Lungi dall’uscio dal quale parte: il cammino dei briganti #1
L’inizio di questa rubrica corrisponde alla fine dell’ultimo cammino intrapreso. Le ragioni che mi hanno spinto a iniziare i miei racconti da questo incredibile viaggio a piedi sono due: La prima è che essendo finito ieri pomeriggio (02/09/2018), i ricordi sono freschi e la narrazione potrà essere più dettagliata; La seconda riguarda i miei due compagni di viaggio che sono entrati, o entreranno a far parte a breve, della comunità di Steemit.
Partenza, primo giorno di brigantaggio (29/08/2018)
Partenza alle 7:15 da Roma, come in ogni viaggio che si rispetti, foto di inizio avventura, in questo caso sotto casa mia con sfondo San Pietro.
"Thinkalot non ha il suo consueto sorriso contagioso perché sta mangiando la pizza bianca"
Eccoci, siamo i protagonisti di questa avventura, io (Sgravaleonte), Sbrapide, che a breve vi intratterrà con un affascinante blog sul teatro e l’arte dell’intrattenimento, ed il neo-steemian @Thinkalot.
Il viaggio in macchina per arrivare a Sante Marie, paese da cui ha inizio il cammino dei briganti, è volato in un battibaleno fra musica ad alto volume e chiacchiere sull’avventura che di lì a poco avremmo intrapreso.
Una volta giunti alla meta ci siamo diretti al comune per ritirare i salvacondotti (dei piccoli pezzi di carta dove, in ogni luogo di interesse, viene apposto un timbro), comprare la cartina geografica della zona e ricevere qualche utile informazione.
Parcheggiata la macchina ed ultimati i preparativi, stringere le scarpe e regolare gli zaini, siamo partiti alla volta delle terre che un tempo ospitavano i famigerati briganti.
Da Sante Marie, che si trova sul costone di una montagna, il sentiero scende in maniera brusca fino al fondo valle per poi risalire in maniera altrettanto ripida fino a Santo Stefano, dove tecnicamente dovrebbe finire la prima tappa che però, essendo lunga solo 6 km, abbiamo deciso di allungare.
Questi primi 6 km di salita e discesa corrono all’interno di un bosco dove si cominciano a vedere i primi segni della flora caratteristica del posto che nelle tappe seguenti si rivelerà in una moltitudine di forme e colori.
Arrivati a Santo Stefano abbiamo acquistato pane, salame e formaggio per pranzare. Nell’alimentari abbiamo incontrato un’anziana signora che con dei modi affabili ci ha indicato un fontanile, distante poche centinaia di metri, dove trovare ristoro e riparo dal sole cocente.
Fortunatamente la gentilezza nei confronti dei camminatori, che vengono goliardicamente chiamati briganti, è un tratto comune alla maggior parte delle persone che vivono nei paesi dove passa il cammino.
Finito di divorare il cibo e rinfrescati dalla gelida acqua del fontanile siamo ripartiti alla volta del paese seguente, Valdevarri, passaggio obbligato per arrivare a Nesce, dove finisce la seconda tappa che noi abbiamo posto come meta di arrivo del primo giorno.
"Via principale di Santo Stefano"
Dopo una discesa morbida e piacevole abbiamo cominciato a camminare lungo la valle su una strada sterrata che si è rivelata più complessa del previsto.
Purtroppo in diversi punti, la terra sotto ai piedi ha cominciato ad essere fanghiglia e diverse decine di pozzanghere, abbastanza profonde da essere un problema per le nostre scarpe, hanno reso il passaggio faticoso e stressante.
Fra un’imprecazione, un passaggio in mezzo alle spine e un piede messo nelle sabbie mobili alla fine siamo arrivati al secondo fontanile dove abbiamo ricaricato le borracce e fatto una sosta per riposare le gambe.
Forse disattenti per la pausa fatta, non ci siamo resi conto che la salita verso Valdevarri cominciava proprio sulla destra del fontanile e, sbagliando, abbiamo continuato sulla strada sterrata finendo in un piccolo sentiero in mezzo ai campi che ci ha sottratto energie e più di un’ora di tempo.
Una volta tornati sulla giusta via, la salita si è fatta veramente pesante e arrivati a Valdevarri eravamo indecisi se fermarci o proseguire.
Ed è qui che abbiamo trovato il primo personaggio detestabile dell’avventura. Un signore sulla cinquantina, vedendo le nostre facce, ha avuto il coraggio di mentirci spudoratamente sulle distanze e l’entità del dislivello che ci avrebbero portati a Nesce. Le sue parole sono state “Tranquilli ragazzi, vi aspetta una piccola salita e poi una bella discesa. Non vi preoccupate il sentiero è molto semplice”.
Rincuorati da queste parole ci siamo rimessi in marcia senza sapere che la realtà era ben diversa da quella che ci era stata descritta poco prima.
"Casa diroccata a Valdevarri"
La strada in salita si è rivelata ben più lunga e faticosa di quanto la descrizione di quello che per noi è stato il primo “mentiroso” del cammino (magari in buona fede) ci aveva fatto pensare. Per fortuna i paesaggi si sono rivelati particolarmente belli e questo ci ha dato nuova energia, ma la discesa avrebbe presto spezzato il nostro vigore.
Fra sassi sterpaglie e rovi, il versante del crinale era inclinato in maniera tale da testare i legamenti delle nostre ginocchia. Ogni passo verso il fondovalle equivaleva ad una stilettata sopra il polpaccio ma la possibilità di fermarsi non era contemplata, visto che di luoghi dove piantare la tenda non ce n’era neanche l’ombra. Eravamo costretti a continuare fino al centro abitato più vicino.
Nonostante la discesa ci abbia regalato dei bei paesaggi, fra cui una splendida quercia che dava su una piccola pozza prosciugata, la fatica ci ha impedito di arrivare a Nesce costringendoci a sostare a Poggiovalle, un piccolissimo paese che si inerpica sul fianco della montagna distante, da quanto diceva la guida, 4 km da Nesce.
"Grande quercia vicino Poggiovalle"
Un po' amareggiati abbiamo piantato la tenda in un piccolo spiazzo sopra il campo di bocce, luogo consigliato dagli abitanti del posto, abbiamo cucinato il nostro risotto in busta e dopo un’oretta passata a guardare il cielo stellato ci siamo buttati nella nostra umile dimora per riposare in vista della giornata seguente.
"stradina di Poggiovalle"
Km percorsi: 21 (considerando la strada fatta perdendoci)
Dislivello: salita 775 m, discesa 770 m
Voto:6,5 (ovviamente è un voto in relazione ai giorni seguenti. Altrimenti sarebbe stato più alto)
Il primo giorno è stato faticoso ma ci ha regalato bei scorci. Fra case diroccate e paesini medioevali siamo stati contenti di cominciare il viaggio nonostante la fatica ci abbia impedito di arrivare alla meta fissata.
Forse per il primo giorno abbiamo osato troppo ma questo non ci ha impedito di proseguire il viaggio.
Spero la lettura vi sia piaciuta e che le foto abbiano avuto successo nel mostrarvi i luoghi visti.
Presto pubblicherò il secondo giorno di viaggio.
Un saluto brigante.
"Tutte le foto sono di mia proprietà"
Link progetto Sgravaleonte
https://steemit.com/ita/@sgravaleonte/progetto-sgravaleonte
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Un saluto brigante anche a te e complimenti per l'egregio lavoro che stai portando avanti con tutti i tuoi post. Sei sotto la lente di ingrandimento sappilo, in senso buono ovviamente :)
Ti ringrazio! Spero che la lente non mi ustioni ;)
che immagine pittoresca!
L’immagine è pittoresca ma noi eravamo sudici e stanchi morti, se ci avessi visto realmente non so se il tuo pensiero sarebbe stato lo stesso ;)
hahahahahha
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buon cammino pellegrini briganti, attendiamo la prossima avventura
In via veritas! un saluto brigante anche a te
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Fai venire voglia di partire immediatamente!
Se non mi facessero male le gambe ripartirei subito anche io
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