The Special Lucky

A scanso di equivoci, e perché non si scambi per partigianeria nuda e cruda il contenuto di questo post, prima di entrare nel vivo della questione ribadirò ancora una volta alcuni concetti chiave del mio pensiero.

In questa prima fase di coppe europee, l'ipotetica palma di miglior squadra italiana deve essere assegnata senza dubbio allo splendido Napoli di Spalletti, capace di chiudere al primo posto un girone sulla carta complicatissimo grazie ad un gioco spettacolare che non ha nulla da invidiare a quello delle migliori realtà internazionali.

Il 4-1 rifilato al Liverpool durante al gara d'esordio stagionale (ma anche al ritorno, pur perdendo, gli azzurri non hanno demeritato) e le goleade con le quali i partenopei si sono sbarazzati degli altri avversari, annichilendoli sotto ogni punto di vista, resteranno con buona probabilità a lungo nella mente dei tifosi, già in qualche modo pronti a celebrare la seconda vera epopea della propria storia, dopo quella targata Diego Armando Maradona.

_{Simone Inzaghi, foto da Meisam esmaily, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons}

La piazza d'onore, in questa particolare classifica di merito, spetta di diritto all'Inter di Simone Inzaghi, abilissimo a trascinare la sua squadra fuori da un periodo fortemente negativo e a condurla per mano alla qualificazione agli ottavi di finale della Champions League, dopo aver battuto in casa il Barcellona ed essersi andato a prendere con forza e coraggio il secondo posto nella gara di ritorno del Camp Nou.

Anche i campioni d'Italia del Milan, pur al netto delle due batoste ricevute dal Chelsea, sono riusciti a blindare tutto sommato agevolmente il secondo posto, in un girone sulla carta non troppo impegnativo ma che poteva presentare qualche trappola per via della buona partenza della Dinamo Zagabria, mentre alcuni passi falsi inaspettati costringeranno la Fiorentina a passare dal purgatorio dei play-off contro una delle retrocesse dall'Europa League, per proseguire la propria avventura in Conference.

Ma se tra Juventus e Lazio diventa dura scegliere quella tra le due che ha peggio figurato in questa prima parte di stagione europea, esiste una realtà ingiudicabile, immune da sempre a qualsiasi critica, nonostante un secondo posto acciuffato per i capelli, nell'ultima mezz'ora dell'ultima partita, in un girone che non comprendeva certo grandi nomi del panorama continentale.

La Roma di José Mourinho ha avuto bisogno infatti dell'ultima gara casalinga del proprio raggruppamento per mettersi alle spalle una modesta entità come quella del Ludogorets. Dopo aver perso la gara d'andata in Bulgaria ed aver raccolto solo un punto dal doppio confronto con il Betis infatti, ai giallorossi ieri sera restava soltanto l'opzione della vittoria per raggiungere almeno il secondo posto, e giocarsi la prosecuzione nel torneo attraverso i play-off di febbraio.

Che si tratti protezione celeste (e in questo caso, buon per lui) o di semplice fortuna, la buona stella del tecnico portoghese ha deciso di nuovo di metterci lo zampino: colui che viene definito lo Special One era infatti, insieme alla sua squadra, di fatto eliminato dal torneo a mezz'ora dalla fine, quando il generosissimo arbitro montenegrino Dabanovic ha deciso di concedere due calci di rigore non proprio lampanti ai padroni di casa e così di fargli ribaltare l'iniziale vantaggio ospite.

Ma non solo, perché lo stesso direttore di gara, coadiuvato dai colleghi al VAR, si è reso ulteriormente protagonista quando sul finale di gara ha annullato il goal del pareggio dei bulgari per una sbracciata del brasiliano Rick su Ibanez nelle fasi iniziali dell'azione.

Mourinho l'eroe, a dispetto del deludente percorso europeo, è diventato così ancora una volta sulla stampa italiana che tanto lo adora, l'uomo dell'impresa. A parti invertite, naturalmente, il tecnico portoghese avrebbe dato di matto in campo, accusato mezzo mondo calcistico e richiamato un complotto ordito dalla Juventus (anche se non c'entra nulla, da vecchia volpe ha ben compreso quali tasti toccare per mantenere alta la propria popolarità).

E la cosa più bella è che gli stessi giornali che oggi lo esaltano, gli avrebbero dato ragione.

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