Selenya: L'ombra di Rak-Thul - Capitolo 8 - Parole e pergamene
Ciao a tutti! Dopo una pausa dovuta all'HF21, si ritorna al mondo di Selenya, nel regno di Rak-Thul. Nell'ultimo capitolo Vrynn e Mistrel hanno raggiunto il tempio come era accaduto nella famosa premonizione. Una grande struttura a forma romboidale si prospetta loro davanti. Cosa accadrà?
Buona lettura!
Selenya: L'ombra di Rak-Thul
Capitolo 8 - Parole e pergamene
La struttura rombica giaceva sospesa per aria, dando l’impressione di galleggiare sull’acqua. Non si vedevano aperture o porte di qualsiasi tipo, ma solo pareti azzurre con forme quadrilatere. Entrare nel tempio sembrava essere complicato o probabilmente impossibile. Anche Mistrel sembrava titubante sul da farsi. Io, ovviamente, mi sentivo come una comparsa inutile e di passaggio. “Senti, ma tu ci sei mai entrata?” Chiesi a una Mistrel pensierosa. “No, mai, ma sinceramente mi ricordavo di una porta.” Quindi un’entrata c’era, pensai. Però qualcosa era cambiato e l’apertura che ci avrebbe permesso di entrare, sparita.
Mi sedetti per terra, mentre la ragazza scrutava ovunque attorno alla struttura visibile.
Poi, senza dire niente, si avvicinò al bordo del ponte e mise la testa nell’acqua al di sotto del tempio. “Brbrobbavbta!” Parole senza senso sembravano provenire da Mistrel.
Mi rialzai in piedi, avvicinandomi. In quel mentre lei uscì con la testa dall’acqua.
“Trovata!” Sorrise, indicando in basso.
“L’ingresso è sott’acqua? Eppure il tempio non è a contatto con il lago.”
“Anche qui si tratta di magia, anche se non è opera delle sacerdotesse di Thul. Non sono arti magiche appartenenti a loro.”
“Ne so quanto prima… Cosa c’è là sotto? Una porta?”
“Beh, guarda con i tuoi occhi.” Dopo le sue parole dovetti ammettere a me stesso di essere curioso. Mi avvicinai al bordo del ponte e… Pluff…
Aprii gli occhi. L’acqua del lago era trasparente con una leggera tonalità azzurrina. Non si vedeva di certo il fondale, ma di sicuro si potevano notare grandi banchi di piccoli pesci e altre creature acquatiche. Davanti a me inizialmente non vidi nient'altro ma, appena abbassai il mio sguardo, apparve anche una struttura rombica identica a quella che conoscevamo. L'unica differenza era la presenza di un'apertura con una scala rivolta al contrario che usciva da essa. Sbucai fuori dall’acqua per respirare.
“Ho visto il tempio e la porta! Ma mi sembra tutto rivoltato là sotto.” Mistrel mi mise una mano sulla spalla. “É davvero bello sentirti dire cose sensate.” Mi punzecchiò come suo solito, ma ormai mi ero abituato.
“E quindi? Ora che si fa?” Le chiesi.
“Dobbiamo entrare in quella porta. Forza, buttati!” Senza se e senza ma, la strega si lanciò in acqua. Non sapendo che fare, lasciai lì sul ponte la mia borsa e mi tuffai, senza nemmeno togliermi i vestiti. Quando arrivai in acqua, Mistrel era già appesa alla scala.
La raggiunsi sgambettando un po’ ed infine ci infilammo nell’unica apertura.
Appena sbucati oltre, ci sentimmo un attimo sballottati, ma poi notammo subito che non eravamo più sott’acqua: c’era aria.
“Bamboccio, guarda ora oltre al passaggio.” Senza risponderle male guardai all’esterno.
Si poteva vedere il ponte e la scala che si congiungeva con esso. Oltre alla mia borsa, ovviamente. Inoltre, non eravamo bagnati per nulla. Né i vestiti, né i capelli.
Continuavo a non capire niente delle pratiche magiche di questo mondo, ma iniziavo a comprendere che pensarci su non aiutava più di tanto.
“Vieni a vedere qui, stupidone. Ho trovato qualcosa.” La raggiunsi oltre a una porta che emanava una luce azzurra e luminosa.
Nelle acque del lago needpix
Appena misi piede all’interno di quella sala notai che era enorme. Molto più grande di quello che traspariva da fuori. Ai bordi erano presenti una moltitudine di scaffali pieni di libri e contenitori con liquidi a me sconosciuti; il soffitto era angolato e trasparente con riflessi azzurri del lago, mentre, nel mezzo, c’era una grande ampolla con all’interno una sostanza grigio scura che vorticava in continuazione. “Tu riesci a capire perché siamo qui?” Domandai a Mistrel che intanto curiosava alcune pergamene su un tavolo vicino all’ampolla. “Boh. Un motivo ci sarà.” Mi rispose banalmente, facendomi innervosire. “Io sarei potuto andare via da Rak-Thul, sarei potuto andare dai miei vecchi amici di Treia e tu non sai nemmeno dirmi perché siamo qui?” Mistrel pulì i suoi occhiali e poi si voltò verso di me di scatto. “Vorrei ricordarti che non ti ho costretto a venire con me. É stata una tua scelta o sbaglio? E poi per tutto c’è una ragione. Stai zitto ora che non sei di certo d’aiuto.” Senza insultarmi mi mise a tacere facilmente.
Cominciai a girare per la sala finché non mi ritrovai a spulciare quei libri che sembravano antichissimi. All’interno c’erano scritte e segni per me incomprensibili, tranne per una raffigurazione che attirò la mia attenzione.
“Hey, Mistrel! Vieni qui. Ho trovato qualcosa.” La strega senza chiedermi nulla arrivò, prendendomi il libro di mano.
“Un disegno di un’ampolla, eh? Effettivamente sembra proprio quella qua davanti. Solo non capisco cosa sia quella roba nera che vortica là dentro.” Mistrel chiuse poi il libro e me lo lanciò in mano. Tornò poi a leggere quelle pergamene.
Dopo aver messo a suo posto il volume ed essermi guardato un po’ attorno notai anche un altro particolare. “Stavo notando che è pieno di pergamene bianche, senza scritte qui sul tavolo. E in quelle che sono scritte ci sono segnate parole a caso, per quello che ne capisco.” Anche questa volta attirai lo sguardo di Mistrel.
“Hai ragione… É pieno di pergamene senza senso. O meglio… Senza senso per noi. Forse erano solo prove o erano solo qualcosa create per confonderci. Ricordati della magia che occludeva l’entrata al tempio. Tutto ha una spiegazione.” Mi stava facendo venire mal di testa, ma non aveva tutti i torti. C’era una spiegazione; dovevamo solo trovarla.
Passarono le ore all’interno del tempio e il sonno si faceva sentire. Mistrel si mise a leggere libri su libri e io nel mentre… Beh… Mi addormentai, iniziando anche a sognare.
Mi vedevo anche io su quei libri che come per magia riuscivo a comprendere; poi, a un certo punto, mi rivolsi a Mistrel e le dissi: è inchiostro. Mi svegliai di scatto.
“Può essere inchiostro?” Parlai sbiascicando, facendo alzare in piedi la ragazza che si era anch’ella appisolata.
“Inchiostro! Sei un genio.” Un complimento ogni tanto non guastava mai.
La ragazza si avvicinò all’ampolla nella quale vorticava sempre quella sostanza nera, poi, improvvisamente, agguantò una pergamena bianca e si mise di fronte al contenitore circolare. L’ampolla iniziò a ribollire e come un tornado, il liquido divenne nero e iniziò a fuoriuscire dal suo interno iniziano a girovagare per la stanza. Per paura mi buttai sotto un tavolo, mentre Mistrel veniva totalmente avvolta da quelle macchie nere.
Serata imium megana deux trium.
Serata imium megana deux trium.
Serata imium megana deux trium.
Parole maschili si udivano intorno a Mistrel, finché non si udì anche la sua voce. “Smettila! Lasciami stare! Esci dalla mia testa.”
Un’esplosione d’inchiostro giunse su tutte le pareti. Vidi la ragazza ansimante e inginocchiata con in mano la pergamena. Scattai rapidamente verso lei.
“Stai bene? Cosa è successo?” Aveva gli occhi languidi come se avesse pianto.
“Una voce ha cercato di entrarmi nella mente, poi ho visto la sua ombra. Era un uomo con addosso una tonaca o almeno è quello che sembrava. Però poi sono riuscito a cacciarlo via dalla mia testa.” Mi sembrava preoccupata.
“Ma cosa volevano dire quelle parole? Anche io le ho sentite.”
“Le parole erano… Uccidi la figlia della dea. Anche io non so cosa significhi, ma sono comunque cascata nella trappola di questo individuo. Forse è stato lui a occultare l’entrata al tempio. Forse sapeva che saremmo stati noi a venire qui. Dopotutto non sono l’unica a saper fare premonizioni.” Ora mi sembrava anche spaventata.
“Dai, ora però sei riuscita a difenderti e poi… Guarda la pergamena…”
Sul foglio erano comparse delle parole, a primo impatto, senza senso.
La pergamena
“Non sembrano parole a caso. Sembrano parti integranti di frasi, ma davvero non riesco a capirne il significato. Comincio a pensare che c’entrino qualcosa con quell’ombra che ho visto nella mia mente.” Mistrel ritornò pensierosa. Mi avvicinai a lei, tirandola poi in piedi. “Lo hai detto tu prima, no? Tutto ha un senso. Forza, dobbiamo trovarlo.” In quel momento la ragazza mi abbracciò, facendomi arrossire. Mi sentii da subito in imbarazzo, ma la sua stretta non diminuiva. Aveva preso un bello spavento e forse in quel momento era l’unica cosa che la tranquillizzava. Non mi mossi di un centimetro finché Mistrel non mi spintonò poi via. “Certo che tu con le donne non ci sai fare per niente! Mentecatto! Bamboccione! Bamboccione mentecatto!” Sembrava adirata, ma almeno sembrava tornata in sé. “Scusami, non sono bravo con le ragazze. Comunque… Cosa facciamo adesso? Che ne pensi di tornare in superficie?” “Sì, usciamo di qui. Non abbiamo più l’esigenza di rimanere nel tempio. Ah! E questa, mettila poi nella tua borsa.” Mi rispose, mentre mi passava la misteriosa pergamena.
Uscimmo dal tempio scendendo dalle scale. Come prima cosa misi la pergamena a posto e poi iniziammo ad attraversare il ponte.
“Senti, ma se facessimo una scorta di provviste prima di andare?” Proposi a Mistrel.
“Buona idea. Trovare qualcosa di commestibile nel regno sta diventando complicato, meglio riempire un po’ il tuo bagaglio.” Per del buon cibo non facevo di certo problemi.
Ci avvicinammo al magazzino trovando però la porta socchiusa.
“Non mi ricordavo di aver lasciato aperta la porta. Sei stato tu?” La ragazza nel mentre spalancò l’entrata. Non feci in tempo a rispondere: da dietro i cubi d’acqua spuntò la testa di un tamburo.
Continua...
La luna viola di carolineschell
E tutto finisce con un incontro sicuramente poco simpatico. Riusciranno a non farsi vedere da lui o forse è troppo tardi? E poi cosa sono quelle parole sulla pergamena? Un nuovo mistero è all'orizzonte. Vediamo che accadrà! Ciao :)
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