Captain Fantastic: un film intimamente e socialmente sovversivo
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Captain Fantastic
La libertà ai tempi della globalizzazione
L come libertà
Capitan Fantastic è uno di quei film di nicchia, che ti entra dentro, ti lascia qualcosa ma che difficilmente diverrà mai un fenomeno da botteghino. Il classico film di nicchia.
La sfida che Matt Ross lancia è dilaniante per lui e per lo spettatore.
In quest'epoca iperglobalizzata è possibile premere il tasto pausa ed estraniarsi dal mondo come forma di ribellione al sistema e di autodeterminazione?Questa scelta quanto può essere nefasta per i nostri figli?
Non è un caso se i protagonisti di questa storia siano un gruppo di persone e non una persona sola, non è un caso se sia una famiglia anticonformista ed anarchica a prendere le redini della narrazione.
Una famiglia di cui non conosciamo la stirpe, il cognome, questo formalismo che da secoli ci permette di identificare nuclei familiari e discendenze.
Il patriarca Ben ha molti figli e per ognuno di loro ha scelto un nome proprio unico nel vero senso della parola, un nome non convenzionale che non troverete in nessun altra famiglia, in nessun altro luogo al mondo. Boseman, Vespyr, Rellian e via discorrendo sono figli di una famiglia anomala guidata da Ben e sua moglie su una strada anticonvenzionale rispetto ai canoni della società attuale.
Alcuni potrebbero definirli dei selvaggi, altri dei visionari.
"Interessante è una Non Parola!"
Cultura, questa sconosciuta
Sono autoditatti. Leggono una marea di libri e conoscono a memoria la costituzione americana e le varie filosofie politiche e sociali che hanno attraversato i secoli.
I figli di Ben non vanno al McDonalds o al supermercato ma si nutrono di quel che cacciano, di quel che coltivano.
I figli di Ben non vanno al centro commerciale ma si procurano e costruiscono la maggior parte dei beni di prima necessità che potrebbero servire loro per vivere.
I figli di Ben non rispettano le convenzioni sociali in alcun modo ma sono educati a sopravvivere, sono enormemente acculturati, sanno medicarsi una ferita, sanno accendere un focolare, sanno scalare una montagna, sanno combattere, sanno pensare.
Pensare...
Che verbo obsoleto in una società dove l'unico pensiero sembra essere quello di spendere, consumare, arricchirsi, impoverirsi, impoverire, chattare, giocare alla playstation.
Formare un proprio pensiero è utile a formarsi, è utile a pensare, ragionare, discernere il giusto dallo sbagliato, compiere delle scelte consapevoli.
I nostri ragazzi oggi non sanno pensare, non gli è stato insegnato loro come accendere il cervello ma gli è stato passivamente creato un mondo nel quale immergersi come in una boccia piena d'acqua dove nuotare in cerchio senza spingersi oltre.
I ragazzi di Ben sono fuori dal mondo ma hanno una loro cultura, una loro identità e sembrano essere felici.
Ma fin dove questo basterà?Fin dove questo li renderà davvero migliori? Fino a quando potranno esistere senza entrare in contatto con il sistema che nel loro piccolo combattono?
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Un compromesso sociale
Un dramma familiare spingerà Ben a mettere in moto il loro grosso autobus e portare la famiglia dentro l'America che combattono visceralmente giorno dopo giorno a suon di libri ed esperienze vissute nella natura selvaggia.
Questo viaggio aprirà mille interrogativi e affonderà in mille contraddizioni.
Un ragazzo brillante come Boseman può continuare a vivere tra i boschi o sarebbe più giusto farlo volare a Princeton per studiare ed affermarsi?
I bambini, pur avendo sviluppato un'intelligenza sopra la media, possono continuare a non frequentare la scuola?
E' corretto che questi ragazzi siano pieni di lividi e piccole ferite dovute alla loro vita selvaggia ma libera o sarebbe più giusto "chiuderli" fra 4 mura? In che modo andrebbero protetti?
Continuare ad emarginarsi è il modo migliore per emanciparsi?
Il mondo li fuori non funziona, il sistema ci rende peggiori ma è pur sempre il nostro mondo.
Nascondersi da esso è il modo migliore per combatterlo?
Una serie di domande che il film non rifugge ma affronta colpo su colpo provando a scandire il ritmo a suon di polemiche, scontri e dialoghi serrati ma spesso pieni di silenzi.
C'è tantissimo amore in questo mondo anarchico e tante regole a dispetto della tanto agognata anarchia. Viverlo a fondo è il modo migliore per arricchirsi ma lasciare un piccolo spazio all'apertura verso il mondo esterno è forse lo strumento migliore affinchè questa anarchia non vada sprecata.
Viggo Mortensen è intenso e sublime nel ricoprire il ruolo di Ben. I suoi figli sono deliziosamente liberi nelle loro movenze e speranze.
Captain Fantastic è un film libero con la L maiuscola che fa riflettere e ci insegna a pensare, con la nostra testa attraverso quella di questa famiglia cosi stramba e meravigliosa.
Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.
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Mi hai convinto, lo voglio guardare!
Fammi sapere che ne pensi
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Mi è piaciuto, molto carino.
Fantastici i bambini super eruditi a confronto con i nipoti smidollati. L'unico problema è che, vivendo così, ci si può sentire fuori dal mondo, ma basta osservare la maggior parte degli automi delle nostre società per rendersi conto che loro ci sono dentro al progresso e alla "vita pulsante", ma non ne sono sempre consapevoli, vivendo come centrifugati e concentrati solamente su stronzate. Quindi chi dei due gruppi sperimenta la "vita vera"?
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Visto e devo dire che è veramente bello! Complimenti per il post. Saluti Kork75
Concordo, come avrai potuto capire dalla recensione :)
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