Sagrada Familia

in #ita6 years ago

Con questa storia partecipo al theneverendingcontest n° 6 S1-P2-I1 di @spi-storychain.


La vedo.

È lei.

Posso scorgerla in lontananza, con le guglie che sovrastano l'intero panorama.

Sei bella anche da qui, piccola mia.

Me lo ricordo quel momento sai?
Non bastavano più le cene eleganti, i dibattiti filosofici, le serate a teatro, il fragore dei concerti e gli innumerevoli riconoscimenti.
Per quanto la vita pubblica mi avesse fatto diventare finalmente qualcuno, non era mai abbastanza. C'era sempre quella maledetta sensazione di vuoto che abitava dentro di me.

E allora decisi.

Decisi che era l'ora di dedicarmi completamente a lei.

Distrussi le forme troppo regolari, addolcii gli aspri spigoli della perfezione, frantumai tutto ciò che fosse costruito a tavolino e mi immersi nella natura.
Lo scrosciare dell'acqua tra le pietre, il sussurro delle chiome frondose degli alberi: tutto mi suggeriva che non c'era niente di più perfetto dello spettacolo a cui stavo assistendo. Era la mia fonte di ispirazione più elevata, era il mio unico Dio.

Me lo ricordo quel momento. Non avevo più niente, ma era tutto così chiaro.

E allora mi tuffai nella spasmodica ricerca della plasticità della natura, la stessa che mi faceva sentire, seppur per un attimo, libero da ogni pensiero.
Progettai minuziosamente ogni aspetto, architettai ogni dettaglio, volevo che tutto fosse meravigliosamente imperfetto come le sinuose curve della natura.
Passai le giornate dedicando anima e corpo a lei.
E poi, dopo tanto lavoro, le detti il nome.

"Il tempio dei sacrifici".

Perché era la mia ossessione, il mio culto, la missione spirituale più potente, il pozzo del mio sudore e del mio sangue.
La rivincita di una vita solitaria e irrequieta. Ma allo stesso tempo, la mia più grande catena.

Posso scorgerla in lontananza, dal ciglio della strada dove mi ha appena investito un tram.

Sei bella anche così, piccola mia.

Quanto vorrei aver avuto una vita diversa.

Non mi sono mai bastate le cene eleganti, i dibattiti filosofici, le serate a teatro, il fragore dei concerti e gli innumerevoli riconoscimenti.

Avrei tanto voluto una famiglia, una di quelle vere, dove regna la semplicità dei piccoli gesti.
Avrei tanto desiderato una figlia da poter crescere, coccolare, amare.

La stessa che adesso mi avrebbe potuto stringere la mano, mentre tutti fanno finta di non vedermi, tramortito in terra, ridotto in fin di vita. La stessa che mi avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene, che ce l'avrei fatta.

La vedo.

Immagine CC0 Creative Commons

sagrada-familia-1028933_960_720.jpg

Sei la figlia migliore che abbia mai avuto.

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Molto interessante. Una visione diversa dalle altre, interessante.

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Ti ringrazio! Ho volutamente omesso di citare chi fosse il protagonista, sperando che il lettore potesse capirlo da solo. È un esperimento, vedremo se funziona 🙂

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