La leggenda di Gaetano
Gaetano era un uomo per bene, di una certa età, un po' ingobbito dal lavoro e dalla stanchezza, fumatore incallito. Amava fermarsi a comprare le cartine e il tabacco e farsi da sé le sigarette o forse più semplicemente, amava chiacchierare ed intrattenersi con la ragazza dei tabacchi, la chiamava “la bella fiammiferaia”. Sapeva che non l'avrebbe mai conquistata, anche per ragioni anagrafiche non avrebbe potuto di certo permetterselo, ma le piaceva la sua compagnia e forse soprattutto la sua voce. Diceva che aveva nella voce la tenerezza e negli occhi l'insicurezza.
A Gaetano il paese dove stava, Sangreto, non piaceva, per questo faceva sempre molta strada a piedi per andare in quello accanto, dalla bella fiammiferaia. Al paese della tabacchina, lui si fermava spesso a parlare con la panettiera Grazia, che le offriva sempre un tozzo di pane e un po' di compagnia. Dal caffettiere, come lo chiamava lui, consumava il solito caffè lungo e un paio di battute sui pettegolezzi del paese.
Gaetano, girando molto per Castalice, conosceva bene tutte le dinamiche degli incontri furtivi tra giovani coppie e tra amanti, ma non cedeva mai al raccontare i nomi, il suo motto era “si dice il peccato ma non il peccatore”.
Lui, in realtà, amava raccontare le tresche del paese, ma con così tanti fronzoli e dettagli che alla gente parevano impossibili.
Un giorno, mentre passeggiava per il paese, Gaetano salì per la strada che porta dalla piazzetta della fontana, dove i ragazzi più piccoli giocavano a campana, alla piazza principale. Non faceva mai quel giro, lui preferiva passare sulle gradinate della chiesa, ma quel giorno si sentiva diverso e volle cambiare strada.
Lungo la strada vide un uomo, di spalle, che tentava di nascondersi dietro ad un albero del parco di Castalice. Continuò a passo deciso, forse più spinto dalla curiosità che dalla voglia di raggiungere la piazza e vide, suo malgrado, che l'uomo non era solo. Era in compagnia della bella fiammiferaia.
I due si baciavano e si abbracciavano con slancio e passione, finchè non si accorsero della presenza di Gaetano e lei fuggì.
Dopo qualche istante, riconobbe anche l'uomo: il caffettiere.
Quest'ultimo presto sarebbe dovuto convolare a nozze con la figlia del più ricco proprietario terriero della zona e lei, la fiammiferaia, era già sposata con il figlio del sindaco.
Sapeva che se avesse raccontato la storia, come faceva sempre, avrebbe creato parecchio scompiglio. Si sapeva che queste coppie non erano basate sul rispetto e sull'amore reciproco, ma piuttosto su solide basi economiche, ma ciò che preoccupava di più Gaetano era l'atteggiamento del caffettiere.
Gaetano sapeva che era un uomo simpatico e generoso ma, lui conosceva le donne, ci sapeva fare. Le capiva e sfruttava questa sua attitudine per farle capitolare ai suoi piedi. Gaetano sapeva che non era la prima scappatella del giovane, ma non voleva che la fiammiferaia potesse illudersi e mandare a monte, nonostante tutto, il suo matrimonio per una sbandata. Decise allora di parlare con lei.
Gaetano, ormai in confidenza con la giovane, volle rassicurarla, non avrebbe raccontato nulla dell'amore tra lei e il rubacuori, ma volle metterla comunque in guardia su di lui.
Le spiegò che non era un uomo adatto a lei, che l'avrebbe fatta soffrire e che se fosse stato vero amore, allora dovevano lasciare entrambi i relativi consorti, uscire allo scoperto e non rinunciare alla libertà di vivere l'amore alla luce del sole, per una tresca che non avrebbe portato nulla di buono.
Le parlò come a una figlia.
Lei, invece, non apprezzò la sua intromissione e non volle sentire ragioni. Ciò che lei e il caffettiere facevano e provavano l'uno per l'altra, non erano affari che lo riguardavano e lo cacciò in malo modo.
Questo atteggiamento di distacco ferì duramente il cuore, già debole, di Gaetano.
La fiammiferaia non aveva colto la lealtà e l'amicizia che lo legava a lei.
Il povero cuore ferito di Gaetano vagò per le vie di Castalice senza una meta, non voleva più pensare a nulla e si sedette sulla grande pietra davanti al Santuario del paese. Era piccolo, grazioso, senza pretese, se non quella di accogliere i fedeli. Gaetano non era un fedele modello, preferiva comunicare a modo suo con “i piani alti” infatti, lui si fermava ore e ore a guardare gli alberi del Santuario e a parlarci insieme. Lui negli alberi vedeva la Madonna e a Lei raccontava i suoi dubbi e la sua infelicità.
Quel giorno però non parlò. Preferì il silenzio.
Seduto lì, a scaldarsi con la faccia rivolta al sole, iniziò a piangere.
Pianse per molto tempo, finchè le forse non lo abbandonarono e svenne.
Due ragazze che si trovarono a passare di lì per caso, videro il corpo steso al sole di Gaetano; cercarono di svegliarlo e chiamarono aiuto ma, l'unica cosa che Gaetano riuscì ancora a dire, prima di abbandonarsi completamente, fu “la bella fiammiferaia mi perdoni”.
Le giovani, ancora sconvolte per ciò che era accaduto, andarono di corsa dalla tabacchina e riferirono il messaggio.
La ragazza dei tabacchi rimase incredula di fronte alla notizia della morte di Gaetano e del messaggio che le portarono le fanciulle.
Il suo ultimo pensiero era rivolto a lei, a lei che l'ultima volta lo trattò come un intruso.
Tramortita dai sensi di colpa, la ragazza dei tabacchi, andò prima dal barista a dirgli addio, in fondo sapeva che non era una storia che poteva portare avanti e per questo si sentì ancora più colpevole nei confronti del suo amico Gaetano.
Dopo andò a casa da suo marito.
Non si amavano più ma non riuscivano a dirselo. Lui le aveva procurato un lavoro e un'ottima posizione sociale, lei non pretendeva nulla da lui e per anni rimasero racchiusi in questo limbo fatto di sicurezza e stabilità.
Una volta in casa prese una candela, un pezzo di carta e una penna e andò via dicendo al marito che sarebbe tornata il più presto possibile.
Finalmente raggiunse l'unico posto in cui voleva davvero andare: il Santuario.
Accese lì, nell'ultimo posto in cui si sedette Gaetano, la sua candela e lasciò un biglietto
<< 20 giugno,
Grazie a te ho capito cosa voglio e avrei voluto comprenderlo prima.
Vado a cercare l'amore. Quello che per me è sempre stato una chimera. Quello “che ti fa sorridere ogni giorno” come mi dicevi sempre tu.
Ciao, a presto! >>
Da quel giorno non si ebbero più notizie della bella fiammiferaia.
Tutt'oggi, ogni 20 giugno, si vede una luce accesa al Santuario.
Pare che l'anima della tabacchina venga a ricordare il suo amico e lasci una candela appoggiata a quel masso, ormai diventato incavo dalla pioggia.
La leggenda vuole che siano le lacrime di Gaetano ad averla scavata e le sue lacrime continuino a scendere, tanto che anche nei periodi di siccità, in quella pietra rimane sempre dell'acqua dove le giovani ragazze vanno ad esprimere un desiderio.
Le piante in cui Gaetano vedeva la Madonna sono state abbattute e quelle che dovevano rimpiazzarle, non hanno mai attecchito.
Si narra che la Madonna si sia offesa e che non abbia più voluto donare attimi di serenità sotto le sue folte chiome agli abitanti.
Di quell'amicizia rimane solo più una pietra ed una leggenda, ma ciò che più conta è che da questa storia, le ragazze di Castalice vivono nella speranza di trovare “l'amore che ti fa sorridere ogni giorno” e che si può sempre ricominciare. Anche da uno sbaglio.
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Bella lettura, grazie
Grazie a te @cryptofarmer
Che bella leggenda. 😍
Grazie mille @profumodimare, sono felice che ti sia piaciuta! :)