Vuoi fare una startup nel settore health?

in #ita7 years ago

Questo post nasce da una riflessione fatta con un mio amico che mi ha chiesto questa mattina un parere su un'idea per una nuova startup.
Non è la prima volta che succede e se posso aiutare dando un contributo costruttivo lo faccio senza problemi. Sono anni che faccio fesserie e prendo porte e calci in faccia, ho ancora tanto da imparare, probabilmente non sarà mai abbastanza ma almeno gli errori di base so riconoscerli ed evitarli.
Il progetto in questione è un app in campo medico.
Nel bene o nel male dico sempre quello che penso ed anche questa volta non mi sono tirato indietro.
Sono stato sincero: di app banali come queste ne ho sentite almeno 100 e tutte quelle che conosco e fanno cose simili sono fallite dopo un pò.
L'errore di base non è stato credere troppo nella propria idea ma non informarsi su quello che ci sta fuori e soprattutto in che contesto ci troviamo.
Chi ha un azienda lo sa, il cashflow è tutto.
Infatti la prima regola da mettersi ben in mente è: CIMITYM - Cash Is More Important Than Your Mother

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Distruggere le idee degli altri è fin troppo semplice.. Rendere la conversazione costruttiva ed alla fine dare dei consigli utili è tutta un'altra storia.
Riassumo qui i miei punti di vista, considerazioni e consigli che ho dato al mio amico aspirante startupparo, magari possono essere utili a chi li leggerà.


Startup in medicina?

La mia personale visione non ha nulla a che vedere con l’ecosistema di app e prodotti che, seppur utili, intercettano bisogni limitati rispetto al Paese d'origine.

Quali startup in Italia?

Considerando che il nostro Paese ha una capacità d’investimento pro capite di soli 3$, 1/100 rispetto ad Israele, 1/60 della Svezia, 1/15 della Francia e 1/9 della Germania, mi viene difficile pensare che si possano distribuire fondi per progetti che hanno un impatto limitato (di per sé fattore che allontana dal significato di startup poichè «startup is a business that scale»).

Quindi?

Le startup alle quali è importante dare soldi (e tanti) in medicina sono quelle che hanno la capacità di utilizzare mezzi innovativi per rispondere a bisogni comunitari e sopperire alle risorse limitate del sistema (leggasi, studiare il mercato d’origine).

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[Immagine CC0 creative commons](Designed by Freepik)

Ad esempio?

Secondo il 18° Rapporto Oasi promosso da SDA Bocconi School of Management e Cergas: http://www.fsk.it/attach/Content/News/6427/o/20171207_1.pdf

la mancata assistenza è il vero tallone d’Achille del Sistema Sanitario Nazionale.

Basti pensare che:

  • le fonti pubbliche coprono il 95% della spesa ospedaliera, il 60% delle prestazioni ambulatoriali ed il 65% delle spese di assistenza di lungo termine nelle strutture residenziali.
  • ci sono solo 270mila posti letto rispetto a 2,8 milioni di non autosufficienti (meno del 10%).

Saper dare risposta in tempi “da startup” a queste problematiche, coadiuvare le risorse creative, economiche e tecnologiche ai veri problemi della sanità, questo è fare impresa ed è ciò di cui abbiamo bisogno.

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Ottimo post! Le tue osservazioni sono condivisibilissime. Il settore della sanità pubblica come hai ben sottolineato si è avvitato nel corso degli ultimi anni, senza entrare nella polemica della "malagestione" alcune risorse potrebbero essere utilizzate per finanziare progetti creativi ed allo stesso economici per far fronte a questo enorme gap che si è creato tra la richiesta e l'erogazione dei servizi sanitari. Apprezzabile ad esempio è l'esperienza del "Centro Medico Sant'Agostino" che offre prestazioni sanitarie in diverse specialità ai prezzi della sanità pubblica. Tempo fa mi balenò l'idea di impiantare un progetto simile, con qualche modifica.
Allego il link di un video nel caso tu non lo conoscessi:

L'idea è ottima ed è potenzialmente scalabile, basterebbe adottare lo stesso modello in altre strutture. Mi chiedo quanti manager, direttori sanitari e proprietari di cliniche private sarebbero disposti a cambiare.

La risposta è fin troppo scontata.... I giovani!!!!

Quindi: fare una accurate indagine di mercato per individuare quali siano le mancanze dello status quo e focalizzare le proprie attenzioni per startuppare laddove v'è una deficienza?

certo, trovi prima il problema e poi proponi la tua soluzione.. In tanti fanno il contrario cioè propongono direttamente la soluzione di un problema che in realtà non esiste o non è un vero problema. Per questo motivo prima di tutto ci sta una ricerca di mercato e la validazione delle tue ipotesi di business (per validazione intendo proprio andare da 100 possibili clienti, spiegare la tua idea e vedere se loro sarebbero interessati a pagare per la tua soluzione, se almeno 70 persone su 100 pagano allora puoi procedere, altrimenti o cambi qualcosa aiutandoti dai feedback ricevuti direttamente da loro oppure lasci perdere)

MOLTO INTERESSANTE!