Storia di un eroe dimenticato : Stanislav Petrov
Fin da piccoli, sui banchi di scuola, siamo stati abituati a studiare Storia secondo schemi scolasticamente prefissati.
E i personaggi storici, sebbene siano stati moltissimi, sono stati annoverati oltre che sui libri di scuola, in biografie, documentari e speciali televisivi.
Chi nel bene, chi nel male.
Eroi e distruttori di interi popoli.
Questa è la storia di un Eroe.
Un Eroe sconosciuto a cui dobbiamo la nostra esistenza e al quale non sono stati mai riconosciuti i dovuti meriti.
Questa è la storia di un uomo che ha salvato il mondo e oggi è il giorno giusto per ricordarlo e ringraziarlo.
Questa è la storia di un "cavallo di razza" che non ha seguito ciecamente le regole e che attraverso il suo libero arbitrio, ha sventato la catastrofe nucleare.
Questa è la storia di Stanislav Petrov
STANISLAV PETROV
Nasce a Vladivoskov, cittadina della ex unione sovietica, il 9 settembre 1939, proprio nel pieno dell'inizio della seconda guerra mondiale.
Nel 1983, in piena guerra fredda fra USA e URSS, Petrov è appartenente alla Forza Armata Vojska PVO, (preposta al ruolo di difesa dello spazio aereo sovietico), con il grado di Tenente colonnello.
In quegli anni, l'Unione sovietica, agli occhi del mondo intero e per merito della propaganda statunitense e del suo presidente Ronald Reagan, era considerata L' impero del Male.
Il 1° Settembre di quel 1983 avvenne un incidente nel quale i militari russi avevano attaccato ed abbattuto,per un madornale errore, un velivolo civile della Korean Air Lines Flight 007, scambiandolo per un oggetto non identificato presumibilmente proveniente dal territorio americano.
Gli Stati Uniti, dinanzi all'opinione pubblica mondiale, rafforzavano ancor di più l'immagine dei buoni, mentre i sovietici, come appena accennato, quella dei cattivi.
La tensione internazionale,naturalmente, era andata alle stelle.
L'ALLARME SVENTATO
Era la sera del 26 Settembre 1983, una sera come tante presso il bunker Serpuchov 15 nel quale si tenevano i turni di guardia attraverso il sistema satellitare predisposto dal governo sovietico, al fine di controllare eventuali attacchi missilistici provenienti dalla terra nemica.
Il compito dei militari di guardia era quello di sorvegliare eventuali attacchi e ,nel caso di allarme, premere un pulsante e diramare un messaggio che avrebbe recitato qualcosa del tipo "Allarme,missili americani in arrivo entro XX minuti" il quale avrebbe causato un pesante contro-attacco su larga scala nei confronti degli Stati Uniti d'America, secondo il famigerato piano che prevedeva la distruzione mutua assicurata.
Stanislav Petrov si trovo', proprio quella sera, a dover sostituire un militare professionista e sorvegliare il sistema satellitare.
Erano esattamente le 00,14 quando sul monitor del radar satellitare apparve qualcosa di strano.
Qualcosa che somigliava al temutissimo attacco missilistico: un missile, lanciato dalla base statunitense di Montana avrebbe raggiunto il territorio sovietico nel raggio di soli trenta minuti.
Lo stesso Petrov, racconto' moltissimi anni più avanti quell'episodio:
"Si accese una luce rossa, segno che un missile era partito. Tutti si girarono verso di me, aspettando un ordine. Io ero come paralizzato, dapprincipio. Ci mettemmo subito a controllare l’operatività del sistema, ventinove livelli in tutto"
Dopo pochi minuti, si accesero altre luci rosse, altri allarmi, quindi altri presunti missili in arrivo.
"Nessun dubbio, il sistema diceva che erano in corso lanci multipli dalla stessa base.Una nostra comunicazione avrebbe dato ai vertici del paese al massimo 12 minuti. Poi sarebbe stato troppo tardi"
Petrov ebbe come la sensazione di essersi trovato davanti ad un falso allarme e lo aveva riconosciuto.
Indagini successive confermarono il mal funzionamento del satellite che aveva dato l’allarme.
La prima allerta parlava di un missile,poi a seguire altri cinque.
Nella stessa intervista Petrov aveva dichiarato di essere rimasto per un attimo pietrificato dal terrore, per poi realizzare che gli Stati Uniti, in caso di attacco, non lo avrebbero fatto con cosi poche unità missilistiche.
Petrov mantenne quindi il sangue freddo e si fidò del suo istinto giungendo alla conclusione che l'utilizzo di soli cinque missili sarebbe stato inverosimile per un attacco cosi importante da parte degli Stati Uniti.
Attacco peraltro, che avrebbe causato l'olocausto nucleare e la distruzione dell'intero pianeta.
E il buon Petrov ci vide lungo e chiaro: il sistema satellitare OKO fu ingannato da una combinazioni di forti riflessi solari su nuvole ad alta quota, riflessi che, per l'appunto, vennero scambiati dal sistema satellitare come un falso lancio di missili verso il territorio sovietico.
Scelse quindi di NON premere il pulsante dell'allarme ma di diramare un comunicato, nel pieno del presunto attacco, nel quale dichiarava un inspiegabile malfunzionamento del sistema satellitare.
Stanislav Petrov aveva salvato il mondo intero dalla catastrofe nucleare.
LE CONSEGUENZE
Il problema più grosso per Petrov fu che, non premendo il pulsante dell'allarme e non riportando l’incidente come un attacco missilistico, andò contro ai protocolli del sistema sovietico.
Per il governo sovietico non fu altro che un graduato che aveva disobbedito agli ordini.
Una persona "scomoda" da allontanare ed emarginare poichè , suo malgrado, aveva smascherato e messo in evidenza le falle presenti nel sistema satellitare OKO, con conseguenze che si possono facilmente immaginare, non ultima quella di correre il rischio di pestare i piedi a qualcuno più grosso di lui, ossia il progettatore del suddetto sistema satellitare.
Fra tante reprimende ci fu anche un caso di un generale che si schierò al suo fianco, tale Yury Votintsev ma il suo supporto' non impedi al governo sovietico di procedere per l'insabbiamento della vicenda, che divento' TOP SECRET .
Interrogato sulla vicenda, Petrov, secondo i militari russi non aveva riportato nel dettaglio l‘incidente.
Petrov rispose che avendo un telefono in una mano e il dispositivo intercom nell'altra mano, di non poter disporre di una terza mano.
Tutto venne insabbiato: Petrov venne redarguito ufficialmente per tutti altri motivi e mandato in pensione anticipata, peraltro senza godere della consueta promozione al grado di Colonnelloe ando' a vivere in un palazzone, come ce ne erano all'epoca, presso la cittadina di Fryasino, nei pressi di Mosca, vedovo dal 1997 e con una misera pensione di 200 dollari al mese.
I RICONOSCIMENTI
Molti anni più avanti, ricercato e intervistato da alcune testate giornalistiche estere, Petrov dichiaro' di non essere né stato punito né decorato per la scelta che intraprese quel lontano 26 settembre 1983.
Fu elogiato e premiato, il mondo occidentale scopri' questo eroe sconosciuto rendendogli parte del merito che non gli fu concesso dal governo del suo paese e prendendo atto che una decisione come quella che prese, in modo del tutto arbitrario, avrebbe fatto tremare I polsi a chiunque.
La sua formazione da civile lo aveva aiutato a ragionare, mentre la formazione militare di quasi tutti i suoi colleghi avrebbe sicuramente portato alla guerra e alla distruzione del pianeta.
Curioso l'aneddoto narrato qualche anno fa da un giornalista italiano che andò a cercarlo per intervistarlo: non riuscendo a trovare il suo appartamento, il giornalista in questione chiese informazioni a un passante, residente nella zona, raccontandogli il sunto di chi fosse questo Stanislav Petrov.
Questo passante, sbigottito, ebbe a dire:
“Lei deve essere pazzo. Se esistesse davvero un uomo che ha ignorato un avviso di attacco nucleare degli Stati Uniti, sarebbe stato giustiziato. A quel tempo, non esisteva una cosa come un falso allarme in Unione Sovietica. Il sistema non sbagliava mai. Solo il popolo”.
Petrov, imbarazzato da tutto questo interesse, sovente rispose ai giornalisti che non si sentiva un eroe, che aveva solamente fatto il suo dovere e che non era interessato alla notorietà.
Da perfetto umile uomo quale era.
Tuttavia, non mancarono , seppure con enorme ritardo, alcune onoreficenze internazionali tra cui vale la pena citare quello di "Cittadino del Mondo" conferitogli dalla americana "Association of World Citizens" il 21 maggio 2004.
Mori' nella sua casa di Fryasino, in completa solitudine, il 19 maggio 2017 ma la stampa e i media se ne "accorsero" qualche mese piu tardi quando un reporter telefono' alla famiglia Petrov e il figlio ne comunico' la sua morte.
La storia di questa incredibile vicenda è narrata nel film "The Man Who Saved the World" di Peter Antony, uscito nelle sale cinematografiche nel 2015:
Questo post è stato scritto a quattro mani e in collaborazione con Alessandra @drago18121996 e si tratta di una sperimentazione di post scritto in società.
Alessandra percepirà metà dell'eventuale guadagno.
Bravi due volte: una per il contenuto del post, davvero interessante; l'altra per il bell'esempio di collaborazione. Esperimento riuscito con grande successo, direi :)
Grazie del feedback, @pataxis ..non è molto facile fare un post coerente in due o piu persone, pero ho voluto fare questa sperimentazione e sono contento che sia venuta benone!!
Che vve possino...!! Anvedi che ve sete inventati...!!
Bell'idea, bella storia, che ho letto tutta d'un fiato e mi ha riportato a quegli anni...
@drago18121996, @nicola71,... siete una coppia perfetta|
Grazie carissimo Marco, il tuo feedback per me è sempre importante! :D
Figurati... Guardo ogni giorno se hai scritto qualcosa... Credimi. Mi piace molto leggerti.
Buonanotte :)
Leggo solo ora questo articolo, ed è molto ben riuscito ed interessante!! Non conoscevo per nulla questa storia, nonostante questi avvenimenti siano molto importanti... Complimenti ad entrambi, non capisco come abbiate fatto a coordinarvi cosí bene! (Aspetto la parte 2 con qualche altro personaggio)
Ehi chi si rivede, ciao Fede!! grazie per averlo letto...per la coordinazione penso sia la somiglianza degli stili!
Wonderfully articulated your thoughts as always Loved reading your post.
Si conoscevo la sua storia, non che ci avessero fatto un film. Devo vederlo. Certo che tutto il mondo è paese, basta vedere certe situazioni in Italia, fai le cose giuste ma "ti tirano le pietre". Poi ti chiedi perché c'è tanta bastardaggine in giro.
Come ho sempre detto e come sempre diro', nel mondo per natura ormai non esiste più il concetto de "questo è giusto, questo è sbagliato". Non ha senso di essere. Quando ad esempio diciamo "Questa cosa non è giusta" non stiamo dicendo purtroppo niente. Avrebbe senso in un mondo normale, non in un mondo malato come questo.
Conoscevo la storia solo in parte. Grazie per averla spiegata cosi bene!
Grazie a te per aver letto e commentato, @mondodidave73 !
Gran bel post, complimenti ad entrambi.
Grazie mille Roberto!
Una storia veramente emozionante, chi mai avrebbe avuto lo stesso sangue freddo di quest'uomo? In quel momento decideva per il mondo intero. Bravissimi
Esatto Sara, pensa che non ha premuto quel pulsante mentre 120 colleghi erano li a sudare freddo in quei lunghissimi minuti. Grazie per i complimenti!
Grazie a voi per il bel lavoro 😊
Magari avessi avuto un professore di storia come a scuola! :-)
ehehheheh grazie mille collega! magari eh :D
Beh l'uomo giusto al posto giusto. E pensare che aveva fatto da sostituto. Tardi, ma si è meritato il posto che merita nella storia.
esatto Leandro, era veramente da tempo che volevo fare un post di questo genere..