Lasciati ricattare - seconda puntata
Creazione di un profilo da ventenne.
Aspetto fisico. Umhhh… cercare nei siti di immagini free poteva essere una buona idea, ma facilmente smascherabile. Bisognava ricorrere a foto più inedite.
Luigi mise un annuncio su un sito di mestieri creativi spacciandosi per una casa di produzione che organizzava casting per pubblicità di marchi sportivi. Chiese: dati personali, composit fotografico e portfolio per partecipare alla prima selezione.
Ne ricevette circa ottanta. Col fatto che questi giovani d’oggi sono tutti fatti con lo stampino, ne trovò cinque che si somigliavano e ne ricavò una trentina di foto in diverse pose, inquadrature, situazioni e tenute.
Profilo psicologico. Rimase incerto per due settimane sul dilemma "studente" o "lavoratore". Sentiva un bisogno disperato di confrontarsi con qualcuno ma non sapeva proprio a chi chiedere. Alla fine decise che “studente” avrebbe richiamato una platea di ragazze più ingenue che si sarebbe accontentata di un prolungato contatto virtuale prima di passare al sodo.
Città. Scrisse Milano giusto per essere sicuro di non beccare un posto dove si conoscono tutti. Ah! Che sollievo l’anonimato delle metropoli.
Nome. Doveva essere facile da ricordare, ma non banale. Intrigante, ma non astruso. Sensuale. Adatto a un ragazzo d’oggi. Pensò al proprio: Luigi Liegi. Meglio non rischiare. Purtroppo il sito dell’Istat non andava oltre al 1999, così si dovette accontentare di cercare un'approssimazione.
La classifica dei 10 nomi più diffusi per quell’anno recitava: Andrea, Francesco, Alessandro, Matteo, Luca, Lorenzo, Marco, Davide, Simone, Giuseppe.
Gli pareva di tenere a battesimo un figlio. Pensò a tutte le persone che aveva conosciuto con quei nomi e alla fine optò per Lorenzo che aveva la sua stessa iniziale. Già, un suo eventuale discendente avrebbe potuto chiamarsi Lorenzo Liegi o Luca Liegi. Non suonavano così male… Ma non doveva perdersi in inutili fantasie. Fece lo stesso gioco per il cognome e, in ottava posizione, gli uscì Ricci.
Fatto. Lorenzo Ricci era ora una realtà.
Forse una ragazza con la erre moscia avrebbe avuto qualche difficoltà. Il campo si restringeva un pochino, ma non troppo.
Creò una mail finta a cui collegò Facebook, Tinder, Instagram, Snapchat e Twitter.
Gli toccò pure leggere parecchi tutorial per essere sicuro di muoversi bene. Divenne follower di un po’ di gente e iniziò a postare timidamente qualche foto rubata e a rilanciare pensieri altrui.
Il cellulare iniziò a suonare o vibrare ogni instante per le notifiche. Il resto del mondo era in perenne attività. Luigi faticava a rimanere dietro a tutto. Ormai mangiava, camminava e dormiva sempre incollato allo smartphone.
La cugina era sicura che stesse cercando alacremente un lavoro e lo incoraggiava.
Il marito della cugina, Riccardo, invece si insospettì. Così un giorno in cui Luigi stava facendo la doccia e aveva lasciato il cellulare incustodito, diede una sbirciatina.
Un bel ragazzo moro, con gli occhi verdi e i denti bianchissimi, tale Lorenzo Ricci, gli sorrideva dalla schermo.
Lì per lì gli venne una sincope! “È pure gay, lo scroccone!!” Pensò di primo acchito. Riprese fiato, ma prima che potesse approfondire, sentì che Luigi stava uscendo dal bagno.
La notte, non resistendo più alla curiosità si alzò come un puma dal talamo coniugale e scivolò silenzioso come un’ombra in sala. Luigi dormiva con il cellulare in mano, sullo schermo scorrevano parole. Il marito della cugina, inforcati gli occhiali da lettura, non ne perdeva una.
Ad un certo punto, Luigi nel dormiveglia digitò un paio di sciocchezze e caricò una foto di un ragazzo in costume. Nella mente di Riccardo cominciò a delinearsi il quadro della situazione.
Tornò a letto pensieroso.
Il giorno dopo partorì un piano, a suo dire, diabolico. Prese due giorni di ferie e cominciò a seguire Luigi nella speranza che si separasse dal cellulare di nuovo, ma non accadde.
Ricorse a un intervento più drastico. Scese dal figlio della vicina, che aveva sempre considerato un nerd autistico, e gli diede 800 euro per entrare nei profili di Luigi.
Ovviamente il ragazzetto approfittò dell’intrusione nella rete domestica per clonare tutte le password dell’home banking dello sprovveduto. Ma il quel momento il marito della cugina era troppo impegnato per pensare alle conseguenze di quello che stava facendo.
Forte dell’accesso a tutti i profili di Luigi iniziò a collegarlo ai propri contatti. Scrisse messaggi privati spacciandosi per Lorenzo Ricci. La mole di traffico di comunicazioni era ingestibile. I due uomini erano impegnati 24 ore su 24 a ricevere e a rispondere. Preso dal super lavoro Luigi non si accorse di niente, anzi notò con piacere che i suoi amici aumentavano a vista d’occhio.
Decise che era tempo di passare alla seconda fase del piano: plagiare una minorenne.
Valutò bene tutte le sue conoscenze per circa una settimana.
Poi scelse una certa Laura di sedici anni. Gli piaceva soprattutto l’idea che avesse lo stesso cognome di Riccardo. Quell’ingrato.
Iniziò a tampinarla, ma con tatto; parallelamente aumentò la pubblicazione di selfie di addominali davanti allo specchio della palestra e cambiò il proprio stato da occupato a single.
Nel volgere di una settimana la ragazza capitolò.
Il marito della cugina però vide il messaggio di conferma dell’appuntamento prima di Luigi, lo cancellò e decise di andarci personalmente per fregargli la preda.
Alle 19 e 30 di un mercoledì pomeriggio si presentò di fronte al bar di un centro commerciale con una rosa rossa in mano. Alle 19 e 34 vide arrivare suo fratello con la figlia tredicenne. Gli si seccò la bocca.
Il fratello si stupì di incontrarlo proprio lì, poi vide la rosa, guardò gli occhi la figlia prossima alle lacrime, riguardò Riccardo e gli tirò il pugno più forte che riuscì a sferrare.
Fonte Pixabay
Sono un fans di questa roba qua io... Devo iniziare a seguire Luigi su instagram!
:D Allora devo mettere subito l'annuncio per procurarmi le foto.
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