the pain I felt when the judge beat the gavel and sentenced me against him, tears streaming down your face when the guards carried me to the cell. He mentioned me to his butcher job, which he chose given his childhood spent on a farm, one of the largest in the state. He was very vague in his confidences, but I can understand it; he has been alone in here for a very long time, has little knowledge in prison and I am still a stranger, so I conceive his distrust. Over time it will open. I am relieved that I am no longer alone in here, but I cannot have what I want, not yet. I only wait for the day when I can hold you in my arms again.
Yours for eternity, DG.