I principali mercati finanziari - Forex, ETF, Materie, prime, Azioni, Obbligazioni e CFD - #02

Ben ritrovati, oggi iniziamo a mettere più di “carne sul fuoco” della volta scorsa infatti, in questo capitolo, andremo a differenziare i principali mercati finanziari ed i principali strumenti finanziari ad essi collegati.

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Cominciamo con la definizione di mercato finanziario.

Un mercato finanziario è un “luogo astratto” dove vengono raccolti gli stessi tipi di strumenti finanziari “reali” come azioni, valute, materie prime ecc.
La definizione è ben più complessa ma questa minimale rende bene l’immagine per chi si affaccia a questo mondo.

I principali mercati

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Mercato del Forex

_{Immagine di proprietà elaborata da spunti raccolti dalla seguente illustrazioneImmagine CC0 creative commons}

Questo mercato ha vari nomi identificativi ma i più utilizzati sono “mercato valutario” e “Forex”. Il mercato del Forex è il più grande mercato mondiale esistente, esso ha la maggiore capitalizzazione in assoluto. Si stima che il volume giornaliero totale di questo mercato superi i 1000 miliardi di dollari.
Il Forex, offre la possibilità di investire su coppie di valute, come ad esempio Euro/Dollaro. L’euro in questo caso è la valuta base e vale 1 mentre il dollaro è la secondaria, cioè quella con un prezzo fluttuante rispetto alla valuta base.
Riprenderemo questo argomento dettagliatamente più avanti in quanto questo mercato ha bisogno di essere trattato meglio e più approfonditamente.

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Mercato delle Materie prime

_{Immagine CC0 creative commons}

Il nome identificativo di riferimento è “commodities”.
In questo mercato sono presenti i prodotti che, indipendentemente da chi lo produce, ha le stesse caratteristiche, ovvero, le materie prime come oro, petrolio, gas naturale ecc.

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Mercato Azionario

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[Immagine CC0 creative commons]: Microsoft, Apple e Google}

In questo mercato vengono racchiuse tutte le azioni delle ditte presenti sulla determinata borsa presa in esame.
Ad esempio, a Wall Street, vengono quotate ditte internazionali e locali americane come Apple e Microsoft, stessa cosa accade a Milano che oltre alla presenza di Microsoft o Apple, ditte internazionali quotate anche a Milano, sono presenti anche quelle nazionali come Italiaonline o la banca Intesa Sanpaolo.

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Mercato delle Criptovalute

_{Immagine CC0 creative commons}

Questo mercato, non ancora regolamentato, non è presente nelle borse di tutto il mondo in quanto lo stesso ha avuto origine all’esterno dei mercati finanziari tradizionali e non ha a capo un ente regolamentatore.
La sua capitalizzazione di mercato totale è ancora troppo esigua per essere presa seriamente in esame dalle borse di tutto il mondo ma sta cominciando a far parlare di se.

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I principali strumenti finanziari

Precedentemente, nella definizione di mercato finanziario ho utilizzato la parola “reale” in quanto, in questo mondo così variegato di strumenti finanziari, è bene distinguere cosa significa investire su un prodotto “reale” od investire su un suo derivato.

Arrivati a questo punto è bene distinguere:

1. Prodotto “reale”: In gergo meglio espresso con la parola “sottostante” è identificabile come l’azione di una ditta, il “lotto”(quantità fissa stabilita per la acquisto/vendita) di una materia prima, o di una valuta.
2. Prodotto derivato: Sono tutti gli strumenti finanziari che derivano da un sottostante e possono essere utilizzati come investimento ossia sottoscritti, comprati e venduti in base alle regole intrinseche degli stessi.

In questa moltitudine di prodotti finanziari, la maggior parte di essi sono derivati da dei sottostanti, i più famosi sono gli indici, i futures, i CFD, le opzioni, le obbligazioni e gli ETF.

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Le obbligazioni

Le obbligazioni, meglio riconoscibili con la parola in inglese “bond”, non sono altro che un titolo emesso da uno stato o azienda per finanziarsi e che, allo scadere del contratto, da al suo possessore la restituzione del capitale investito comprensivo di una percentuale di interessi stabilita all’acquisto. Gli interessi possono essere pagati a scadenze stabilite o alla fine, comunque, in gergo tecnico si chiamano cedole

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Gli indici azionari

Chi non ha mai visto al telegiornale parlare del FTSE MIB di Milano, il DAX di Francoforte, il Nikkei di Tokio, il Nasdaq od il Dow Jones?

Ebbene questi elencati e moltissimi altri, sono degli strumenti finanziari derivati da un insieme di sottostanti.
Per essere più chiari prendiamo in esame il FTSE MIB, giusto perché è italiano.

Il suo acronimo deriva da “Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa” ed è, molto semplicisticamente, la somma di una media relativa del valore delle “migliori” 40 aziende italiane quotate sul mercato.
Altro esempio è il Nasdaq di New York ”National Association of Securities Dealers Automated Quotation”. Il Nasdaq è l’indice che viene calcolato sugli andamenti dei principali titoli tecnologici americani, semplicisticamente, anch’esso è basato su un calcolo di medie relative calcolate sui prezzi di mercato di aziende americane del comparto tecnologico.

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I futures

I futures sono dei contratti che seguono regole molto rigide nella loro creazione e commercializzazione. Vengono immessi nel mercato in numero finito di contratti, chi ne usufruisce si impegna all’acquisto/vendita ad una determinata data futura del sottostante contrattato.
Questo strumento finanziario ha moltissime evoluzioni chiamate con diversi nomi, una di queste sono le “commodity futures”, praticamente, dei futures basati sulle materie prime, ovvero un prodotto che, indipendentemente da chi lo produce, ha le stesse caratteristiche.
I futures, essendo uno strumento finanziario derivato e stabilito da contratto che ancora deve compiersi, ha la peculiarità di attrarre gli investitori grazie alla possibilità di guadagnare sulla differenza di prezzo di partenza e la differenza di prezzo di arrivo.

Utilizzando un esempio per rendere più semplice il concetto di future, possiamo supporre di acquistare un future dove, nel suo contratto viene previsto che il prezzo del sottostante interessato vada salire da 1 a 1.5 al termine del periodo indicato nel future. Se invece, quel sottostante calerà, al termine del future il trader sarà costretto a comprare il sottostante pattuito con il prezzo stipulato nel contratto ovvero a 1.5 anche se al mercato sarà a 0.9.
Il bitcoin è entrato da poco tempo proprio in alcuni mercati americani mediante i commodity futures.

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Le opzioni

Le opzioni, sono dei contratti a termine come i futures ma non implicano l’obbligo di impegnarsi all’acquisto/vendita ad una determinata data futura del sottostante contrattato. Chi ha stipolato un’opzione ha la facoltà di portare a termine il contratto.

Dove sta la “fregatura”, se la si può chiamare così?
Sta nel fatto che quando si sottoscrive il contratto, a differenza del futures, l’investitore deve anticipatamente pagare un premio a chi crea il contratto.
Questo strumento, utilizzato sia in acquisto che in vendita, ha due differenti tipologie di contratto principali, le opzioni dette “americane” e quelle “europee”.
Le stesse si differenziano principalmente sull’obbligo o meno di esercitare il diritto di vendita o acquisto durante il contratto dove, per le obbligazioni di tipo americane lo stesso obbligo non è presente, mentre nelle obbligazioni di tipo europeo vi è l’obbligo di portare a termine il normale ciclo contrattuale.

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Gli ETF (Exchange traded funds)

Gi ETF sono praticamente dei fondi d’investimento quotati in borsa. Essi hanno come peculiarità, essendo fondi d’investimento, l’abbattimento del rischio di perdita del capitale investito in quanto, il loro sottostante essendo suddiviso in vari fondi fa si che il rischio di perdita venga mitigato. D’altro canto, essendo gli ETF quotati in borsa, questi avranno le oscillazioni di mercato un po’ come le azioni o gli indici che, avendo anch’essi un’oscillazione di prezzo, generano la possibilità all’investitore di aprire e chiudere posizioni a piacimento ottenendo un possibile ritorno economico mediante il trading degli stessi.

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I CFD (Contract for Difference)

Per chi si affaccia al mondo del trading nulla è più utile che i CFD.

La maggior parte delle offerte presenti in internet per fare trading sono fatte mediante l'utilizzo dei CFD.
I CFD sono dei contratti dove il loro prezzo rispecchia quello del sottostante, azione, indice, materia prima o valuta che sia.
Questo strumento derivato, rispecchia in tutto e per tutto l’acquisto o la vendita del suo sottostante o prodotto finanziario alla base, permette di aprire delle posizioni di acquisto (long) o vendita (short) con molta più flessibilità rispetto a tutti gli altri strumenti in quanto non è soggetto a regole dei “lotti”.
Una nota negativa di questo strumento finanziario è la presenza di commissioni.
Le commissioni sono un costo che viene addebitato dal "broker" (colui che ti permette di fare trading) per poterci guadagnare a prescindere dell’andamento del profitto o perdita subita dal trader/investitore. Esso in fatti, ogni volta che un investitore aprirà una posizione sia in long (acquisto) che in short (vendita) di un determinato CFD, scalerà una percentuale di prezzo in acquisto o vendita sul CFD acquistato.

Ad esempio, se io comprassi un CFD in long di Apple, al prezzo di mercato di 178 dollari, il broker, per aprire la posizione, aumenterà il prezzo di un tot. % al fine di guadagnarci.
Questo comporta che la posizione aperta sul CFD della ditta Apple sarà per esempio a 180 dollari.
In questo caso lo “spread” (nome della commissione applicata) sarà all’incirca del 2.1 %.

Bisogna tenere conto inoltre che, possedere un CFD per lungo periodo, mesi o anni, può non essere molto conveniente data la presenza di ulteriori tasse dette commissioni “overnight”.
Le commissioni overnight, sono degli interessi calcolati sulle posizioni aperte e mantenute su più giorni.
Molto semplicisticamente se hai un CFD acquistato e detenuto su più giorni, ogni giorno che passa avrai una piccola percentuale di interesse da pagare per mantenere la posizione aperta.
Le commissioni overnight possono essere sia in negativo (un tuo pagamento) sia in positivo (un tuo guadagno) se investi rispettivamente su un CFD in posizione long o posizione short.

Questo strumento finanziario, essendo molto flessibile ed alla portata di tutti, offre una possibilità di investimento anche ai “retail traders” ossia i piccoli investitori con capitali limitati. Essi infatti, possono affacciarsi mediante i CFD, su qualsiasi principale mercato finanziario, che sia il mercato del forex, quello delle materie prime, l’azionario o quello delle criptovalute.

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Bene, siamo arrivati ad avere una conoscenza base per poter iniziare a comprendere in linea di massima come funzionano i mercati finanziari. Molto è ancora da affrontare ma possiamo dire che, se hai compreso quanto descritto in precedenza, sei arrivato alla fine di questo capitolo pieno di nozioni e argomenti necessari per proseguire l’iter di alfabetizzazione base sul trading. Siamo quasi pronti per spostarci sui grafici

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Capitoli precedenti:

Il Trading - Cos'è il trading e chi è un trader - #01

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Qui in basso voglio menzionare vari approfondimenti che, non potendoli trattare tutti in questo capitolo sarebbe bene dargli una letta al fine di acquisire una visione più approfondita dei mercati, degli strumenti finanziari e delle commissioni qui descritte.

Il Forex - Indice azionario - Obbligazioni - Nasdaq - I Futures - Le opzioni - Gli ETF - I CFD

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_{Qualsiasi argomento toccato in questa rubrica deve essere approfondito per poter avere un bagaglio culturale sufficiente ad investire responsabilmente. Praticare trading non va preso sottogamba, non perdona nessuno.}

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