🔥👤 ANATOMIA DI UN POST EFFICACE 👤🔥

in #ita6 years ago

Ciao belli, oggi avrei voluto scrivere due righe sull’ultima campagna di Burger King in Arabia, ma ieri ho scritto un post sul mio profilo LinkedIn dal titolo “2 mesi di attività su LinkedIn e la lezione è molto semplice” che ha ricevuto parecchia attenzione. Rileggendolo e analizzandolo adesso, posso dirvi che nonostante abbia scritto d’istino poiché raccontavo un’esperienza, dall’anatomia e la struttura di quello stesso post si possono estrarre dati e spunti interessanti.

ANATOMIA DI UN POST EFFICACE (1).png

⚠ Disclaimer: non sto scrivendo questo per fare il figo. Solitamente i miei post su LinkedIn vengono consigliati dalle 10 alle 20 volte ricevendo un paio di commenti ciascuno. D’altronde ho iniziato a lavorare sul mio personal brand solo 2 mesi fa e questi numeri già mi rendono molto felice.
Ma stavolta quei numeri sono molto più corposi e stupito ho cercato di capire perché quello specifico post abbia ricevuto tanta attenzione.

▪IL TITOLO

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Un titolo forte cattura l’attenzione. Non mi definisco un esperto in copywriting, ma dopo un anno e 6 mesi in cui creo 2 post al giorno per la pagina facendo test sul copy, credo di aver capito cosa funziona e cosa invece non funziona sui social.
Catturare l’attenzione del lettore sin da subito è stra importante. Lo si invoglia a continuare a leggere, soprattutto se capisce che può trarre valore dal post.

Il titolo “2 mesi di attività su LinkedIn e la lezione è molto semplice.” ne è un esempio.
Molti utenti di LinkedIn trovano difficoltà nell'esporsi e la visibilità su un social dove la maggior parte degli utenti è in cerca di un lavoro è fondamentale.
“Quindi sto tipo mi sta dicendo che io scrivo da 1 anno e non mi caga nessuno e lui in 2 mesi ha capito come funziona la piattaforma? Fammi leggere va”

Immagino che molti abbiano pensato esattamente questo.
Su LinkedIn poi, il titolo ha un’importanza ancor maggiore rispetto agli altri social. LinkedIn mostra solo un paio di righe dopo le quali il lettore è costretto a cliccare su “mostra altro” per continuare nella lettura.

Dunque il titolo e la riga successiva, determinano fortemente se l’utente continuerà a leggere o meno.
(Questa è una supposizione, non conosco l’algoritmo di LinkedIn abbastanza da esserne sicuro, ma se funziona come quello di Facebook, il click su mostra altro viene percepito come un click d’interesse, un’azione che l’utente compie perché presumibilmente interessato. E questo potrebbe essere un fattore che determina l’incremento della reach di un contenuto poichè la piattaforma pensa che se tizio è interessato allora forse anche caio potrebbe esserlo)

▪LA RIGA SUCCESSIVA

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Nella riga seguente il titolo, la frase continua ad ingaggiare il lettore. Una gran parte degli utenti di LinkedIn ha impostato il proprio profilo, aggiunto una frasetta descrittiva della propria persona, una foto in giacca e cravatta e rimane in attesa di un miracolo senza mai mettersi in gioco. Mi immagino il CEO di una grande azienda che guarda questi profili: “wow, hai un profilo esattamente identico a quello di altre 6 milioni di persone, sceglierò proprio te come marketing manager della mia azienda!”

Quella frase che leggete è relazionabile. Molti si rispecchiano in quel tipo di utente che sta aspettando il miracolo e pensano che allora leggendo fino in fondo questo post possano capire perché un profilo del genere non funziona e cosa si può fare per risolvere il problema.

▪LA SOLUZIONE

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Semplice semplice, essere attivi. Aggiungo poi che non ho deciso di farlo per trovare lavoro. In effetti adesso non sono in cerca di un’occupazione in quanto seguo già dei clienti.

E allora perché lo fai Steven? Cioè, sono due mesi che hai cominciato a scrivere su LinkedIn, non cerchi lavoro, che cavolo lo fai a fare?

Personal branding. Instaurare rapporti. Far crescere Marketing Ignorante. Ho collaborato con più persone in due mesi su LinkedIn che in tutta la mia vita. E questo è un altro aspetto interessante del post in questione:
Lo sottolineo. Rendo partecipi alcune delle persone con cui ho instaurato dei rapporti (Giovanni è colui che ha ospitato me e Andrea al suo evento di Garage Digitale, Andrea Saletti è l’autore di Neuromarketing e Scienze Cognitive per vendere di più sul web, e Raffaele Gaito è un’autorità nel mondo del Growth Hacking in Italia. Piccolo spoiler: li vedrete su MI. Shhhh basta!)

È chiaro, con loro ho un trascorso. Non avrei mai taggato persone con cui non ho mai avuto niente a che fare solo nella speranza interagissero con il mio post. Esatto… loro hanno interagito con il post. Lo han consigliato e hanno lasciato un commento. E indovinate un po'? LinkedIn ama le relazioni tra professionisti e il suo algoritmo evidenzia moltissimo i post consigliati. Se io ho una rete di 800 persone fidelizzate e consiglio un post, quest’ultimo apparirà sul feed di una fetta della mia audience. E se godo di autorità, come i tre sopra citati, la mia audience sarà più incline a fermarsi a leggere il post consigliato.

Esattamente ciò che è accaduto con il mio post. Ed è un circolo vizioso. Consigliato da una persona referenziata, leggo il titolo ingaggiante, continuo a leggere, clicco mostra altro, mi fomento e consiglio il post.

▪CURIOSITA’ & FOMENTO

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Ok adesso è tutto più chiaro… Lo fai per il tuo personal brand e per un progetto personale.
Marketing Ignorante! E che c**** è?

Ho ricevuto una decina di messaggi di persone che aggiungendomi alla loro rete si complimentavano e chiedevano informazioni su Marketing Ignorante.

Il post si conclude con un po' di motivazione. Dalla fine della scorsa estate, momento un po' difficile della mia vita, per riprendermi ho iniziato a fare cose che non avrei mai fatto. Fare un complimento ad una persona a caso, conoscere gente nei locali di Roma, cominciare a scrivere di più perchè alla fine qualcuno a cui interessa il tuo parere c'è sempre, metterci la faccia quando ce n’era bisogno. In poche parole, ho fatto di tutto per uscire dalla mia zona di comfort.
“Quando si esce dalla propria zona di comfort succedono cose belle”

Con questa frase ho concluso il post. Questa frase racchiude la soluzione e la lezione che ho imparato per essere risonanti sul web (e per essere più energici e adrenalinici nella vita in generale).
Metterci la faccia, non aver paura di esprimere le proprie opinioni, non essere spaventato dal numero di like o follower. Essere attivi.

▪RISULTATI

Nel post scrivo come in 2 mesi di attività ho ricevuto migliaia di visualizzazioni di post e video e che 204 persone han consultato il mio profilo. Beh, quel post ha raggiunto quasi 7000 persone, i visitatori del mio profilo sono (in questo preciso istante) diventati 361 e ho ricevuto 50 richieste di collegamento. Impressionante no?

❤ Spero questo articolo vi sia piaciuto, se siete in cerca di figure con cui collaborare per il vostro business e non utilizzate attivamente LinkedIn vi consiglio fortemente di farlo.
Questo post non è stato scritto per dirvi che anche i vostri devono essere impostati così.
Ripeto, quel contenuto non è stato programmato a priori. La genuinità premia sempre.

Già che ci siete, se utilizzate LinkedIn, mandatemi una richiesta di collegamento.
Ne sarei molto felice: http://bit.ly/ProfiloLinkedInSteven

Sort:  

Grazie per questo tuo brillante post: mi offre notevoli spunti per rivedere completamente l’utilizzo del mio account LinkedIn, che definirei parecchio opaco e anche con un po’ di muffa. LOL!

🌈 Votato e ripostato con vero piacere! 👍🏼
—-
Un felicissimo abbraccio da @amico! 🤗

Un gran piacere, felice tu abbia apprezzato!

Complimenti per il post, ti sei meritato (o forse me lo sono meritato io) un collegamento linkedin

Gentilissimo, grazie mille!

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Prendo spunto per aggiornare subito il mio in maniera decorosa, poiché l'ho sempre trascurato (per fortuna lavoro in un ambito in cui è il lavoro che cerca me) ma come ben dici lo scopo è altro:

Personal branding. Instaurare rapporti. Crescita professionale.

Ciao SteveLou, Benissimo, complimenti e grazie per le idee!!

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