Un discorso sul gender (e perchè è un'idea estrema e pericolosa).
“Non può esserci un Dio perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io.”
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Se uno si sofferma sulla cosiddetta teoria gender uno degli elementi che ad un osservatore non può passare inosservato è la rappresentazione favolistica sul piano della traiettoria delle idee. Ogni idea non nasce all'improvviso, non spunta come un filo d'erba ma è a sua volta il portato di idee precedentemente sedimentate. E invece quando i narratori di questa strana idea parlano presentano la cosa quasi come una "lieta novella". Un'idea dunque nata dal nulla, sbocciata all'improvviso e capace di liberale l'uomo (inteso come essere umano) da tutte le sofferenze, contraddizioni e tare che fanno parte del percorso di vita. Ma è davvero così? Questa idea taumaturgica, quasi profetica, è venuta all'improvviso per liberare l'umanità dal giogo delle costrizioni sociali e far diventare la vita un paradiso? Proviamo a ripercorrere all'indietro la traiettoria delle idee partendo dagli Studi di Genere.
L'idea sarebbe che l'identità di genere di ogni individuo è figlia di una costrizione sociale, una forma di oppressione che imprigionerebbe il mondo e l'umanità. Dunque niente identità cosiddetta "binaria" (maschio/femmina) ma un unico melange adatto per biologicamente maschi e per biologicamente femmine. Lasciamo perdere tutto l'aspetto inerente al fatto che questa visione scinde ciò che è inscindibile ed è indissolubilmente legato in unicum: corpo e psiche dell'essere umano. Il discorso ci porterebbe troppo lontano.
Ciò che dal nostro punto di vista conta è capire da dove nasce questa idea. Facile capire che il metodo è postmodernista e costruttivista. La verità (e la realtà, anche biologica) non esiste, tutto può essere decostruito e ricomposto per creare nuovi mondi, nuove visioni, nuove realtà, nuovi linguaggi (e non a caso infatti la teoria gender è connessa anche con un nuovo linguaggio cosiddetto "neutro"). Ecco, in nuce, tutta questa operazione è già stata fatta in potenza dai postmodernisti propriamente detti. Penso a Deleuze e a Guattari e al loro "Antiedipo".
Ma tornando ancora più indietro c'è qualche pensatore che influenzato e ispirato i postmodernisti? Ma certo che si. Corretto risalire almeno a due pensatori: Henri Bergson e soprattutto a George Bataille. Mi riferisco a tutto quel costrutto antropologico che tende - per usare parole loro - a distinguere tra l'ordine delle cose e l'ordine intimo (Bataille) e all'evoluzione creatrice di Bergson e alla sua distinzione tra ordine geometrico e unità interiore. Ecco, non mi dilungo troppo perchè ci vorrebbe un trattato ma il riferimento lo sto dando, poi chi è interessato ci riflette. L'importante che si capisca che il postmodernismo nasce dal pensiero di questi due pensatori.
Soffermiamoci però un attimo su George Bataille. Un pensatore fascista e nazista secondo Carlo Ginzburg ma anche secondo Walter Benjamin. Ma in fondo manco lui ha mai negato né di essere figlio di Nietzsche né di Giovanni Gentile. Anche qui il discorso sarebbe lungo e ci porterebbe lontanto lontano a quel fascismo e nazismo esoterico fatto di ordini monastici e di riti. Ma tant'è, vale il discorso di prima: chi vuole trova infinito materiale. L'importante è seguire la traiettoria delle idee per capire l'origine prima di questa strana teoria gender.
Ecco, Bataille studioso di Nietzsche. Già, appare sullo sfondo il Martellatore Pazzo. Il filosofo della Umwertung aller Werte, la trasvalutazione di tutti i valori. Il filosofo dello Spirito Dionisiaco che prepara l'avvento dell'Oltreuomo al di là del bene e del male.
E' da qui che ha origine tutto. Nessuno è sceso dalle stelle a portare la buona novella gender che libererà l'uomo dal giogo sociale. Questa idea ha padri ben definiti e un'origine abbastanza chiara. Un'origine di destra (per quanto sia esecrabile l'utilizzo di categorie così rozze), ma non certo quella destra liberale ma quella destra fanatica e pericolosa con venature trascendenti e iniziatiche da dove nasce il nazismo esoterico, quello delle SS, quello che voleva creare l'uomo nuovo, oltre il bene e il male. Quello delle Operazioni Lebensborn e che spiega così bene anche tante cose di oggi anche italiane (e non importa che gli autori non ne siano coscienti).
Viene da fare una piccola riflessione sulla sinistra totalmente acefala che abbraccia certe idee senza rendersi conto da dove e da chi abbiano origine. Dico solo che abbandonare Marx e Gramsci per buttarsi nel postmodernismo non è stato un grande affare.
Un'ultima nota: ovviamente il mio discorso vuole essere una piccola analisi sull'origine di una idea (o di una ideologia se preferite) e non un atto d'accusa contro chicchessia sulla base delle proprie inclinazioni personali o sul genere. Ma sicuramente una cosa mi pare scontata, meglio diffidare quando appare qualcuno che ti promette un mondo nuovo e paradisiaco grazie alla creazione di un'Umanità Nuova qualunque essa sia. In genere ti promettono il Paradiso e ti portano all'Inferno. Come a Bibbiano.
Su questo non ci piove e non posso che essere d'accordo al 200%.
Sul resto ho molte, direi moltissime, dissonanze.
Non sono in grado di verificare le informazioni fornite - non prenderla a male, ma oramai sono abituato così, mi piace per quanto possibile verificare ciò che mi viene indicato ed apprezzo moltissimo il fatto che hai dato dei riferimenti al riguardo - perché non ne ho le basi cognitive. Pur avendo molti interessi non rientra fra questi l'argomento. Non che non mi interessi, ma non mi interessa molto saper cosa ne pensasse tizio o caio. E' in generale il mio approccio a tutto ciò che è filosofico.
Il pensiero filosofico credo che ognuno dovrebbe imparare a sviluppare il proprio e appoggiarsi su quello degli altri non penso sia una buona base di partenza, perché tende a rendere influenzabili le persone.
Inoltre penso che esprimere i concetti della vita in maniera così complicata non sia corretto. Anzi a dire il vero tendo a diffidare da qualsiasi fonte tenda a esprimersi in maniera troppo complicata. Ciò mi deriva da quanto conosco di economia, classico esempio di materia considerata inopportunamente difficile. E' difficile solo perché la si vuol rendere tale. In genere proprio da chi fa le promesse contenute nel capoverso che ho riportato all'inizio e dichiarato di condividere.
Sull'argomento penso una cosa semplicissima: ognuno deve esser libero di vivere la propria vita privata a suo modo, come meglio preferisce, e nessuno ha diritto alcuno di interferire. Devo dire che gli antichi al riguardo erano molto più avanti di noi, forse perché avevano una filosofia molto meno complessa, seppur già sviluppata da esser completa.
Nessuno vieta di vivere la sua vita privata a modo suo. Tantomeno io.
Non parlavo di te, ma con te, dell'argomento del post.
Sul fatto che nessuno vieti non sono così sicuro però. Non mi sembra che ci sia molta libertà al riguardo in troppe parti di mondo. È anche vero che non condivido molte forme di propaganda per cambiare la situazione: spesso pesantemente ed inutilmente provocatorie e controproducenti. Il buon senso richiederebbe altro.
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