Demolition man (1993) - Recensione - [Torre 21]
Regia: Marco Brambilla
Cast: Sylvester Stallone, Wesley Snipes, Sandra Bullock
“Demolition man” è un film dalle due facce.
Di sicuro ha le caratteristiche dell’action movie più classico, tra scazzottate, sparatorie ed inseguimenti ma allo stesso tempo sfrutta la sua ambientazione fantascientifica per sviluppare una forte vena satirica ed una comicità intelligente e riuscita.
Simon Phoenix (Wesley Snipes), un criminale molto violento e pericoloso riesce a fuggire dalla crioprigione nella quale è ibernato ritrovandosi in un mondo del futuro quasi magicamente ripulito che ha dimenticato disordini e delinquenza.
Mentre una voce nella sua testa gli indica un uomo da uccidere per portare a termine la propria missione, Phoenix si rende conto di essere in una specie di paradiso in cui poter essere l’unico predatore, al vertice della catena alimentare.
La polizia di San Angeles ( il nome della città in cui si svolge la vicenda) non è più preparata ad affrontare il pericolo di un uomo addestrato e senza alcuno scrupolo.
La risposta è quella di risvegliare l’acerrimo nemico di Simon Phoenix, ibernato a sua volta dopo essere riuscito a fermarlo.
Stallone è bravo nel delineare John Spartan, il suo “demolition man”: un ex poliziotto duro e risoluto ma sempre confuso dalle novità che si ritrova a fronteggiare nel 2032, dopo trentasei anni dalla sua ibernazione.
I botta e risposta verbali tra i due antagonisti sono figli di un’autoironia che non ne sminuisce il forte impatto machista tipico del genere action di quegli anni.
Le assurdità di un futuro perbenista e salutista rappresentano espedienti divertenti e aiutano a riflettere sul fatto che la perfezione non possa esistere per definizione, quando anche dovesse nascere e crescere spontaneamente, al contrario di quello che succede nella docile San Angeles.
Al di sotto della città si sviluppa infatti un altro agglomerato, di abitanti delle fogne, ancora legati a vecchie tradizioni e criminali per definizione prima ancora che terroristi alla ricerca della libertà perduta.
Così tra complotti, combattimenti, esperimenti di controllo mentale e false innovazioni si delinea un film divertente ed irriverente che prende in giro il nostro bisogno di ordine e tranquillità indicandocene le contraddizioni e le banalità.
La regia è di Marco Brambilla, italiano, che si cimenta ottimamente in una delle sue poche prove registiche e dà vita ad un film originale per come esprime le sue tematiche e per la visione di un mondo utopico tanto impregnato di ipocrisie da sembrare soltanto un siparietto programmato.
Ottima anche la prova del cast nei due protagonisti e nella simpatica e ben caratterizzata tenente Lenina Huxley ( Sandra Bullock) che fa da spalla a Stallone con la sua nostalgica ingenuità.
In sostanza “Demolition man” vale assolutamente la pena di essere visto e non solo dagli appassionati di fantascienza o dagli amanti dei film d’azione più orgogliosi, sapendo risultare piacevole anche per altre caratteristiche non secondarie.
Non stiamo parlando di un capolavoro ma sicuramente di una buona opera da non disdegnare e da riscoprire nell’ambito di una fantascienza sui generis.
Chi non lo guarda paga pegno.
Voto 7.5/10
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