DETENUTO N°8496

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(ITA)
Giorno sette.
Caro Jeff, oggi è stata la prima volta che ho tremato di paura, letteralmente; in tutta la mia vita non ho mai avuto così tanto terrore, così forte da provocare piccoli spasmi che hanno pervaso tutto il mio corpo. La sgradevole sensazione è stata suscitata dall’annuncio di oggi per le nuove leve del carcere, e me compreso: “Da oggi e per tutta la vostra permanenza, voi nuovi detenuti prenderete parte all’ora d’aria con tutto il vostro braccio, è un obbligo non un incitamento. Evitate di scatenare sommosse, i colpevoli colti in flagranza saranno puniti a dovere. Tornate ai vostri compiti”. Ho vissuto questa settimana respingendo il pensiero del giorno in cui sarei dovuto uscire allo scoperto, nudo e indifeso, nel cortile, come un pezzo di succulenta carne gettato in una fossa di cani affamati e rabbiosi; speravo di avere qualcuno al mio fianco, aspettavo che Ruben uscisse per darmi man forte, un piccolo sostegno o un’indicazione su come comportarmi. Invece sono stato tradito dal fato.
I primi minuti che hanno seguito l’annuncio li ho passati paralizzato sulla branda nella mia cella, nella successiva ora ho cercato di pensare ad un qualsiasi stratagemma per evitare di uscire alla luce del sole e capitare nel mirino di uno di quei barbari. Il tempo è passato più velocemente di ogni altro giorno, stavo ancora pensando quando è arrivata l’ora del rancio. Ci hanno scortato in sala mensa, ho preso la mia porzione e mi sono messo nell’angolo più in disparte di tutti; è allora che ho avuto un lampo di lucidità, avrei potuto fingere un lancinante dolore di stomaco. Finito di mangiare ci hanno riportati alle nostre celle, ed è stato davanti alla mia che ho finto un forte malessere, mi sono accasciato e ho iniziato a rantolare. Le guardie mi hanno trasportato in infermeria, dove il mio fato ancora una volta mi ha beffato. Mi hanno steso sul lettino, dopo un piccolo esame mi hanno dato un antiacido e mi hanno suggerito di camminare molto durante L’ORA D’ARIA, per favorire la digestione. Era già primo pomeriggio, quindi mi hanno scortato direttamente nel cortile, mi hanno lanciato fuori come una bistecca cruda, ancora sanguinolenta. D’un tratto l’attenzione di tutti i detenuti del mio blocco si è spostata su di me, allora mi sono infuso coraggio e tutto impettito ho fatto il mio giro nel cortile. Dovresti vedere quel luogo, assomiglia in toto al cortile della prigione in uno dei film americani che ti piacciono tanto, tutti divisi in fazioni come se stesse per scoppiare una guerra in ogni momento, e tutti mi squadravano con l’aria di una bestia famelica. Quest’oggi è passato tutto sommato liscio, ma non so se riuscirò a resistere tutto solo qui dentro. Mi farò forza sapendo che tu e la mia famiglia resterete lì ad aspettarmi; mi trasmette coraggio. Aspetto le tue risposte mio adorato.
Tuo, DG.

(ENG)
Day seven.
Dear Jeff, today was the first time I shook with fear, literally; in all my life I have never had so much terror, so strong as to cause small spasms that have pervaded my whole body. The unpleasant sensation was aroused by today's announcement for the new prison staff, and myself included: “From today and for all your stay, you new prisoners will take part in the hour of air with your whole arm, it is an obligation not an incitement. Avoid unleashing riots, the culprits caught in the act will be punished properly. Go back to your homework. " I lived this week rejecting the thought of the day when I should have come out into the open, naked and defenseless, in the courtyard, like a piece of succulent meat thrown into a pit of hungry and angry dogs; I hoped to have someone by my side, I waited for Ruben to come out to give me help, a little support or an indication on how to behave. Instead I was betrayed by fate.
The first minutes that followed the announcement I spent paralyzed on the cot in my cell, in the next hour I tried to think of any stratagem to avoid going out in the sunlight and being targeted by one of those barbarians. Time passed faster than any other day, I was still thinking when the hour of rations came. They escorted us to the mess hall, I took my portion and I placed myself in the corner most apart from everyone; that's when I had a flash of lucidity, I could have feigned excruciating stomach pain. When we finished eating they brought us back to our cells, and it was in front of mine that I pretended a strong malaise, I collapsed and I started to gasp. The guards took me to the infirmary, where my fate once again mocked me. They laid me on the bed, after a small exam they gave me an antacid and suggested that I walk a lot during the HOUR OF AIR, to promote digestion. It was early afternoon, so they escorted me directly to the courtyard, they threw me out like a raw steak, still bloody. Suddenly the attention of all the detainees in my block shifted to me, so I poured myself courage and rushed around the courtyard. You should see that place, it looks completely like the prison courtyard in one of the American films that you like so much, all divided into factions as if they were about to start a war at all times, and they all looked at me with the air of a ravenous beast. Today it has all gone smoothly, but I don't know if I will be able to resist everything just in here. I will strengthen myself knowing that you and my family will stay there waiting for me; it gives me courage. I await your answers my beloved.
Your, DG.