Qualcuno inizia a farsi domande...

in Italy2 years ago

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Foto di Foto di Kevin Ramirez da Pixabay - Free to use

E SE DOMANI TOCCASSE AD UN ALTRO?

A parte la solita fetta di irriducibili, capeggiata da pseudo-giornalisti e presunti VIP arruffapopoli, da sempre avvezzi a scambiare il calcio per una guerra personale, è importante notare come una parte non indifferente dell'opinione pubblica non juventina, si sia lasciata andare ad un moto di stupore per la sentenza emessa nella giornata di venerdì da parte della Corte Federale d'Appello sul caso delle plusvalenze.

La penalizzazione con cui i giudici hanno appesantito di quindici punti la classifica bianconera (superando di gran lunga persino la richiesta dell'accusa, ferma a nove) è sembrata a molti spropositata, quando non del tutto fuori luogo, per via di numerose storture giuridiche, impossibili da non notare volendo affrontare con serenità e obiettività la questione.

Opinionisti, professionisti e semplici tifosi di altre squadre, si sono domandati in che modo sia possibile giudicare colpevole una società di un reato dichiarato inesistente soltanto alcuni mesi fa proprio dagli stessi giudici, ma soprattutto perché la nuova interpretazione sia valsa soltanto per una delle nove imputate, mentre per le altre la non punibilità è stata confermato esattamente nella stessa maniera.

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L'Alllianz Stadium di Torino, foto da forzaq8 from kuwait, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

E ancora: come sarebbero stati calcolati i quindici punti di penalizzazione, dato che non esiste nel codice di giustizia sportiva il "reato" di plusvalenza? Si è parlato, arrampicandosi sui vetri per giustificare questo evidente obbrobrio giuridico, di fantomatico "sistema", un metodo non punibile se usato per la singola operazione, ma, se ripetuto, capace di sfociare nel campo della slealtà sportiva.

Insomma, una bestialità ancora più grande, dato che zero, moltiplicato per uno o per mille, dà come risultato sempre sé stesso. Qualcuno si è spinto ad un paragone che ho trovato perfettamente calzante: fumare una sigaretta è qualcosa di poco raccomandabile, ma di certo non un reato.

Ora immaginate che ad un certo punto arrivi un procuratore, che odia il fumo (o magari che ha ricevuto l'ordine di farvi le scarpe) e che si decida a perseguire chi ne fa ricorso: arresta voi e i vostri amici tabagisti, con i quali avete scambiato delle sigarette, ma loro vengono rilasciati, mentre voi finite dietro le sbarre, perché addosso avevate più pacchetti.

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La Juventus del 1934, vincitrice del quinto scudetto. Public domain image

Sembrerebbe sia andata più o meno così, a meno che, come già ribadito ieri, la motivazioni dei giudici non mettano nero su bianco prove inconfutabili, elementi nuovi, al momento sconosciuti, e che in quel caso farebbero alzare le braccia al cielo in segno di resa persino a chi vi scrive. Da come la vedo io, per divertirsi davvero, lo spirito sportivo deve sempre stare alla base di tutto: in fondo, nella peggiore delle ipotesi, dovrei solo trovare un altro argomento sul quale sfogare la mia quotidiana ironia, e con i tempi che corrono, sto già riscaldando qualche filone di riserva.

Tornando seri, il timore di molti è che per forzare a tutti i costi la costruzione di questo castello di cartapesta, ci si sia basati solo sulle intercettazioni telefoniche, peraltro, come fatto notare dall'avvocato Cataldo Intrieri (di fede milanista) in un illuminante articolo sul sito Linkiesta, non confermate da alcuna perizia, né bilanciate dall'interrogatorio dei protagonisti.

Per inciso, parliamo di chiacchiere snocciolate non tra dirigenti di club diversi, nelle quali ci si mette d'accordo sulle valutazioni gonfiate, ma tra dipendenti della Juventus stessa, che avrebbero anche potuto millantare azioni da gangster per farsi belli alle orecchie del proprio interlocutore (avessi un soldo ogni volta che ho sparato qualche panzana al telefono con gli amici, oggi sarei ricco).

Il pasticcio potrebbe, secondo le ultime indiscrezioni, presto arrivare addirittura all'Alta Corte di Diritto Europea: alcune di dette plusvalenze sono state compiute attraverso scambi di giocatori con squadre militanti in altri campionati del Vecchio Continente, e lì non considerate reato, né sportivo né finanziario, da nessun organo di giustizia. Questo significherebbe una indebita limitazione alla libera concorrenza, dato che solo al club italiano verrebbe impedito di ricorrervi per limare il bilancio.

Già, limare, non truccare o aggiustare, dato che le plusvalenze contestate inciderebbero soltanto per poco più del 3% sui ricavi globali. Insomma, come i più attenti hanno compreso (persino Antonio Cassano sulla Bobo TV), un precedente di giustizia sommaria davvero pericoloso, e non tanto per l'ulteriore svilimento della reputazione del calcio italiano, che alla prossima asta dei diritti TV, c'è da giurarci, varrà ancora di meno, ma perché cancellerebbe con un colpo di spugna i principi del garantismo.

Forse la Juventus riavrà i suoi punti dopo il prossimo passaggio al CONI, o come già inizia a vociferare qualche ingordo di sangue, verrà ulteriormente penalizzata per la manovra stipendi, retrocessa o addirittura radiata, magari per volere di qualche potere forte del pallone al quale la storia della Super League proprio non è andata giù.

Qualcuno allora gioirà, vedendo concretizzarsi il più grande tra i suoi sogni, almeno fin quando, un giorno, si accorgerà di aver perso l'unico (calcisticamente parlando, almeno si spera) motivo per alzarsi dal letto. O peggio, di essere diventato lui stesso il nuovo nemico pubblico.

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Milano, murales relativo al sermone del pastore Martin Niemöller, public domain image

Chiudo con un bellissimo sermone del pastore Martin Niemöller. E che sia chiaro, non ha nulla a che vedere con quanto detto fin ora.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, ma non c'era rimasto nessuno a protestare.

Alla prossima!

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Image created on www.canva.com website, free of copyright

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Da quanto ho ascoltato per ora è stata penalizzata solo la Juve perché si è mossa la procura di Torino e non le altre procure. Il danno procurato dalla Juve, essendo quotata in borsa, è fatto anche alle persone che ci investono. I 15 punti probabilmente sono decisi insieme alla UEFA per escluderla dalle coppe l'anno prossimo (cosa che non credo avverrà lo stesso).
Detto questo se la dirigenza se ne è andata per tempo, se è stata indagata, se sono arrivati i punti in meno...non credo sia un complotto contro la "povera" vecchia signora..credo sia giunto il momento che il calcio sia trasparente per tutte le squadre, gli strumenti tecnologici ci sono credo. Bisogna solo avere il coraggio di buttare giù un sistema corrotto

Se i 15 punti fossero stati concordati con l'UEFA come tu sostieni e come credono in molti, me compreso, sostanzialmente per far pagare al club la storia della SuperLeague e non ricavando la sanzione dal codice di giustizia sportiva, sarebbe gravissimo, perché significherebbe giustizia sommaria. Resta da capire come si potrebbero definire due o più soggetti che si mettono d'accordo per arrecare un danno ad un altro... Non so se complotto sia la parola giusta, ma temo possa andarci vicino.
Con questo non intendo dire che la Juve non abbia fatto plusvalenze gonfiate, sicuramente le ha fatte come tutte le altre squadre, forse di più, forse di meno di Inter e Milan nel 2004, forse non in maniera così sfacciata come Casadei al Chelsea per 20 milioni o forse ancora peggio, chi se ne frega.
Le squadre le hanno fatte perché, per quanto pratica border line, non è mai stata vista dalla giustizia sportiva come qualcosa di illecito.
Sul resto hai fatto un po' di confusione sull'inchiesta penale per il falso in bilancio e il processo sportivo. La dirigenza si è dimessa in blocco per il primo motivo. Se sarà colpevole lo dovrà accertare il processo, ma naturalmente la parola fine l'avremo tra un due o tre anni.
Concordo sul fare pulizia, ma qui la sensazione è che, come nel 2006, paghi sempre uno per salvare gli altri.

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