La nostra avventura nel vecchio WEST
Fonte: https://maps.google.it
Fiamazzi On the Road: La nostra avventura nel vecchio WEST
In questo breve racconto romanzato vi parlerò di un viaggio, un viaggio che parla di amicizia, che ci ha portato dall’altra parte dell’oceano a scoprire uno dei paesaggi più incredibili del mondo, la west coast degli States, ma non voglio spoilerarvi nulla perciò bando alle ciance, e cominciamo:
In una afosa serata di luglio 2011 ci troviamo come di consueto fra amici in un bar. Gli argomenti sono gli stessi, non c’è nulla di nuovo. Per ravvivare il clima lancio una provocazione ai miei amici: da qui a qualche anno saremo andati tutti negli Stati Uniti. Tutti e 5 abbiamo sottoscritto il patto pur sapendo in cuor nostro che quella promessa sarebbe rimasta in quel bar. Sarà stata la voglia di cambiare aria, sarà stato il richiamo degli States ma eccoci di nuovo insieme, un venerdi di febbraio 2012 seduti su un aereo diretto a Los Angeles.
Trovarsi lì, nei posti che hai sempre sognato e hai visto da piccolo in televisione è una cosa particolare, vieni catapultato in un mondo nuovo, ma che allo stesso tempo già conosci, i primi giorni negli States sono stati speciali, sembrava un sogno ad occhi aperti, camminare per le vie di Hollywood, sulla famosa Walk Of Fame, percorrere la magnifica Mulholland Drive costellata dalle ville delle più famose star del cinema, per poi ritrovarsi a Beverly Hills tra negozi e auto da sogno.
Passata la “sbornia” da città, sarebbe cominciato il nostro On the Road, il cemento e i grattacieli di LA, lasciavano spazio alle cittadine sperdute e alle desolate praterie da ammirare percorrendo la Route 66.
Addentrandoci sempre di più nello stato dell’Arizona, la strada si inerpica; cominciamo a vedere i primi alberi, è una stupenda giornata di fine febbraio, quando in piedi lungo un costone roccioso, li di fronte a noi, si apre la maestosità di uno dei più grandi spettacoli della natura, il Grand Canyon. Inutile descrivere a parole la sua bellezza, solo chi ha visitato quel luogo può capire le sensazioni che si provano ammirando la sua vastità.
I giorni passano in fretta, il tempo sembra non bastare, tante sono le cose da vedere, divoriamo giorno dopo giorno un parco nazionale dietro l’altro, passiamo dai panorami desertici della Monument Valley, ai bellissimi monumenti architettonici naturali creati dagli agenti atmosferici nei parchi di Canyonlands, e Arches; come il Delicate Arch, che con la sua figura maestosa ma allo stesso tempo fragile, sembra essere messo lì apposta come monito all’uomo ricordando quanta straordinaria bellezza può esserci nella natura, rammentandogli il delicato equilibrio che deve essere preservato per far si che tale bellezza rimanga immutata.
Siamo arrivati al giro di boa, 10 giorni sono passati velocemente, nel ritorno percorriamo lunghe strade sterrate e polverose che ci riportano alla mente i percorsi delle diligenze del vecchio far west, restiamo incantati addentrandoci tra gli hoodoo del parco di Bryce per poi ritrovarci a Zion dove dal fondo della vallata ammiriamo le vette che si elevano prepotenti verso il cielo, squarciando la terra con le loro pareti perfettamente lisce, il tempo è tiranno, non riusciamo ad ammirare il panorama dall’alto di quei monoliti giganteschi.
Le formazioni rocciose lasciano di nuovo spazio alle aride pianure, il traffico aumenta, la strada si allarga, in mezzo a quella che sembra essere una pianura inospitale, ci troviamo di fronte ad un’oasi colorata, caotica, che non sembra rispettare il ciclo di riposo che la terra ci fa osservare ogni giorno con la sua rotazione; siamo arrivati anche noi in quella meta di “pellegrinaggio profano” che attira ogni anno milioni di persone, siamo sulla Strip, contornati a destra e a sinistra da costruzioni che non hanno apparentemente nessun legame né storico né geografico, ma è proprio questa varietà insensata e ostentata che fa di Las Vegas una delle più caratteristiche città del mondo.
Il nostro cammino prosegue, le aride pianure si trasformano ben presto in deserto, in questi luoghi, dove nemmeno le forme di vita più basilari sembrano attecchire, solo la strada ci guida, come una lunga lingua nera, portandoci dritti nelle profondità della Death Valley. La calura di quel posto, così insopportabile nei mesi estivi, diventa quasi piacevole in inverno.
Il nostro viaggio deve continuare, il clima arido lascia spazio a quello invernale che incontriamo inerpicandoci lungo la General Hwy, che ci porta nella Giant Forest ai piedi dei più grandi esseri viventi del pianeta terra, tra le sequoie giganti dell’omonimo parco.
Trovarsi lì, a tu per tu con alberi millenari così imponenti, sapendo che un giorno anche loro soccomberanno, schiacciati dal loro stesso peso, fa riflettere; la loro vita racchiude una metafora importante, che fa capire come non sempre la grandezza e la crescita smodata siano la strada giusta da intraprendere.
La fine del viaggio è sempre più vicina, mancano ormai pochi giorni, ci dirigiamo lungo la costa della California e rimaniamo incantati, quando dietro a un collina, ci appare in tutta la sua imponenza il Golden Gate Bridge, siamo a San Francisco; una città fantastica e poliedrica, che è stata la culla dei movimenti più importanti del ventesimo secolo, dalla cultura Hippie degli anni 60, all’orgoglio gay fino ad arrivare negli ultimi decenni ad essere la patria della Bit Generation, vista la sua vicinanza alla Silicon Valley.
Passandoci alcuni giorni, abbiamo potuto respirare a pieno la bellezza di quei luoghi, anche visitando il carcere di Alcatraz; quell’isola apparentemente tetra a uno sguardo fugace, riesce con il suo panorama mozzafiato a far dimenticare dove ci si trova; rendendo il penitenziario più famoso della storia, una delle più belle attrazioni turistiche della città.
Siamo quasi alla fine della nostra avventura, giusto il tempo di un bagno nel pacifico a Santa Barbara percorrendo il Big Sur, una delle strade panoramiche più belle del mondo, che ci avvicina sempre di più a Los Angeles, dove il nostro aereo è già lì pronto per riportarci a casa.
FINE
Riassumere in così poche righe, 20 giorni di un viaggio emozionante, non è facile ma spero di essere riuscito nell’intento di farvi sognare almeno un po' e perché no, invogliare qualcuno di voi a ripetere la nostra stessa esperienza.
Abbiamo realizzato anche un video-diario di viaggio dove potete vedere in dettaglio tutta la nostra avventura che qui nel racconto è stata inevitabilmente concentrata e alcune parti molto interessanti non sono state menzionate.
Se qualcuno di voi è interessato anche al nostro itinerario di viaggio me lo scriva nei commenti e in uno dei prossimi post lo pubblicherò con consigli utili su dove alloggiare, tips&tricks di viaggio ecc.
Pindol
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Fortuna che "eravate tanti amici al bar" sembra davvero un bel viaggio!! Alla fine non e' solo dove vai anche con CHI ci vai
Wow...sei riuscito nell'intento di farmi sognare un viaggio così! Grazie!
Un giro che è tanta roba!
L'albero è quello che mi ha colpito di più. Un essere vivente enorme, antico, è grandioso!
si quello è il Generale Shermann non è il più alto ma il più grosso del mondo, è un qualcosa di spettacolare visto dal vivo, ho anche portato a casa una pigna chissà che un giorno non la pianto in giardino per farmi un po' di ombra a casa :-D
Pindol che meraviglioso viaggio! Io lo stavo programmando con mio marito su due ruote poi però è saltato per problemi di salute. Peccato. Però mi hai fatto tornare la voglia!! Chissà magari un bel giorno lo riproggetteremo di nuovo. Bravi ottimo modo per godervi la vita!
grazie, uno dei prossimi post che farò sarà l'itinerario completo indicando tutte le tappe, dove abbiamo alloggiato e via dicendo.
Sì avevo letto che avresti proseguito 😊. Attendo la seconda parte!
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