Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

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Lavoro

A porre fine ai suoi tristi racconti ci pensarono gli altri componenti dei “Non siamo mica Vasco” che arrivarono alla spicciolata, ma tutti nel giro di pochi minuti. Ognuno di loro aveva la sua chiave, si capiva che per tutti quella era anche casa loro, una seconda casa, probabilmente ci si rifugiavano anche dopo una litigata con la moglie o per passare qualche ora in tranquillità o per fare compagnia a Marco.
Fui presentato a tutti, Renato arrivò per ultimo e ci rimase male nel trovarmi già a parlare e scherzare con il resto del gruppo.
Non ci fu bisogno nemmeno di dire che avevo accettato l’invito e dopo i convenevoli Renato mi mostrò quali canzoni facevano, mi diede gli spartiti e cominciai a provare con loro i pezzi più semplici.
Era un bel gruppo, affiatato, professionale, suonavano tutti molto molto bene e facevo fatica a sentirmi alla loro altezza, perché non conoscendo i pezzi mi mettevano in serie difficoltà.
Dopo aver provato e riprovato gli stessi due pezzi per una decina di volte, mi sentivo già più a mio agio, non capii se era il loro modo di lavorare, quello di affinare sempre i soliti pezzi, oppure se stavano facendo una sessione particolare di prove per farmi ambientare.
Alla fine Renato disse basta, che si poteva smettere per quella sera, mi diede una pacca sulla spalla e disse a tutti, con un grande sorriso: “Abbiamo trovato il nostro chitarrista, vero ragazzi?” Tutti quanti assentirono, si capiva che erano soddisfatti della mia prova e così uscii da quella casa come uno dei “Non siamo mica Vasco”.
“Come sei arrivato qui? Hai bisogno di un passaggio?” Renato aveva capito che comunque la mia vita era ancora parecchio incasinata e penso avesse anche dei seri dubbi sul fatto che avessi un posto dove andare a dormire.
Accettai il passaggio anche per dimostrare che, anche se non era forse un granché, comunque un posto dove andare a dormire ce l’avevo anche io.
Non avevamo fatto molto tardi e, con l’aiuto del passaggio di Renato, arrivai in tempo per non essere lasciato in mezzo alla strada.
Quando entrai nell’appartamento che faceva da albergo dei poveri, i posti erano quasi tutti occupati, qualcuno stava al mio posto solito sul materasso nell’angolo in fondo alla stanza, così dovetti sistemarmi in un posto centrale né riparato come quello dove mi ero messo nei giorni precedenti, né vicino alla porta.
Dopo pochi minuti crollai e mi addormentai come un sasso, stanco, anzi esausto, ma comunque con un barlume di speranza, che mi derivava dalla mia nuova carriera nel gruppo.
Mi svegliai di soprassalto, era notte fonda, sentii urla, grida dappertutto, feci fatica a capire cosa stava succedendo, intorno a me, quando riuscii ad aprire gli occhi e a capire qualcosa, vidi gente che correva, nel buio.
Mi ero svegliato perché qualcuno mi stava calpestando.

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...continua

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One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

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Job

To put an end to his sad tales we thought the other members of ""We are not Vasco"" who arrived in dribs and drabs, but all within a few minutes. Each of them had his own key, it was clear that for all of them this was also their home, a second home, they probably took refuge there even after a fight with their wife or to spend a few hours in peace or to keep Marco company.
I was introduced to everyone, Renato arrived last and was disappointed to find me already talking and joking with the rest of the group.
There was no need even to say that I had accepted the invitation and after the pleasantries Renato showed me which songs they were doing, gave me the scores and I began to rehearse the simpler pieces with them.
It was a good group, close-knit, professional, they all played very very well and I struggled to feel up to them, because not knowing the pieces they put me in serious difficulty.
After trying and trying the same two pieces for about ten times, I already felt more at ease, I didn't understand if it was their way of working, that of always refining the usual pieces, or if they were doing a particular rehearsal session to make me acclimatise.
In the end Renato said enough, that we could stop for that evening, he patted me on the back and said to everyone, with a big smile: ""We found our guitarist, right guys?"" Everyone agreed, it was clear that they were satisfied with my test and so I left that house as one of the ""We are not Vasco"".
“How did you get here? You need a ride?"" Renato realized that my life was still pretty messed up anyway and I think he also had serious doubts about whether I had anywhere to go to sleep.
I also accepted the move to show that, even if it wasn't that great, I still had a place to go to sleep.
We hadn't been very late and, with the help of Renato's passage, I arrived in time so as not to be left in the middle of the road.
When I entered the apartment that served as a poor man's hotel, the seats were almost all occupied, someone was in my usual place on the mattress in the back corner of the room, so I had to settle in a central and neither sheltered place like the one where I had placed myself. in the previous days, nor near the door.
After a few minutes I collapsed and fell asleep like a log, tired, indeed exhausted, but still with a glimmer of hope, which came from my new career in the group.
I woke up with a start, it was late at night, I heard screams, shouts everywhere, I struggled to understand what was happening around me, when I managed to open my eyes and understand something, I saw people running, in the dark.
I woke up because someone was stepping on me.

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......to be continued

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