Lasciati pagare
Qual è la differenza fra vintage e sorpassato?
Il confine è più sottile di quanto si creda e soprattutto si sposta in continuazione, rendendo vani gli sforzi di chi gelosamente conserva di tutto in buon ordine nella speranza di riutilizzarlo un giorno.
Luigi Liegi in ogni caso si curava poco degli aspetti modaioli dei sui hobby e anche nel tardo pomeriggio di quel venerdì scese dal tabaccaio per giocare la schedina del Totocalcio.
Era troppo affezionato alla canzone di Baglioni per smettere.
La schedina con la mente lui rifà ...
1 X X 2 1 X 1 X 1 1 2 1 X
e la mente vola e non si ferma più
Sognare costava relativamente poco.
Appoggiato alla barra del bancone vide Claudio, un ex compagno della squadra di calcetto. Lo trovò cambiatissimo! Scarpe lucide, completo grigio scuro attillato su una maglietta scollata a V, occhiali da sole, perfettamente rasato e, come poté appurare avvicinandosi per salutarlo, pucciato in un costoso profumo.
“Che ci fai qui?”. Chiese Luigi sorpreso.
“Aspetto un’amica”. Rispose Claudio con una strizzata d’occhio.
“Ah” disse Luigi già pentito di averglielo chiesto. Ma l’altro fece in modo di non accorgersene e proseguì. “Ne ho molte in questo periodo, sai…”
“Bene…”.
“Amiche speciali…”.
“Eh già. Forse stasera piove”. Tentò di cambiare discorso Luigi.
“Da quando ho lasciato Marisa, ho iniziato un business, una cosa discreta, elegante… ma redditizia… Pensa che l’ultima era così riconoscente che mi ha mandato dal marito dentista. Io gli ho farcito la moglie e lui mi ha fatto l’otturazione al dente gratis…”. Ridacchiò convulsamente Claudio.
Scandalizzato dal linguaggio scurrile da spogliatoio (ecco perché non era più andato a giocare), Luigi fece per andarsene.
“Senti, non vorrei esagerare col viagra, se me ne avanza qualcuna te la passo?”
“Grazie, molto volentieri”. Rispose Luigi voltandosi sorridente.
Dopo qualche giorno gli arrivò un messaggino, da un numero sconosciuto, di una certa Marta che lo invitava a una cena con scintille.
Luigi iniziò una preparazione meticolosa coadiuvato dalla cugina che sperava così di levarselo dal divano. Prima di tutto la poveretta gli passò la macchinetta tutto intorno alla testa; si dedicò quindi a manicure e pedicure semi professionali; poi, non senza difficoltà, gli fece indossare il vestito da matrimonio del marito. Infine gli spruzzò un paio di campioncini di profumo che aveva staccato di nascosto da una rivista trovata dal parrucchiere.
Un po’ nervoso ma rassicurato dalla sua precedente esperienza da metronotte e re dei night di provincia, Luigi andò all’appuntamento. Mentre aspettava davanti al ristorante indicato, vide arrivare un taxi da cui scese un botolo, che aveva ampiamente passato la boa dei cinquanta anni, agghindato da gara: capello biondo platino a boccolo come la duchessa di Cambridge, tubino inguinale con scollo generoso, abbondanza d’oro disseminato fra orecchie, braccia e pure caviglie e per concludere sandalo argentato con tacco a stiletto 12 cm. Luigi cominciò a sudare freddo.
Durante la cena Marta gli raccontò in ordine: le disavventure con una tubazione che l’aveva costretta a tirar su tutto il parquet del secondo piano di casa, le mete delle vacanze dei compagni di scuola dei sue tre figli, i ritocchini dal chirurgo estetico delle sue amiche e qualcosa sulle ricette afrodisiache consigliate da una blogger. Arrivata al dolce, si alzò e caracollò verso il bagno. Guardandola da dietro a Luigi parve ancora di più un torsolo poco masticato al centro. Gli venne anche il dubbio che quelle bluse non fossero dovute al vestito ma alla pelle e alla ciccia in eccesso.
Assorto nei sui pensieri e intontito dalle chiacchere delle ultime due ore, pagò il conto senza rendersi conto di cosa stesse facendo. L’abitudine gioca brutti scherzi.
A quel punto il personale del ristorante, che li aveva osservati per tutta la cena speculando su cosa ci facessero insieme due così male assortiti, non si tenne più.
Con sguardo complice il cameriere affermò: “Anche a me a sedici anni piaceva uscire con quelle più grandi”. “Ma non si preoccupi, non è mai troppo tardi per imparare da una nave scuola”. Sghignazzò di rimando il cassiere.
Luigi rimase esterrefatto e senza parole, in quel momento tornò la carampana con la carta di credito in mano; quando scoprì che il conto era già stato saldato iniziò a fare le fusa.
“Sai” disse con gli occhi a cuoricino che manco una faccina della chat “ti avevo mal giudicato con quel vestito (in)gessato”… Dopo di che fermò imperiosamente un taxi, ci trascinò dentro Luigi e diede l’indirizzo di casa sua. Uscendo dalla macchina Luigi vide che si era tolta le scarpe. “Non ne potevo più! Mi sento così a mio agio con te”. Commentò lei. Ora gli arrivava poco sopra l’ombelico.
Di quello che accadde in seguito Luigi non parlò mai volentieri, alla cugina disse che probabilmente gli aveva dato la droga dello stupro, perché a parte di essersi levato scarpe e calzini prima dei pantaloni - come consigliavano tutte le riviste maschili - non ricordava altro. All’amico che gli aveva passato il numero fece capire che la signora in questione doveva avere parecchi arretrati ma che lui si era dimostrato all’altezza della situazione.
Dopo quella esperienza, chiuse la SIM in un cassetto e cambiò numero.
Tutte le immagini sono di mia proprietà
sorprendente la svolta di Luigi :) sono curiosa di sapere come andrà avanti!
Hehe, cosa non si fa... a presto con una nuova puntata!