CUBA, STATO SOCIALE E MERCATO 🇮🇹🇬🇧

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Alla Cuba che si affaccia al 2025 e agli anni successivi tocca il compito di far convivere cio' che resta dello stato Socialista con l'economia di mercato che oramai nell'isola e' ovunque.
Come ho scritto piu' volte quasi tutto il terziario e' in mano ai privati, ora anche il trasporto inizia ad essere meno statale, molti hotel sono a gestione mista ed altre attivita', speriamo, a breve diventeranno particular.
Lo stato gestira' la sanita', la sicurezza, la corrente, l'acqua, il gas, parte dei trasporti ed altri settori che non sarebbe molto saggio privatizzare.
Insomma lo stato sociale.

Occorrera' trovare una formula per far convivere due sistemi sociali cosi' differenti, decenni fa fece un flebile tentativo di cercare una terza via la Jugoslavia ma non ando' benissimo, anche per i differenti popoli che la abitavano e le loro liti secolari.
Una delle cose che salta all'occhio a Cuba, non da oggi a dir la verita', e' di come l"Io" abbia sostituito il "Noi".
Oggi con la situazione economica che Cuba deve affrontare ognuno deve aggrapparsi ad una scialuppa, un relitto, un salvagente e non mollarlo a nessun costo.

C'e' poco tempo per pensare agli altri, ci avevano provato i Comitati di difesa della Rivoluzione ma oggi questa istituzione e' fortemente in crisi, la gente pensa esclusivamente a se stessa e del resto del barrio se ne fotte.
Situazione che noi conosciamo molto bene.
Ogni tanto bussa alla porta della casa della mia famiglia di riferimento qualche povera signora, con un/una bimbo/a in braccio mendicando un plato fuerte.
Un paio di volte una mano e' stata data ma poi, ognuno ha i suoi problemi, alla signora e' stata indicata la sede adiacente del Partido come il luogo dove andare a manifestare i propri problemi e cercarne una soluzione.

Il Socialismo dovrebbe mettere il "Noi" davanti a tutto ma come fai oggi, quando non sai cosa riuscirai a mettere in tavola, a pensare al benessere del prossimo?
Chi ha risorse economiche o se ne fotte comunque o qualcosa cerca di fare, diverse mipymes dopo l'uragano Oscar donarono generi di prima necessita' alle popolazioni della zona di Guantanamo colpite dal flagello.
Ma questo non e' socialismo, e' solidarieta', un po' come avviene da noi quando subiamo terremoti o maremoti.

Far convivere il Socialismo con l'economia di mercato e' un bel problema.
Lo stato obbliga i venditori a calmierare i prezzi di alcuni prodotti ma poi nelle tiendas in MLC e' il primo a non seguire le sue indicazioni, le stesse che rifila ai venditori.
La scusa e' che in cadeca il dollaro e' a 125...
Se Cuba riuscira' a mantenere qualcosa di Sociale, evitando con l'acqua sporca di buttare via anche il bambino, allora potra' esserci un futuro che dimostrera' che un'altra strada e' possibile in alternativa al liberismo selvaggio.
Altrimenti della Rivoluzione, temo, restera' ben poco.
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Cuba, which faces 2025 and the following years, has the task of making what remains of the Socialist state coexist with the market economy that is now everywhere on the island.
As I have written several times, almost all the tertiary sector is in private hands, now even transport is starting to be less state-owned, many hotels are under mixed management and other activities, hopefully, will soon become private.
The state will manage health, security, electricity, water, gas, part of transport and other sectors that it would not be very wise to privatize.
In short, the welfare state.

It will be necessary to find a formula to make two such different social systems coexist, decades ago Yugoslavia made a feeble attempt to find a third way but it did not go very well, also because of the different peoples who inhabited it and their age-old disputes.
One of the things that catches the eye in Cuba, not just today to tell the truth, is how the "I" has replaced the "We".
Today with the economic situation that Cuba has to face everyone has to cling to a lifeboat, a wreck, a life preserver and not let go at any cost.

There is little time to think about others, the Committees for the Defense of the Revolution had tried but today this institution is in serious crisis, people think only of themselves and don't give a damn about the rest of the barrio.
A situation that we know very well.
Every now and then some poor lady knocks on the door of the house of my reference family, with a child in her arms begging for a plato fuerte.
A couple of times a hand was given but then, everyone has their own problems, the lady was shown the adjacent headquarters of the Partido as the place where to go to express their problems and look for a solution.

Socialism should put "We" in front of everything but how do you do it today, when you don't know what you'll be able to put on the table, to think about the well-being of others?
Those who have economic resources either don't care or try to do something, several mipymes after Hurricane Oscar donated basic necessities to the populations of the Guantanamo area hit by the scourge.
But this is not socialism, it's solidarity, a bit like what happens in our country when we suffer earthquakes or tsunamis.

Making Socialism coexist with the market economy is a big problem.
The state forces sellers to regulate the prices of some products but then in the tiendas in MLC it is the first to not follow its instructions, the same ones it gives to the sellers.
The excuse is that in cadeca the dollar is at 125...
If Cuba manages to maintain something Social, avoiding throwing out the baby with the dirty water, then there could be a future that will demonstrate that another path is possible as an alternative to wild liberalism.
Otherwise, I fear, very little will remain of the Revolution.