Come già sottolineato la domanda è stato un fattore decisivo della crisi. Se si prende in considerazione l’Italia, questa viene inondata dall'accumulazione di capitale umano e capitale denaro nei secoli, forse anche oltre sei secoli.

La Spagna, viceversa, dopo la scoperta delle Indie e allo stesso tempo delle Americhe, dalle cui terre provengono dei nuovi prodotti importanti ancora oggi per la nostra economia, gusto e società, inizia ad importare oro e argento dal Perù e dal Messico.

Noi dall'oriente arabo abbiamo importato, essendo stati sempre a contatto con quest’area, prodotti a cui abbiamo dato sempre meno importanza. Certamente si tratta di qualcosa di stridente per noi soprattutto siciliani, non certo per i calabresi o i fiorentini, perché il mondo arabo che abbiamo avuto in Sicilia ha portato ovviamente gli agrumi, la canna da zucchero (all'epoca si ha il dolcino e le bevande col miele, poiché lo zucchero era qualcosa di raro).

Ebbene viene importata la produzione di canna da zucchero in Sicilia; si commerciava con l’Oriente anche la seta e si assistette all'importazione di allevamenti di baco da seta, con la conseguente produzione della stessa seta in Sicilia, in particolare a Messina. A questi si aggiunge anche il cotone, prodotto prima negli Stati Uniti e poi in Egitto; da qui la produzione venne esportata in Sicilia. Passa per la nostra isola anche la bussola, che poi viene inviata in altre parti d’Italia ecc.

Si tratta come si vede di prodotti proveniente dall’Oriente, ma dagli Stati Uniti cosa proviene? Patata, pomodoro, mais, prodotto essenziale, consumato soprattutto durante i periodi di povertà al nord Italia (ecco perché polentoni; noi anche con la crisi abbiamo sempre mangiato il pane di grano). Quest’ultimo prodotto ovviamente provocava delle malattie, come la pellacra, malattia che investe soprattutto la pelle.

Vi è quindi questa grande espansione nel mondo, in cui come detto la Spagna riceve oro e argento dalle proprie colonie americane che spende, però, enormemente in guerre. Un documento dell’epoca ci dice che l’oro della Spagna era come la grandine sui tetti, ossia scivola via. Infatti, l’oro spagnolo è servito essenzialmente alla crescita e allo sviluppo economico degli altri paesi d’Europa, nel senso che la domanda si rivolgeva all’estero. Perché?

Inizialmente l’arrivo di oro, e quindi il conseguente incremento della domanda, ha determinato una risposta da parte dell’offerta, cioè sono aumentati il numero di artigiani, i produttori anche negli altri settori e la produzione. Teniamo conto, però, che la Spagna ha un terreno per 2/3 piuttosto arido, poco fertile. Di conseguenza questo incremento della domanda determina necessariamente, prima che l’offerta si adegui, un aumento della produzione.

Il problema è che la crescita continua della domanda, anche in termini di armi da parte della corona, ovviamente non trova un adeguato sviluppo nell’offerta. Perché? Perché trova nel mercato delle strozzature, dette in termini economici, ossia una carenza di operai specializzati. In Spagna l’arrivo di così tanta ricchezza determina un aumento dell’istruzione, soprattutto classica, un aumento di preti, poeti, ma senza un tale incremento di operai, poiché i valori sociali ritenevano che l’artigiano anziché essere un elemento importante della società era considerato con un certo disprezzo.

Vi è quindi una crescita non sufficiente degli operai specializzati, creando così una strozzatura dal lato dell’offerta, cosicché la Spagna è costretta ad aumentare le proprie importazioni dall’estero. Quindi, anziché essere la domanda il volano, l’elemento sufficiente per determinare la crescita economica di un paese, è la domanda stessa che comporta un incremento delle importazioni. Cioè determina la crescita economica di altri paesi.

La struttura produttiva spagnola era, perciò, connotata da una carenza di capacità produttiva: si diceva allora, infatti, che la struttura produttiva richiedeva 5-6 anni prima di far fronte alla domanda. È chiaro che è difficile pensare, per esempio, che io attenda 5-6 per indossare un maglione di lana; la domanda si trasferisce, perciò, all’estero. In conclusione la Spagna non è in grado di sopperire ad una domanda crescente, proveniente dall’afflusso di ricchezza di oro e argento.

Ma vi è anche un problema di mentalità, che qualcuno paragona a quella di oggi del nostro mezzogiorno. In un documento di un personaggio spagnolo, infatti, si afferma: “in fondo, perché dobbiamo preoccuparci se la nostra struttura produttiva non si adegua? Le città italiane producono per noi, altri prodotti li possiamo comprare da Bruge, la lana si può comprare in Inghilterra. Cioè tutte le nazioni del mondo lavorano per la Spagna, mentre questa non lavora per nessuno”. Per gli spagnoli, tutto questo risultava essere motivo di orgoglio: “noi non siamo al servizio di nessuno e gli altri sono al servizio nostro”.

Quando, però, l’afflusso di oro dalle Americhe diminuisce in maniera notevole, si avvia una crisi economica anche per la Spagna. Così il tentativo di conquistare l’Europa con guerre guerreggiate (si noti che questo è stato il primo della storia, a cui si susseguirà quello di Luigi XIV e Napoleone) e di instaurare un impero come quello cinese fallisce. Ci si chiede da allora: dato che in Cina esiste un impero, esiste un continente indiano che vive in pace, perché lo sviluppo industriale non è nato in queste terre, così come tutte le scoperte di carattere produttivo che sono avvenute viceversa in Europa?

Probabilmente questi conflitti presenti in tutti i paesi d’Europa richiedono che in ogni paese vi sia una crescita economica, per poter ovviamente pagare gli eserciti e dotarli delle armi più innovative. Il papa, durante tale epoca, condannò e scomunicò chiunque usasse un elemento micidiale in guerra, la balestra, una sorta di arco rafforzato.

Ma fu nello stesso periodo che provenne dalla Cina (anche se non ancora saputa utilizzare, così come la carta) la polvere da sparo. Ebbene si è sviluppata l’artiglieria, che ha cambiato il tipo di guerra; non ci sarebbe stata certamente la conquista europea e la sottomissione dell’India, della Cina e dell’America latina, se non ci fossero stati i galeoni spagnoli.

Vi è stato, infatti, un incremento delle tecniche produttive anche nel campo delle costruzioni navali e, soprattutto, l’adozione dell’artiglieria all'interno delle navi: ovunque appariva in quell'epoca il galeone europeo (che aveva una portata enorme come quella delle navi genovesi), terrorizzava, proprio per la presenza dell’artiglieria sulla nave. Si trattava di un anticipo dell’ancor più micidiale mitragliatrice, ma l’esistenza di queste armi da fuoco, aveva già determinato una prevalenza definitiva dell’Occidente europeo sul resto del mondo.

Si assiste, così, ad una corsa all'invenzione di tecniche produttive in questo campo da parte dei vari paesi, per evitare di soccombere rispetto ad un altro paese. La ricchezza di un paese era, quindi, determinante per pagare gli eserciti: la Spagna, difatti, perde quasi tutto il proprio oro nel tentativo di riconquistare il Belgio e l’Olanda, tant'è vero che gli eserciti spagnoli si sono ammutinati in Belgio, durante la guerra, nella seconda metà del 500, proprio perché non si riusciva a far arrivare l’oro per pagare questi eserciti. Gli altri paesi, invece, come Francia e Olanda non avevano miniere d’oro, che se lo dovevano procurare perciò con l’incremento della capacità produttiva.

Questa situazione come influenza l’intera Europa? Come si muove la produttività? E i rendimenti? Come crescono gli altri paesi e, soprattutto con quali conseguenze?