Le nostre care aziende

in #ita7 years ago (edited)

Buongiorno, cari lettori, in questi giorni abbiamo parlato di quel che possiamo fare per entrare a far parte di un'azienda e quali sono le tecniche migliori per strappare la vittoria.
Adesso penso che sia arrivata l'ora di parlare un po' delle aziende.

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Faccio una premessa, anche se parlo in modo generico, ciò non vuol dire che le
aziende siano tutte uguali, ma purtroppo in base ai dati che riusciamo a trovare su
internet, sono ben poche quelle che hanno deciso di trattare il proprio
dipendente come un "membro della propria famiglia".
Le aziende nascono non certo come associazioni di beneficenza, ma con lo scopo
di trarre un vantaggio economico. Questa realtà è giusta cosi, d'altronde se l'azienda non
incassa, non può pagare gli stipendi.
Incominciamo a distinguere le categorie con le quali possiamo catalogare le
aziende. La prima categoria è quella più presente nella nostra nazione
(includo anche i marchi esteri presenti sul territorio nazionale), purtroppo combacia
anche con la categoria più bassa, ossia quella che simpaticamente definisco
"Schiavista". Questa categoria tende a monetizzare il più possibile riducendo
le spese al massimo, (guarda caso, il personale è sempre il primo che ne paga le
spese). Questa filosofia nel marketing viene visualizzata con la classica frase "prendi i soldi e scappa".

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Questa filosofia ha letteralmente massacrato la mia città natia ed ancora persevera senza tregua. Il risultato di questa
filosofia è il completo depauperamento delle risorse finanziarie locali, con annesso fallimento della microeconomia locale, in sintesi vuol dire che rimangono tutti con la bocca asciutta.
Un'altra categoria di aziende che preoccupa il nostro territorio è quella rappresentata dalle fatidiche start up.

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Se posso esprimere la mia, quando sentite in colloquio
questa frase: "Siamo una nuova azienda o start up che ha l'obbiettivo di fare
x cose impossibili in un anno"... dovete solo fare una cosa... alzarvi e
scappare. Purtroppo ho avuto più esperienze di questo genere, dal vile e meschino porta a porta, al call center di turno, sino ad
aziende che nascevano solo con il mero obbiettivo di utilizzare i fondi in
modo ambiguo.
La terza categoria che cito è quella che io definisco "allegra",

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ossia quella tipologia di azienda che comunica un trasferimento al dipendente in altra città, in un
brevissimo arco temporale, ed alla domanda posta dal dipendente: "Ma come faccio
a trasferirmi? L'azienda mi supporterà in questo?" La risposta è: "Mi dispiace,
ma qui il lavoro scarseggia e siccome pensiamo che lei è una valida risorsa, le
offriamo un trasferimento. Altrimenti se vuole può firmare le dimissioni".
Ebbene si, cari lettori, nella mia breve vita ho avuto modo di aver a che fare
anche con questa simpatica frase. In sintesi ti dicono 'O ti mangi la minestra
o ti butti dalla finestra'.
Finalmente dopo tanto buio, vediamo anche la luce infondo al tunnel.

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Ci sono quelle aziende che trattano il dipendente in maniera umana e
fortunatamente ancora ce ne sono, a scapito della crisi e dello scetticismo.
Queste aziende sono quelle aziende che concedono i diritti umani ai dipendenti,
(si avete capito bene, in Italia tutte le riforme del lavoro che sono state attuate, hanno fatto si di trasformare i diritti in concessioni). Queste aziende riconoscono un giusto salario e le giuste condizioni di vita, (incluso il pasto). Ovviamente per entrare in queste aziende, vi serve tanta fortuna. Purtroppo, la maggior parte di questi posti, sono enti statali.

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Infine a chiudere questa grande piramide, abbiamo una manciata di aziende che
dall'alto dei loro mostruosi fatturati, guardano i loro dipendenti come figli e li coccolano a dovere.
Sembra strano ma è cosi, queste aziende posseggono la vera formula della pietra filosofale e
dato che siamo sotto le festività natalizie, ho deciso di rivelarvi questo arcaico enigma,
semplicemente è un equazione matematica, la quale ha come fattori dipendenti,
felicità e soldi. Se non erro si enuncia cosi:
'Più il dipendente viene trattato bene e più lui è felice.' Cosi facendo lavora meglio e
'stranamente' l'azienda guadagna molti più danari e molta più pubblicità . Di conseguenza il marchio viene fidelizzato ad un'idea positiva.
I nostri imprenditori o chi gestisce per loro, dovrebbero un attimo capire che se il dipendente è felice, egli lavorerà bene, parlerà bene dell'azienda, porterà clienti all'azienda e spenderà lo stipendio, in parte, a favore dell'azienda.

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Detto ciò, anche per oggi posso concludere e spero di aver fatto breccia nel
cervello di almeno un imprenditore.
Auguro a tutti una buona lettura.

visione

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ciao! articolo interessante ma...occhio alla formattazione del testo!

Ok grazie 👍