Toh, il "Palazzo" riporta la Supercoppa a San Siro (posticipando "casualmente" Juve-Napoli) [#Steemexclusive]

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Diciamoci la verità, checché ne dica il buon Aurelio De Laurentiis, che esprime le sue lamentele sul tema con precisione svizzera, non esiste più il "Palazzo" di una volta. Intendiamoci, a fasi alterne questa figura mitologica svolge ancora il suo compito, come quando permette a quella solita squadra arrogante di pareggiare un big match grazie ad un calcio di rigore fischiato al penultimo minuto (che fosse sacrosanto poco importa, il VAR deve esistere solo per rimarcare le nefandezze bianconere), ma per lo più si tratta di un'immagine in declino ormai da tempo.

Il "Palazzo" di oggi è una creatura dall'aria moribonda e confusa, che non sa più nemmeno dove colpire per mantenersi in vita. Capita così che i suoi governanti, invece che svolgere il compito per cui sono stati creati, finiscano per fare rigiocare una partita dopo la mancata presentazione arbitraria dell'altra squadra, o per ridurre ad un buffetto le penalizzazioni di altre società che hanno giochicchiato con i tamponi dei propri giocatori.

Non conosco le identità segretissime chi tira le fila, lassù al "Palazzo", ma una cosa è certa: è ora che qualcuno ancora più in alto si occupi di cambiarne i vertici e di riportare il tutto sui binari che conoscevamo, quelli che hanno permesso a generazioni di tifosi di trincerarsi dietro alle più nobili ed evidenti tra le giustificazioni.

Non ci credete? Sentite l'ultima: il "Palazzo", creato con il preciso scopo di favorire solo ed unicamente la Juventus, in modo da garantirne le vittorie perpetue (del resto come spiegare altrimenti i continui fallimenti in Europa, contrapposti agli ultimi successi di Inter, Milan e Napoli?) ha stabilito che la prossima Supercoppa italiana, in programma tra Inter e Juventus, si disputerà a San Siro, nello stadio dei campioni d'Italia.

Niente di strano, direte voi, la Supercoppa è stata immaginata così fin dall'inizio, una sfida da disputarsi in casa dei campioni d'Italia. Tutto vero, peccato che questa regola abbia subito un'insolita sospensione negli ultimi nove anni, che guarda caso sono coincisi con altrettante vittorie del campionato da parte della Juventus. Dal 2012 ad oggi infatti, nemmeno un'edizione del terzo trofeo italiano per importanza si è disputata a Torino.

Beh, ma solo un pazzo avrebbe rifiutato i soldi proprosti dall'Arabia Saudita per ospitare l'evento, giusto? E per quelle edizioni per le quali non si è trovato un accordo con l'estero, come scegliere un altro stadio diverso dall'Olimpico di Roma, "quello del CONI"? Che poi, casualmente, l'impianto coincidesse anche con la casa dell'avversario dei bianconeri (facendoli giocare di fatto così sempre in trasferta), può inquadrarsi solo come un'incredibile coincidenza.

Quanti spettatori avrebbe richiamato poi l'evento d'estate in una città notoriamente svuotata come Torino? E qualora fosse stato programmato d'inverno, in che modo i poveri spettatori avrebbero resistito al freddo pungente del capoluogo piemontese? Volete mettere col clima di Milano, nota località di turismo invernale famosa per le sue temperature miti tutto l'anno?

Ma c'è di più. Quelli del Palazzo sono talmente fuori da ogni grazia che ad una prima analisi complottista (non la mia, sia chiaro) verrebbe quasi da pensare che la loro "protezione" stia clamorosamente deviando verso altri lidi: la partita, inizialmente in programma per il 22 dicembre, sarà spostata in maniera piuttosto incomprensibile il 5 gennaio, alla vigilia di un importante turno di campionato, cosa che costringerà a rinviare a data da destinarsi le due sfide delle protagoniste: Bologna-Inter e soprattutto Juventus-Napoli.

Ma tu guarda i casi della vita: proprio quello Juventus-Napoli per il quale Aurelio De Laurentiis aveva iniziato ad aprire la finestra di Overton di un possibile rinvio, a causa dell'assenza dei suoi giocatori (Osimhen, Koulibaly e Anguissa) impegnati in Coppa d'Africa. E che molte società (soprattutto la Juventus, ad esempio nella gara d'andata proprio contro il Napoli) subiscano la medesima sorte ad ogni impegno delle nazionali con i calciatori sudamericani, è un dettaglio che evidentemente appare di poco conto al "Palazzo".

Voglio chiudere con una proposta. Una delle mie passioni, oltre al calcio e allo sport in generale, è il Wrestling. Nella più famosa compagnia di lotta statunitense, la WWE, esiste uno show chiamato "Money in the bank", nel quale il vincitore dell'incontro principale ha il diritto di sfidare il campione del mondo in qualsiasi momento ritenga opportuno, anche dopo che quest'ultimo abbia appena sostenuto un altro match.

Sia chiaro, si tratta di uno show, e l'espediente serve apposta per far cambiare il possesso di una cintura assegnandola in modo poco onorevole ad un personaggio della schiera dei "cattivi", o per farla vincere a chi, in una lotta ad armi pari avrebbe poche chanche di prevalere. Ecco quindi la trovata: perché, nell'ottica di ravvivare un po' l'interesse della Serie A, non applicare un principio simile anche nel calcio?

All'atto della compilazione dei calendari, assegniamo due "Money in the bank" al Napoli, in occasione delle partite con la Juventus: si potranno giocare solo e soltanto quando farà comodo alla società partenopea, magari dopo un turno di Coppa degli avversari finito ai supplementari o in seguito ad un doppio allenamento pomeridiano dei calciatori bianconeri, con i big impegnati in Nazionale.

Lo chieda oggi, il mitico Aurelio, e in caso di eventuale incomprensibile risposta negativa faccia sentire la sua voce e torni ad aprire gli occhi ai tifosi, incolpando il "Palazzo" per i soliti favoritismi verso quel club arrogante.

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