Mourinho, il prestigiatore

in Italy2 years ago

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José Mourinho, foto da Steindy (talk) 21:38, 28 November 2009 (UTC), CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

IL SACRIFICIO DELLE PRIME PEDINE

Succede che, a dispetto di ottime campagna acquisti, e dei soliti proclami iniziali, alcune tra le nostre squadre stiano vivendo un inizio di stagione piuttosto complicato. L'esempio più lampante di questa poco raccomandabile situazione è certamente legato a Massimiliano Allegri, che con la sua Juventus sta provando a rialzare la testa dopo due mesi orribili, che lo hanno portato lontano dalla vetta della classifica in Serie A e fuori dalla Champions League già alla fase a gironi.

Anche Simone Inzaghi, guida tecnica dell'Inter, non se la passa troppo bene, avendo collezionato cinque sconfitte in campionato in altrettanti big match, pur con una qualificazione europea agli ottavi di finale brillantemente raggiunta, per non parlare di Stefano Pioli, il cui rallentamento delle ultime settimane sta già facendo storcere il naso a molti tifosi della squadra campione d'Italia.

Tutti e tre, seppur con modalità ed intensità diverse a seconda delle rispettive "mancanze", hanno subito mesi di attacchi da parte della critica, che li ha definiti spesso, a torto o a ragione inadatti, sorpassati, confusionari e chi più ne ha più ne metta.

Eppure, dopo un semplice sguardo alla classifica attuale del campionato, salta subito all'occhio come, a parte l'imprendibile Napoli di questo inizio stagione, tutte e tre le formazioni citate si ritrovino bene o male nelle posizioni più alte della classifica: il Milan occupa saldamente la seconda piazza in solitaria, ad otto lunghezze dalla prima della classe, i cugini nerazzurri seguono al terzo posto e, in caso di vittoria nel match odierno, la tanto tartassata squadra di Allegri potrebbe addirittura inserirsi in solitaria alle spalle dei campioni d'Italia.

Al sesto posto invece, che potrebbe pertanto trasformarsi presto in un abituale settimo, troviamo l'uomo considerato dalla stampa sportiva italiana e da quella metà del Paese che lo descrive come un paladino della Forza, una sorta di guru intoccabile del pallone, quel José Mourinho reduce da anni di esoneri e fallimenti in giro per l'Europa.

Dopo aver superato da secondo, ma solo nei minuti finali e grazie a due calci di rigore piuttosto discutibili, il proprio girone di Europa League ai danni del modesto Ludogorets, Mourinho ha continuato con la sua Roma un trend piuttosto negativo, che lo aveva visto già perdere in campionato con Napoli e Lazio, racimolando appena un punto in quel di Sassuolo.

Ma se l'allenatore portoghese non può più ormai da un pezzo considerarsi un mago della panchina, da un punto di vista della comunicazione e della strategia utile a spostare l'attenzione dai veri problemi, rimane sempre il numero uno. E così, di fronte ad una squadra apparsa sulle gambe, e che sta scivolando sempre più indietro in graduatoria dopo il brillante inizio, ecco l'ennesima boutade, che questa volta coinvolge un giocatore della rosa, bersagliato da un accusa grave come quella del tradimento.

Pur senza mai nominarlo direttamente, Mourinho ha infatti eletto a capro espiatorio di tutte le colpe di una prestazione deludente, gettandolo in pasto ai leoni, il difensore olandese Rick Karsdorp, reo a suo dire di un comportamento poco professionale.

L'esterno giallorosso avrebbe indispettito il tecnico per la lentezza con la quale ha svolto le operazioni di riscaldamento, per la mancata esultanza al goal di Abraham e per la disattenzione in copertura, in occasione del goal del pareggio della squadra emiliana.

Accuse gravi, di scarsa professionalità, utili nella strategia dello Special Was per spostare l'attenzione dalle sue responsabilità su una stagione che si preannunciava da protagonisti, ma che sta ricalcando sempre di più quella precedente, con la differenza che gli avversari europei questa volta saranno di livello decisamente superiore.

Chi ha assistito alla partita ha potuto constatare in realtà diverse cose, volutamente messe da parte da Mourinho: la Roma ha giocato a Sassuolo una gara totalmente abulica e, in occasione del goal subito, Karsdorp si è rivelato solo uno degli attori di una scarsa attenzione difensiva, le cui responsabilità maggiori vanno probabilmente addossate a Mancini e Smalling.

Da abile giocatore di scacchi, Mourinho sta cercando di sacrificare le pedine, per difendere la propria postazione, ma non ha calcolato che, al momento dello scacco matto, a non potersi più muovere tocca proprio al re.

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mourinho. un gran entrenador tiene un principio fuerte, me gusta su estilo,,

Sin duda fue un gran entrenador, pero ahora es mucho mejor fuera del campo que dentro 😉