Spiritualità e imponenza alla Sacra di San Michele
In Piemonte sono molti gli edifici storici e i monumenti che si possono visitare, essendo questa regione una parte importante della Storia italiana, la terra nella quale visse la dinastia dei Savoia, ma il luogo di cui voglio parlarvi oggi è molto più antico dei palazzi e delle regge in cui vissero i re e le regine. Si tratta dell’imponente Sacra di San Michele, il cui nome vero e proprio è in realtà l’Abbazia di San Michele della Chiusa.
Questo complesso architettonico, arroccato sul Monte Pirchiriano, a 40 km da Torino, è il monumento simbolo del Piemonte. La Sacra è un’antichissima abbazia costruita tra il 983 e il 987 e al suo interno, nella Chiesa principale risalente al XII secolo, sono sepolti i membri della famiglia reale di Casa Savoia. In questo luogo sacro dedicato al culto dell’Arcangelo Michele, vissero sotto un severo regime di preghiera i monaci benedettini.
La costruzione dell’abazia inizia sul finire del 900, come già detto, quando un nobile e ricco signore, il conte Ugo di Montboissier, il quale è in cerca di redenzione da un passato discutibile, si reca a Roma per chiedere indulgenza al Papa che gli concede di scegliere tra un esilio di sette anni e la costruzione di un’abbazia. È così che nasce il progetto di quest’imponente Sacra, la cui edificazione venne affidata poi a cinque monaci benedettini.
La parte settentrionale del complesso, che ora è in rovina, venne costruita nel XII secolo come Nuovo Monastero per il quale vennero edificate le strutture necessarie per la vita di molti nuovi monaci: le biblioteche, le celle, le cucine… Sempre su questo lato, venne costruita anche la Torre della Bell’Alda, intono alla quale ruota un’interessante leggenda: una fanciulla, la bell’Alda, per sfuggire ad alcuni soldati di ventura, si ritrovò sulla cima della torre e, dopo aver pregato con disperazione, decise che fosse meglio saltare nel vuoto sottostante piuttosto che farsi catturare, ma gli angeli le vennero in aiuto e atterrò miracolosamente illesa. La leggenda racconta che, per provare ai suoi compaesani ciò che era accaduto, la ragazza si sia nuovamente lanciata dalla torre ma che, a causa della vanità del gesto, questa volta rimase uccisa.
Questo edificio sacro, con le sue mura massicce e le fredde stanze in pietra, affascina migliaia di turisti all’anno. È un luogo in cui è facile percepire un certo timore religioso, un’aria di sacralità appartenente ad un lontano passato, un passato nel quale nulla era più importante della religione. Migliaia di pellegrini affrontavano lunghi viaggi per poter giungere all’abbazia e tutt’ora la Sacra fa parte di un percorso di pellegrinaggio che parte dalla Francia ed arriva fino in Puglia.
Umberto Eco stesso, il famoso scrittore, venne ammaliato dal fascino di questo complesso architettonico, che lo ispirò nella stesura del suo best-seller Il nome della Rosa. E anche un altro autore torinese venne stregato dall’aria mistica che si aggira intorno al Monte Pirchiriano, ambientando proprio qui il suo libro Il mistero del bosco maledetto.
La visita alla Sacra di San Michele vi accoglierà con un piccolo percorso nel verde della montagna e, giungendo in cima, troverete ad aspettarvi un panorama mozzafiato dell’intera città di Torino e la massiccia facciata dell’abbazia. Una volta raggiunto l’ingresso della Sacra, vi verranno svelati alcuni dei suoi elementi più suggestivi e particolari come la statua dell’Arcangelo San Michele, lo Scalone dei Morti, il mistico Portale dello Zodiaco e ovviamente la Torre della Bell’Alda.
Misticismo, spiritualità e magnificenza architettonica creano qui un connubio perfetto che vi farà amare questo luogo. Io sono stata in visita alla Sacra già due volte ma in entrambe le occasioni ho avuto modo di riscoprirne il fascino e notare particolari diversi che rendono questo luogo unico e suggestivo.
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