La fotografia post mortem
Ufficialmente la fotografia nasce nel 1839 con la presentazione a Parigi della dagherrotipia il primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini.
Prima di allora il ritratto era l'unico modo per farsi immortalare, prerogativa delle classi più agiate o degli stessi artisti dati i costi elevati del lavoro prodotto.
Dopo la scoperta della fotografia nell'epoca Vittoriana, prese piede fino agli inizi del '900 una macabra e particolarmente artistica abitudine, quella della fotografia post mortem per catturare per sempre l'immagine del proprio defunto su carta. Quest' usanza potrebbe apparirci insana e di pessimo gusto ma al tempo non era così...I nostri antenati avevano un rapporto con la morte molto diverso dal nostro questa era più presente nella vita stessa di quanto lo sia oggi. Le famiglie erano numerose e la mortalità infantile o comunque in giovanissima età molto elevate e non c'era la consuetudine, a noi così affine, di riprodurre il nostro quotidiano attraverso la fotografia la quale all'epoca era praticamente semi sconosciuta e troppo costosa per questo si sceglievano funeste occasioni per farsi ritrarre col proprio estinto insieme agli altri familiari scelta questa che distingueva anche il ceto sociale.
La fotografia post mortem attraversò diverse fasi di sviluppo inizialmente rappresentavano i morti in una bara o in maniera naturale adagiati su divani o letti come se fossero addormentati adornati a volte con fiori secchi o crocefissi
in seguito vennero raffigurati in posizioni più realistiche con gli occhi aperti accanto ai loro cari o anche con l'aiuto di supporti (nascosti da tende o mobili) in piedi da soli per dare l'idea della vita ancora presente.
A volte i fotografi ricorrevano anche alla colla per mantenere i corpi in posizioni più naturali o per mettere loro in mano vari oggetti. Tristissime le numerose immagini di neonati fuggiti alla vita in braccio alle mamme e ai papà. Non era semplice ottenere una buona inquadratura dei soggetti perchè il tempo di posa era molto lungo fino a mezz'ora tempo in cui i parenti dovevano sostenere i loro estinti cosa per niente piacevole.
Argomento molto interessante e anche, devo ammettere, affascinante. Come ti sei avvicinata a questo momento particolare della storia della fotografia?
Non ne sapevo niente finchè non ho visto il film The Others che sicuramente conoscerai, in caso contrario non vorrei rovinarti la suspense quindi evito di raccontarti oltre...avevo già visto in passato nei cimiteri foto sulle lapidi di persone ritratte già defunte nel periodo a cavallo tra l' ottocento ed il novecento ma non avevo mai approfondito. Trovo l'argomento molto macabro ed allo stesso tempo affascinante anche se a dire il vero ho fatto fatica nello scrivere l'articolo e a dover vedere tutte quelle immagini...ci vuole un bel coraggio ma ho ritenuto utile condividerlo ;-)
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STOP
Ma nella foto delle due ragazze quale è la defunta? Mi si gela il sangue a pensarci
È molto difficile capire chi delle due ragazze sia morta, purtroppo però dopo che ne vedi molte di immagini e ti giuro che non è stato per niente facile per me, ci fai l'occhio e riesci a captare le posizioni innaturali come quella del braccio destro della ragazza in piedi facci caso è molto rigido ed è sospeso in realtà avevano dietro dei piedistalli che venivano usati per far mantenere la posizione seduta o in piedi ed evitare che il soggetto chinasse il capo. Venivano poi nascosti questi supporti ma in molte foto qualcosa si intravede. Da brivido!