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in Italyyesterday

Dalila la rossa, ovvero IL RETROCASA ALLO SCOPERTO CAP. XIV in diretta dalle CREPUSCOLARI STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO

In un tugurio polveroso poco lontano dall'ospedale cittadino...

-E sarebbe?- domandò Calogero Gargiulo a Marcantonio, che con aria spocchiosa stava mostrando un'immagine dal suo telefono.
-Gargiulo, proprio non ci arrivi?
Seppure fosse vero che Gargiulo non era mai stato esattamente una cima, Marcantonio di certo non lo superava quanto a intelletto. Ma una vita trascorsa negli stravizi alimentava la perversità delle sue idee.
-Con questa qui distruggiamo per sempre, anzi distruggerò, io, quell'arrampicatore sociale di Palladini.
Calogero Gargiulo rimase immobile, col suo solito sguardo inespressivo.
-Si, lo so che per te le stringhe dei linguaggi di programmazione sullo schermo di un desktop saranno sempre molto più attraenti della donna più bella del mondo, ma per una volta, prova a ragionare come un individuo normale- e Marcantonio diede in una risata sarcastica. Si fecero avanti Auricchio e Moffetta, due dei collaboratori di Gargiulo, per guardare la foto. Entrambi spalancarono occhi e bocca, restando col fiato sospeso. Avevano davanti l'immagine di una bellissima donna dalla lunga chioma rossa, splendidamente abbigliata in una tonalità di rosso, rosso, rosso che metteva ancor più in risalto il fiammante colore dei capelli. La foto sembrava scattata in una località marittima.

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Immagine che partecipa realizzata con Bing (Dalila del pelo rojo y vestido rojo), non senza le solite storie marchiate deficienza artificiale che spesse volte lamenta inconformità con andare a capire chissà quali standard, ovviamente non specificati, dunque rifiutandosi di generare l'immagine e quando ci sta, pure minacciando la sospensione dell'account😂😂😂😂

Seduto davanti al suo desktop, Cosimo Randazzo, uno dei collaboratori di Gargiulo, scosse il capo istintivamente. Per la verità, Randazzo stava soffrendo di una crisi di coscienza. Tra tutto il suo team, era l'unico proveniente dal basso, circostanza che a botta di millemila sotterfugi e altrettante menzogne aveva sempre tenuto nascosta sin dai tempi della secondaria. Cresciuto nei quartieri popolari dalla mamma vedova che per farlo studiare s'era finanche tolta il pane di bocca, Cosimo Randazzo aveva sempre invidiato i figli di papà come Marcantonio e Calogero Gargiulo. A insaputa dell'onestissima ed etica genitrice. Ma Randazzo comunque preferiva ingoiare il rospo dell'invidia al fine di essere ammesso tra le compagnie discutibili come quella in cui si trovava a tutt'allora. S'era fatto notare da Gargiulo ai tempi dell'università, dando a questi una grossa mano nelle materie in cui Calogero non capiva un'acca, vale a dire la maggior parte del corso. Nemmeno Randazzo era mai stato una cima: anch'egli contava un discreto numero di anni fuori corso e la differenza con gli altri tre del suo attuale team stava nel fatto che al posto delle frequenti bocciature che affliggevano Gargiulo, Auricchio e Moffetta, Cosimo era più che altro il classico studente da diciotto. Il voto più alto che aveva preso era stato un ventiquattro al terzo anno. I tre colleghi intuivano che Randazzo non poteva essere altri se non il figlio di proletari: sin dai tempi dell'università in cui l'avevano conosciuto non risultava iscritto a nessun club esclusivo, non giocava a golf nè a biliardo e non lo avevano mai visto accompagnarsi ad alcuno che contasse qualcosa in società. Per giunta lo avevano visto spesso assieme a Manfredi Palladini, valeva a dire il figlio di fruttivendoli di Piazza dello Stagno. Un umilissimo studente lavoratore che sgobbava nel peggior mercato rionale per sbarcare il lunario. Ma a dispetto di tanto, restava un alunno da trenta e lode mai finito una sola volta fuori corso, per quanto si sapesse che la facoltà di Ingegneria è incompatibile con la condizione di studente lavoratore senza cali di rendimento. E tanto quanto il mai abbastanza detestato brillante collega universitario, che pure Gargiulo e compagnia invidiavano anche per il suo aspetto che tanto attirava gli sguardi delle poche studentesse di una facoltà troppo tecnica, Cosimo Randazzo non era mai stato visto alle feste universitarie. Con la beata scusante che non ne aveva il tempo. Mai. Si, certamente. Dietro le spalle lo deridevano, ma fingevano di volergli bene perchè sapevano che il team senza di lui sarebbe presto passato dal fallimento alla catastrofe. Quel poco di programmazione di cui si occupavano, per quanto scrausa, dipendeva da Randazzo. Che avrebbe dovuto dirigere la sgangherata compagnia, ma in città alle soglie del quarto millennio si sapeva quale fosse l'andazzo. Cosimo, da parte sua, aveva creduto che frequentare Gargiulo, Auricchio e Moffetta e lavorando con loro avrebbe significato il riscatto sociale. Sia pure dovendo scendere a millemila compromessi etici. Sia pure qualora a Gargiulo fosse minimamente riuscito di programmare il capo supremo degli androidi Vittorio ai bei tempi in cui un lavoro vero l'avevano ancora, l'intera città avrebbe terminato di affondare nelle mani di un'amministrazione corrotta sino alle midolla. Ma ultimamente Cosimo Randazzo era divorato dal rimorso. Sua madre era deceduta nei sei mesi precedenti senza ch'egli avesse mai combinato chissà che di decente e lui si struggeva per il fatto che la povera donna l'aveva sempre creduto un figlio modello, onesto e al di sopra di vergognose antietiche condotte. Se la mamma avesse saputo con che razza di compagnia s'era associato, sarebbe nuovamente morta, stavolta di crepacuore. Cosimo Randazzo non voleva più seguitare a vivere tra macchinazioni a danno del suo prossimo, ma ancora non aveva trovato un buon pretesto per lasciare quel polveroso tugurio. Tuttavia volle tentare di dissuadere Marcantonio e colleghi dal losco piano che il primo stava proponendo e Randazzo aveva intuito prima ancora che il figlio del Presidente di facciata dell'industria di Vittorio entrasse nei dettagli.
-Pianeta Terra chiama Auricchio e Moffetta- stava intanto sguaiatamente ridendo Marcantonio. -Questa bellezza senza eguali non è per alcuno di voi. Almeno per ora. L'ho assunta come segretaria personale e l'ho piazzata in un bell'ufficio tutto suo giusto davanti al Consiglio di Amministrazione della fabbrica che dovrebbe essere e un giorno sarà mia. Un giorno non lontano, non appena Dalila avrà terminato con quell'arrivista di Manfredi Palladini.
-Si, ma...il mio...i nostri...- cominciò Gargiulo.
-Quanta fretta, mio caro Gargiulino! Ovviamente, una volta che avrò ripulito la fabbrica a dovere, il tuo team tornerà a occupare lo stesso posto dei bei tempi di mio padre. Soltanto che, capirete, mica vi verrà gratis. Poichè tu e il tuo team non avete concluso, ho dovuto provvedere personalmente, come vedete.
-Che vuoi dire?
-Rivolete i vostri posti al Cervello? Allora, dunque, i servizi di Dalila costano cari.
-Ehi, aspetta...
-No, aspetta lo dico io!
-Guarda che il maggior beneficiato sarai proprio tu, Marcantonio! La presidenza della fabbrica e magari pure la proprietà, saranno tue. Noi saremo solamente i tuoi ingegneri programmatori.
-E infatti sono io che ho sganciato il malloppo più consistente. Duecentomila come anticipo. Altri centomila glieli versate voi. In parti uguali o come meglio vi pare, non ne voglio sapere. Considerate che quel che avrete in mano, una volta messo in atto il mio piano, vale molto, molto di più di miserrimi centomila.
-Siccome Calogero sarà il nuovo capo divisione robotica, lui dovrebbe pagare più di noialtri- disse Auricchio. Gargiulo protestò, ma poichè Moffetta si trovava come al solito d'accordo con Auricchio, dovette cedere. Avrebbe versato allora quarantamila, mentre agli altri tre sarebbe toccato di pagare ventimila per ciascuno. Cosimo Randazzo doveva proprio uscirsene da tale follia. Ventimila? Vide d'improvviso pericolare la sua piccola riserva in bitcoin e ethereum, dato che ventimila in FIAT non erano mai stati neppure lontanamente alla portata del conto bancario suo o di quello della sua povera mamma, da abitante degli alloggi popolari sin dalla nascita. Ma era troppo orgoglioso per mettere a nudo la sua povertà, sia pure relativa. Davanti a tali soggetti, poi, perfino un uomo per nulla orgoglioso avrebbe fatto bene a tacere! La sua riserva in criptomonete doveva servire per le emergenze o meglio ancora per garantirsi la vecchiaia, qualora vi fosse arrivato. Ovviamente, a causa delle restrizioni imposte dall'Unione Europea in fatto di cripto, l'idea di Cosimo sarebbe stata quella del previo trasloco nelle Filippine. Ma ora stava sudando freddo, pur trattandosi di non far trapelare un'apice dei suoi timori. Per non parlare poi delle remore che da sei mesi lo assalivano.
-Se si tratta di quel che penso, non funzionerà- affermò Randazzo in tono il più possibile neutro, cercando di non far trapelare alcuna emozione.
-È arrivato l'uccellaccio del malaugurio- lo rimproverò Gargiulo.
-Ma pensateci bene...Dalila, si chiama?
-Mi sa che non l'hai guardata bene- disse Marcantonio. -Dai, figurati se non funziona. Impossibile. Dalila rianimerebbe pure i moribondi.
-Ma mi pare che Calogero...
-Se guardi Gargiulo non vai da nessuna parte- tornò a ridere sguaiatamente Marcantonio. -Al mondo o quantomeno facciamo in questa città, esistono gli uomini normali, alfa, beta o gamma che siano. E poi c'è Calogero Gargiulo. In quale categoria ti piazzi, Randazzo? Ma scommetto che se aveste Dalila innanzi a voi in carne e ossa, anzichè una banale foto, soccombereste pure pure tu e Calogero, garantito.
-Non è una segretaria vera, no...
-Ma va? Ma nel lussuoso ufficio di fronte al Consiglio di Amministrazione, dove Palladini deve spesso presenziare per forza, ci starà una favola e lui non potrà fare a meno di vederla in continuazione per motivi di lavoro. Anzi, direi proprio per pretesti di lavoro. E mi inventerò pure pranzi e cene di lavoro soltanto per i due piccioncini. Una volta che lo avrà sedotto e soggiogato, come la sua omonima del mestiere fece con Sansone migliaia di anni fa, anzichè privarlo dei capelli, gli ruberà pendrive, schede di memoria, dispositivi hardware criptografici e magari gli clonerà pure il cellulare. Con tanti dati a disposizione, il vostro team starà al tanto di tutti i suoi segreti informatici e robotici. Sarà la fine di quel maledetto, come fu la fine di Sansone.
-Se però hai letto bene la storia di Sansone, dovresti anche sapere che si trascino alla tomba con sè tremila filistei. Quindi occhio...
-Che melodrammatico sei! Noi siamo tecnologicamente molto più avanti dei filistei.
-...per non parlare del fatto che Palladini è religiosissimo. Lo è sempre stato, sin da quando l'ho conosciuto. Quindi non ci cascherà.
-Sansone era ebreo. Eppure c'era cascato con la cugina di Dalila.
-Sansone era afflitto da una debolezza che non sapeva gestire, ma ti assicuro che Palladini conosce questa storia molto meglio di te e di me assieme. Lui, al contrario di noi, la Bibbia la legge, mentre noi ci siamo limitati a vedere la storia di Sansone e Dalila in TV o al cinema. E poi Auricchio e Moffetta ultimamente l'hanno visto più volte in giro con una donna. Sempre la stessa. Quindi dev'essere fidanzato e non ho dubbi sul fatto che deve esserle fedele.
-Fedele? Da quando in qua essere fidanzato ha impedito a un uomo di questa città di distrarsi con una compagnia più avvenente della solita minestra? Quando poi la compagnia più avvenente è Dalila, soccomberebbe pure l'uomo più fedele di tutta la città.
Randazzo avrebbe voluto rispondere che Manfredi Palladini non si comportava affatto come l'uomo medio cittadino, ma con Marcantonio e Gargiulo, quest'ultimo ben disposto a portare avanti il turpe disegno, sarebbe stato fiato sprecato. Un'idea. Gli occorreva trovare rapidamente un'idea per sottrarsi all'infame obbligo di pagare i servizi di Dalila, indubbiamente una cortigiana di lusso come la sua omonima che fece a pezzi Sansone, che Marcantonio doveva conoscere bene per affidarle il compito di sedurre e distruggere Manfredi Palladini. Dirò che tutti i miei denari sono investiti a termine ben preciso e riscattarli prima del tempo mi farebbe incorrere in penali stratosferiche. O no, davanti a questi soggetti non servirà. Mi diranno che le penali valgono la pena della riassunzione in ditta come ingegnere nella divisione robotica. No, gli dirò che sono tutti vincolati in un piano pensionistico privato e quindi niente affatto mobilizzabili prima della quarta età. Mi daranno dello scemo per aver messo tutte le uova in un solo paniere, per giunta vincolati fino a un'epoca in cui potrei essere anche presumibilmente morto, ma chissenefrega. Per il momento, comunque, Randazzo tacque. Meglio stare prima a vedere l'evolversi della situazione. In ogni caso, senza quell'esborso si sarebbe giocato il ritorno all'antico posto di lavoro, ma poco gli importava. Cosimo già iniziava a pensare a quanto fosse ingiusto costruire la propria fortuna a spese altrui, a prezzo della rovina del suo prossimo. E sapeva che sua madre, qualora in vita, se avesse avuto contezza di quanto si stava macchinando in quei fatiscenti locali, gli avrebbe intimato di contattare il suo ex compagno di studi Manfredi Palladini e allertarlo del pericolo che correva. Ma gli mancò il coraggio. Tuttavia, per buona pace delle sue criptomonete, sia pure non altrettanto della sua coscienza, all'incirca un paio di settimane dopo la losca riunione, Dalila si presentò furente all'ufficio di Marcantonio. La sera avanti s'era svolta la famosa cena di lavoro che secondo il figlio del Presidente doveva culminare con la buona riuscita della sua macchinazione. E fino ad allora, sin da quando Marcantonio l'aveva sistemata nella ditta, Dalila aveva sfoderato tutte le sue armi per far cascare l'ingegner Palladini ai suoi piedi. Ma invano. Secondo quanto rapportato tra urla al suo socio in affari, non le era mai riuscito neppure di baciarlo.
-Perchè non mi hai detto subito che dovevo sedurre un frate gesuita?- sibilò la donna, che se avesse potuto, avrebbe fulminato e ridotto in cenere Marcantonio con un solo sguardo. -Non credo proprio che avrei accettato, in queste pessime condizioni. Non mi sono mai sentita così umiliata in tutta la mia vita! Il sermone che mi ha fatto! Pareva di stare in una cattedrale, pareva. A suo dire, dietro di me dovrebbero farsi presenti tutti i diavoli dell'inferno pronti a trascinarmi via!
Marcantonio avrebbe naturalmente voluto indietro i duecentomila versati a Dalila, ma la cortigiana di lusso ribadì che non ci pensava nemmeno e se li sarebbe invece tenuti a titolo di risarcimento danni. Non era affatto abituata a essere respinta, ma nel caso specifico il rifiuto le bruciava parecchio perchè si era sentita fortemente attratta dal Mister Universo dallo status che lo rendeva un ottimo partito per qualsiasi donna.
-Ma potresti forse perdere me come cliente...-balbettò il vizioso Marcantonio, comunque niente affatto propenso a dar seguito all'accenno di minaccia.
-Poco e niente m'importa. Con quel che ho guadagnato finora e la tua generosa donazione, posso andarmene a vivere a Portofino e lì cercarmi un marito ricco, che poi è quel che davvero merita una donna come me! Addio per sempre, Marcantonio!
L'uomo si mise le mani nei capelli, non appena Dalila era corsa via dal suo ufficio. -Non può essere, non può essere...com'è possibile che quel pagliaccio smidollato di Randazzo avesse ragione? Non può essere...

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Immagine realizzata con Bing (hombre desesperado en su oficina manos en el pelo)

Condominio La Primula Rossa

I fratelli Elena e Fiorenzo Esposito sedevano nella saletta dell'appartamento di mamma Gigliola, che fungeva da camera da letto dei due, oltre che la stanza in cui la loro madre riceveva visite di parenti, amici e conoscenti. Ciascuno dei due teneva in mano una copia di STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO. Dato che si trovavano lontani dal reparto psichiatrico, in uno dei periodi in cui si godevano le dimissioni, nessun medico, infermiere, OSSS oppure OSS, pardón, nessuno dei _meccanici dell'officina Heinz&Soci avrebbe potuto sequestrargliela. Quanto alla loro madre, in quel momento era fuori per far la spesa al supermercato e quindi Elena e Fiorenzo si trovavano al riparo da qualsiasi scocciatura. Quantomeno fino al rientro della genitrice, ma una volta che ascoltassero il girare della chiave nella serratura della porta di ingresso, avrebbero fatto scomparire l'incriminata opera, sottraendola a sguardi indiscreti.
-Ma che imbranati, che deficienti- disse Elena, terminata la lettura del corrente capitolo del volumetto. -Se sapessero del mio metodo infallibile!
-Come dici, sorellona?
-Dico che esiste un metodo infallibile per distruggere Mister Universo. E pure la sua squinzietta. E io lo conosco.
-Sei sicura?
-Come le mie tasche. Fratellino, credo che approfitterò del nostro temporaneo congedo per presentarmi nei polverosi uffici di Gargiulo. Siccome Marcantonio non si sognerebbe mai di ricevere un cesso a pedali* come me nel suo ricoperto di velluto e di seta. Ma lo farà non appena sentirà dallo stesso Gargiulo di quel che gli posso offrire.
-E sarebbe?
Ma Elena non potè rispondere a suo fratello, dato che in quel momento sentirono il rumore della chiave che girava nella serratura della porta d'ingresso. La signora Gigliola era rientrata con la spesa del supermercato nel trolley. I due cacciarono immediatamente le incriminate copie dalla copertina grigia metallica in fondo a un cassetto e si finsero occupatissimi a giocare a un solitario in app nei loro cellulari...

Disclaimer: immagini create con bing.com (intelligenza artificiale) per seguire le regole del concorso Digitaly crea un'immagine (attraverso l'uso della IA). Quanto al testo, invece, è farina del mio sacco.

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Disclaimer in English: images created with bing.com (artificial intelligence) to follow the rules of the Digitaly competition create an image (through the use of AI). The text, on the other hand, is all my own work.

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Disclaimer en español: imágenes realizadas con bing.com (inteligencia artificial) para seguir las reglas del concurso Digitaly crear una imagen (mediante el uso de IA). En cambio, el texto es toda cosecha mía.

*Nel gergo incel, questa espressione significa racchia matricolata