Spaghetti on the road - Iceland, in the end (DAY#14/15)

Here we are, our adventure in the land of fire and ice is coming to an end. Two weeks were enough to fall in love with this land, and we'll leave it behind with a hint of nostalgia, but still happy to come home. They were days unforgettable and hard at the same time, in a continuous alternation of breathtaking views and difficult conditions that, in all honesty, have partly felt our body... The shoulders marked by the backpacks, the backs aching from nights spent on the ground . We'll be back, that's for sure; to challenge this magnificent land more consciously.

There is not much to tell about DAY#14; in these days we managed to reach the eastern part of the island, and yesterday we had to work to return to the capital using public transport. The bus that runs along the southern coast along the ring road has its own terminus in the upper suburb of Reykjavik and so, once we arrived, we had the opportunity to walk once more for this quiet city. One more time, we stopped to observe the many colored houses, thinking about how it could be living in a place so beautiful but also so extreme. Needless to say, we did not find an answer.
Reached the campground we have mounted for the last time our beloved Skyline, which like us has endured (and exceeded) the test of the climate, bending without ever breaking. Hot shower with smell of sulfur (which makes us feel at home now) and fast dinner, then in the bag. The alarm clock is scheduled for 04.00 AM.

DAY#15. And here we are. Sitting on a bench in Copenhagen airport, exactly the same from which we had made the first post two weeks ago. It is still a few hours before embarking, and it seems like a good moment to write the conclusion of this story.
This morning Iceland did not fail to greet us with its unique style, forcing us to disassemble and fold the tent in the rain and with a great cold wind. It could not have done otherwise. We thought we would sleep on our way to Keflavik, where the international airport is located, but neither of us managed to take our eyes off the windows.
And finally, with a tear, we greeted Iceland.

As we said, now we are here, sitting on a bench not too uncomfortable. Thinking on what Iceland has taught us.

We have learned (even if we already suspected it) that nature always wins, and that it is foolish to try to challenge it. The wisest thing, when you are faced with its strength, is to take a step back.

We have learned that cold and heat are two very relative concepts; in Iceland the cold water is much colder than in Italy, as the hot water is much warmer. It seems like nothing new, but making a mistake to adjust the shower is like earning a good burn.

We have learned that if the Icelandic weather forecast is sunny, the probability of rain is quite high. If instead they mark overcast skies, it is almost certain that you will end up soaked. And if they mark rain... Well...

We have learned that there are places where people are able not to throw away the papers on the street, not to step on meadows and flowers if a sign says not to do it, to be friendly even to tourists that are a bit intrusive.

But above all, as after every trip... We have learned to know ourselves a little better. Like hell that we will leave with backpacks that exceed 20 kg next time!

And now eyes to the billboard, waiting for our flight...

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Ebbene sì, la nostra avventura nella terra del fuoco e del ghiaccio sta volgendo al termine. Due settimane sono bastate per innamorarci di questa terra, e ce la lasceremo alle spalle con un pizzico di nostalgia, ma comunque felici di tornare a casa. Sono stati giorni indimenticabili e duri allo stesso tempo, in un continuo alternarsi di panorami mozzafiato e condizioni difficili che, in tutta onestà, hanno in parte provato il nostro fisico... Le spalle segnate dagli zaini, le schiene indolenzite dalle notti passate a terra. Torneremo, questo è sicuro; a sfidare in modo più consapevole questa terra magnifica.

Non c'è molto da raccontare sul DAY#14; in questi giorni siamo riusciti di fatto a raggiungere la parte orientale dell'isola, e nella giornata di ieri ci siamo dovuti adoperare per tornare verso la capitale utilizzando i mezzi pubblici. L'autobus che percorre la costa meridionale lungo la ring road ha il proprio capolinea nella periferia alta di Reykjavik e così, una volta arrivati, abbiamo avuto la possibilità di camminare ancora una volta per questa tranquilla città. Come all'andata, ci siamo fermati più volte ad osservare le tante case colorate, pensando a come potrebbe essere vivere in un posto tanto bello ma anche estremo. Inutile dire che non abbiamo trovato una risposta.
Raggiunto il campeggio abbiamo montato per l'ultima volta la nostra ormai amata Skyline, che come noi ha sopportato (e superato) la prova del clima, piegandosi senza mai spezzarsi. Doccia calda con odore di zolfo (che ormai ci fa sentire a casa) e cena veloce, poi nel sacco. La sveglia è prevista per le 04,00.

DAY#15. Ed eccoci. Seduti su una panchina dell'aeroporto di Copenaghen, esattamente la stessa da cui due settimane fa avevamo fatto il primo post. Manca ancora qualche ora all'imbarco, e sembra un buon momento per scrivere la conclusione di questa storia.
Questa mattina l'Islanda non ha mancato di salutarci con il suo stile unico, obbligandoci a smontare e a piegare la tenda sotto la pioggia e con un gran vento gelido. Non poteva andare diversamente. Pensavamo di dormire durante il viaggio verso Keflavik, dove sorge l'aeroporto internazionale, ma nessuno dei due è riuscito a togliere lo sguardo dai finestrini.
E infine, con una lacrimuccia, abbiamo salutato l'Islanda.

Come dicevamo, ora siamo qui, seduti su una panca nemmeno troppo scomoda. A riflettere su cosa ci ha insegnato l'Islanda.

Abbiamo imparato (anche se in fondo lo sospettavamo già) che la natura vince sempre, e che è da sciocchi cercare di sfidarla. La cosa più saggia, quando ci si trova davanti alla sua forza, è quella di fare un passo indietro.

Abbiamo imparato che freddo e caldo sono due concetti molto relativi; in Islanda l'acqua fredda è molto più fredda che da noi, così come l'acqua calda è molto più calda che da noi. Sembra cosa da poco, ma sbagliare a regolare la doccia equivale a guadagnarsi una bella ustione.

Abbiamo imparato che se le previsioni meteo islandesi segnano sole, la probabilità che piova è abbastanza alta. Se invece segnano cielo coperto, è quasi certo che finirete inzuppati. E se segnano pioggia... Beh...

Abbiamo imparato che esistono posti dove le persone sono in grado di non buttare le cartacce per strada, di non calpestare prati e fiori se un cartello dice di non farlo, di essere gentili anche verso i turisti un po' invadenti.

Ma sopratutto, come dopo ogni viaggio... Abbiamo imparato a conoscere un po' meglio noi stessi. Col cavolo che la prossima volta partiamo con zaini che superano i 20 kg!

E adesso occhi verso il cartellone, aspettando il nostro volo...